Capitolo IV

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Al risveglio Sibilla avvertì un piacevole calore sul viso.

Aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu una fiamma verdazzurra danzare in un camino di pietra chiara.

«Ben svegliata» disse qualcuno alle sue spalle.

La donna si guardò attorno confusa; l'intera stanza in cui si trovava pareva scavata nella stessa pietra candida e chi le aveva appena parlato era un omino molto anziano che trafficava con degli alambicchi fumanti.

«Dove mi trovo?» chiese Sibilla.

«Dentro la luna» rispose lui distrattamente, come fosse la cosa più ovvia del mondo.

«Dentro la luna? Dunque voi siete... il mago... quello...»

«Già, proprio quello», intervenne lui agitando un'ampolla.

«Io sono venuta da voi per...»

«So perché siete qui», la interruppe guardandola negli occhi. «Avete avuto molto coraggio a opporvi a vostro padre.»

«Sapete chi sono e da dove vengo, quindi» mormorò Sibilla chinando il capo.

«Non dovete sentirvi in colpa» la rassicurò, «voi siete diversa dal re degli Incubi nonostante abbiate il suo stesso sangue.»

«Come fate a esserne così sicuro? Per colpa mia il principe...» la voce le si spezzò. Sibilla guardava il soffitto come se cercasse di ricacciare indietro le lacrime.

«Non saresti arrivata fino a me se non fosse così» la rassicurò il mago. «Ma ora dovrai fare in modo che il sacrificio del principe non sia stato vano.»

«Ditemi cosa devo fare» disse Sibilla.

«Intanto bevete questo infuso, vi farà bene» disse lui porgendole una tazza con un liquido giallastro poco invitante.

La donna obbedì trattenendo a fatica un'espressione schifata.

«Sapete ormai che la creatura che nascerà potrebbe essere in grado di alterare gli equilibri dell'universo» continuò il mago. «Il giorno in cui verrà al mondo finirà un'era e ne comincerà una nuova, ancora sconosciuta e impossibile da immaginare persino per me. Qualunque futuro attenda tutti noi, né io né nessun altro può dirvi cosa dovrete fare: ascolterete il vostro istinto di madre che crescerà giorno dopo giorno e deciderete voi il destino dell'Essere supremo. Potrei darvi anche subito una pozione per interrompere la gravidanza, se davvero lo voleste. Ma se la vostra creatura nascerà vi prometto che farò il possibile per proteggerla e per impedire che prenda la strada sbagliata.»

«Ho una responsabilità enorme» sospirò Sibilla. «Spero che la mia scelta sarà quella giusta.»

«Lo sarà, ne sono certo. Ma non abbiate fretta. Potrete restare nella luna il tempo necessario per decidere. Per il momento qui siete al sicuro da vostro padre e potrete riflettere in tranquillità.»

Sibilla accettò il consiglio e acconsentì a rimanere in quel luogo mirabolante.

Scoprì subito che il mago non ci viveva da solo. Infatti, poco dopo vide sbucare dal cuore della pietra degli strani esseri longilinei ed evanescenti, spiriti che fluttuarono attorno a lei emanando una luce chiara e morbida.

«Questi spiriti sono miei amici» disse il mago, «sono loro che vi hanno trovata e portata qua.»

Sibilla abbozzò un sorriso e fece loro un inchino come ringraziamento.

STELLADove le storie prendono vita. Scoprilo ora