Prologo

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Francoforte, febbraio 1868.

Il freddo pungente di febbraio si faceva sentire, e le guance della signora Peths erano diventate di un rosso fiammante.
La neve scricchiolava sotto l'impettito cammino della grassoccia signora che più di una volta rischiò di scivolare.

La signora Peths non era una donna che amava scherzare; era severa e irreprensibile, e questo la rendeva una direttrice di orfanotrofio perfetta.Solitamente indossava una gonna nera che arrivava fino alla caviglia e un golfino, sempre nero, con un enorme pizzo bianco sul colletto.

Camminava in fretta,senza badare al freddo e alla neve.
Svoltato l'angolo arrivò in un fioco vicolo, le lanterne si erano tutte spente, tranne alcuna, ma questo non la fermava di certo.

Aveva qualcosa in grembo, coperto da un infinità di stracci ormai bagnati dalla neve.Uscita dal vicolo, la Peths sali la lunga scalinata che portava all'orfanotrofio di Francoforte.

Inserita l'enorme chiave nella toppa, la giro per ben tre volte e il rumore della serratura si espanse nell'enorme androne. Non appena riuscì, con la forza di un solo braccio, ad aprire la pesantissima porta, due suore le si avvicinarono.

"Adelaide, presto un dottore!" e detto questo una delle due suore si girò ed iniziò a correre su per la scalinata dell'atrio.

"C'è la farà?" chiese l'altra suora che era rimasta con la signora Peths; "Speriamo... Non appena mi hanno chiamata sono subito corsa sul luogo dell'incendio... Dei genitori non c'è traccia. Questa povera creatura sarà rimasta un'ora se non di più sotto la neve... Adesso dobbiamo solo sperare nel Signore."









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