amare significa distruggere

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amare significa distruggere

"Corri, corri come se il tuo incubo peggiore ti stesse inseguendo.

Corri come se un demone superiore ti fosse dietro, pronto ad ucciderti.

Corri come se domani dovessi perdere tutto.

Corri più veloce del tempo, più veloce della paura.

Corri perchè domani tutto questo non ci sarà.

Corri perché sei solo, sei solo con i tuoi passi leggeri.

Corri perchè nessuno ti ama, nessuno avrà mai cura di te.

Corri jace, corri perchè amare significa distruggere ed essere amati significa essere distrutti.

Corri jace, corri perchè ti hanno distrutto"

I passi veloci e leggeri, quasi non ne udiva il rumore.

L'aria così sottile da poter essere tagliata, così normale, respirabile.

Lui non voleva essere così, voleva dimostrare a tutti quello che valeva.

Non era più un Lightwood, non era mai stato un Wayland, solo l'idea del ricordo di aver pensato di essere un Morgenstern lo schifava, lui era un Herondale.

Era uno dei Herondale più importanti, come Will.

Lui era quello che voleva essere e mentre i passi leggeri scivolavano veloci sulla terra bagnata sapeva di essere un Herondale.

"Ricorda jace, tu scrivi il tuo destino e il tuo futuro, cosa vuoi? La cosa che più desideri, quale è?"

Si fermó e guardó il vuoto in quel bosco scuro.

"Volevi clary. La desideravi con tutta l'anima, e ora? Ora vorresti che sparisse. É diventata un peso, un peso dal quale scappare. Cosa vuoi, jace herondale?"

Scagliò un pugnale contro un albero.

LIBERTÀ.

VOGLIO LA LIBERTÀ.

"Voglio scappare da tutto questo e rifugiarmi nei miei sogni più profondi, voglio dimenticare Alec, Izzy, Clary, Simon, Luke, Magnus, Valentine e Sebastian.

Voglio restare solo, per affrontare me stesso"

Prese lo stilo, pensó alla runa che non faceva provare dolore poi rise istericamente.

La risata si dileguó tra gli alberi come il veleno nel corpo umano.

Prese una spada angelica.

-Raziel!- Disse invocandola. Lo fece, infranse una regola del codex sacro dei shadowhunters. Rise e, con la mossa che Valentine gli insegnó, pose la punta della lama sul cuore e rapidamente, senza ripensamenti, spinse contro il cuore con forza.

Dolore, sangue pulsante, il cuore di jace smise di battere e lo sentii nelle ossa, lo sentii dentro le vene, avevo perso parte di me stessa.

Guardai fuori dalla finestra, del fumo rosso brillante si faceva spazio tra gli alberi di quel bosco oscuro, raggiungendo il cielo. Aprii la finestra e la scavalcai, corsi, corsi verso di lui.

Mi ritrovai di fronte al corpo senza vita di jace, sentii gli occhi bruciare, le lacrime iniziarono a scendere, ne sentii il sapore salato ed amaro agli angoli della bocca.

Vidi una sagoma bianca e rimasi immobile, gli occhi fissi e persi.

-Jace!- Urlai.

-Io non ti amo, perchè amare significa distruggere e non voglio distruggerti, io combatteró accanto a te- Dissi inginocchiandomi.

-Combatteró con te, per te. Voglio combattere la mia vita insieme a te. Perchè lo hai fatto? Perchè?- Continuai piangendo.

-Perchè?- Dissi con la voce rotta.

'Ragazza, jace è qua, salvalo'

Sentii le parole come portate dal vento. Le sentii chiare ma leggere e capii che la sagoma era quella di Raziel, lo sentii dentro. Ogni cacciatore l'avrebbe capito, quello era Raziel.

Corsi verso il corpo di jace, tirai fuori la spada che era rossa, come ruggine, come se fosse stata rovinata, trattata male e dimenticata in un angolo.

Toccai la ferita sporcandomi del suo sangue.

-Cosa devo fare?- Chiesi disperata.

'Cosa hai detto che vuoi fare'

-Combattere insieme a lui-

Presi la spada e la posizionai sul mio cuore ma improvvisamente sparì.

'Sono Raziel, non dovrei avere scrupoli, ma tu sembri essere sincera. Riavrai jace, il giovane herondale è un pazzo, ma questo devi averlo capito'

Guardai l'ombra bianca, mi sembró che stesse sorridendo.

Guardai jace, vidi un tremolio sulle sue labbra e si sentì un tonfo, un esplosione di luce così maestosa e piena.

Aprì gli occhi.

-Cosa ci fai qua?-

-Combatterai insieme a me?- Chiesi sollevata. Guardai l'oro nei suoi occhi poi guardai versa Raziel ma non c'era più.

-Lontani dal mondo- Disse cercando la mia mano.

-Lontani da tutto- Dissi cercando di trattenere le lacrime.

Lui chiuse gli occhi e sospiró.

-Sono stupido, vero?- Disse riaprendo gli occhi.

-Jace ha sempre ragione- Dissi sorridendo.

-Giustamente- Disse jace alzandosi sui gomiti. Lo aiutai ad alzarsi e poco dopo ci incamminammo, traballanti, verso casa. Inizió così la nostra storia, niente clace, sizzy o malec, solo io e jace, due guerrieri.

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