Capitolo Primo - "Che succede?"

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Sono davanti al signor Thomas che mi guarda spiazzato. «Dici sul serio?» mi chiede. «Si. È da tutta la vita che sogno un'opportunità come questa e...mia madre ha ragione. Devo inseguire i miei sogni e smetterla di avere paura.» Mi rivolge un sorriso a trentadue denti, gli brillano gli occhi. Non posso credere di aver accettato, così su due piedi. Non è da me. Un sacco di emozioni mi pervadono. In questo momento so solo che non vedo l'ora di partire anche se l'ansia sta prendendo il sopravvento. Improvvisamente mi viene in mente la scuola...io vado a scuola, come cazzo faccio? 

«Mamma ma...la scuola?»

«Cazzo! La scuola! E adesso?»

Rogue Wave ci interrompe e dice: «Mi occuperò io della sua istruzione. Studierà lì a Los Angeles e le pagherò anche il soggiorno. Starà in un hotel a cinque stelle vicino al mio studio, il "Bel Air", ne avete sentito parlare? Cosa volete di più?» . Quest'uomo è pazzo. Non è che è pazzo, è solo che ha così tanti soldi che potrebbe permettersi di bruciarli nel camino. Sto tremando. Ma sta dicendo sul serio? 

«Signor Rogue Wave lei sta scherzando.»

«Tesoro, ti dirò una cosa triste ma vera. Ho un patrimonio così grande che potrei salvare dalla povertà e dalla fame il continente africano. E fidati, ci sto già lavorando.»

Oh mio Dio. Ma...la domanda è: Quando partirò? Il signor Rogue Wave rompe il silenzio che si è creato in questi secondi dicendo: «C'è un problema. Partiamo dopodomani.». Sembra che mi abbia letto nella mente, me lo aspettavo, non poteva essere tutto così facile. Mia madre ha un' espressione agitata. Si rende conto che ha un giorno di tempo per stare ancora con me. 

«Signor Rogue Wave ma...»

«Dammi pure del "tu" e chiamami Thomas.»

«Thomas ma...dove alloggi?»

«Nel Morley Hayes Hotel. Lo conoscete di sicuro, è qui vicino.»

Che idiota che sono. Dove poteva alloggiare se non al Morley? «Allora, facciamo così: mi dai il numero di tua madre e il tuo. Domani vi chiamerò per organizzare un incontro con voi e mettere in chiaro alcune cose prima di partire.» dice Thomas. «La ringraziamo infinitamente per l'occasione che ha dato a mia figlia, questo era il suo sogno sin da quando era bambina sa? Faceva finta di sfilare sulla passerella come una modella camminando per la sua stanza con la radio accesa, a ritmo di musica. Era così spensierata e felice e vederla così per me era il massimo.» dice mia madre con gli occhi ancora lucidi. «Signora sono colpito da quello che dice. Deve sapere che io sono un uomo molto impulsivo, un altro stilista al posto mio che avrebbe visto sua figlia non le sarebbe venuto a chiedere quello che le ho chiesto io, perché avrebbe pensato che l'avrebbero preso per pazzo con queste proposte fatte così, su due piedi. Però si sarebbe reso conto di ciò che avrebbe perso.» risponde Thomas.                                                         Amo quest'uomo. Mi sono dimenticata dell'esistenza di Ben e del pittore perché l'unica cosa che stanno facendo è stare a bocca aperta. Mi volto verso Ben che ha gli occhi sgranati e poi verso il pittore che non crede a quello che è appena successo. Tiro fuori il cellulare dalla mia borsetta e registro sulla rubrica il numero di Thomas, poi do a lui il mio e quello di mia madre. Dopo aver fatto, Thomas saluta con una stretta di mano e un bacio sulla guancia mia madre, poi viene verso di me. Quando siamo faccia a faccia, mi guarda per un ultima volta. Mi accarezza con dolcezza la guancia e mi posa un bacio delicato sulla fronte, poi mi sussurra all'orecchio: «Il destino ha voluto che le nostre strade si incrociassero. Che uomo fortunato che sono.» Gli sorrido. Non riesco a smettere di sorridergli e di sorridere a tutte le persone attorno a noi. Io e mia madre vediamo Thomas andare via, ma ad un certo punto si ferma, si volta verso il pittore e poi rivolge il suo sguardo sul quadro. «Voglio quel quadro.» dice rivolgendosi al pittore. Avanza verso di lui e gli poggia una mano sul braccio come per fargli una carezza. Il pittore sta per piangere dall'emozione. «Ho dato un occhiata a tutte le sue opere e le apprezzo molto, ma questa volta si è superato.» dice Thomas al pittore. 

To The BoneWhere stories live. Discover now