Capitolo 16

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Era arrivato il giorno, quello tanto temuto da noi, da me e Demi. Eravamo nel letto, poche ore dopo avrei dovuto mettere le ultime cose in valigia e partire, ed io davvero non volevo. Allontanarsi dalla persona più importante della mia vita era come partire con la consapevolezza che non sarei mai riuscita a star bene, senza lei accanto a me, senza i suoi abbracci, le sue risate, il suo sorriso fottutamente bellissimo. I suoi occhi poi, come avrei fatto a vivere le mie giornate senza quelle iridi marrone chiaro, brillanti e profonde, quei due piccoli mari dove rischiavi di annegare guardandoli troppo a lungo. Quelle labbra, Dio, quelle labbra sarebbero state le cose che mi sarebbero mancate di più.
Ero troppo triste per parlare, eravamo lì, tanto vicine che ci sentivamo troppo sfortunate per il dopo, ma io volevo godermeli a pieno quegli ultimi momenti. Volevo poterla sentire ancora un po' mia, e di nessun'altro. Così mi avvicinai, ci ritrovammo faccia a faccia, ed io la abbracciai, forte, continuando a mantenere il silenzio in quella camera. Le accarezzavo una spalla con il pollice, mentre dal suo respiro irregolare che mi toccava lievemente il collo percepivo dei leggerissimi singhiozzi.
"Ci sarò sempre.. sarò sempre accanto a te, anche se tu non mi potrai vedere.." le dissi dolcemente, cercando di fare la forte, perché in quel momento a qualcuno toccava quel ruolo e tra le due quelle che non aveva ancora iniziato a piangere, che era riuscita ancora a trattenere le lacrime, ero io. Lei scoppiò, invece. Come se pensasse a quel giorno dal mio arrivo lì a LA, mentre io non ci avevo mai pensato. Forse il mio cervello voleva farmi godere quei pochi giorni con lei senza distrazioni sgradevoli, come il giorno del ritorno, il giorno nel quale la distanza sarebbe ritornata in pista a tenerci testa con tanta assiduità. Però noi avremmo continuato a stare un passo avanti, avremmo continuato a gareggiare e ad avere quelle piccole vittorie ogni tanto, quei traguardi raggiunti in prima posizione, come quel concerto e come molti altri momenti. Era quello che riusciva a darmi quella forza che non credevo di avere. Dopo un po' Demi si calmò, ma continuò a non dire nulla. Io continuavo a stringerla, non volevo sprecare nemmeno un secondo. Finché avrei potuto farlo, avrei continuato, senza lasciarla andare, mai.
Mancavano circa 5 minuti alla sveglia. L'ansia continuava a crescere dentro di me, secondo dopo secondo. Prima di quegli ultimi minuti riuscivo a percepire ulteriormente il tempo che passava troppo velocemente per i miei gusti. Così strinsi la mano di Demi, intrecciandola alla mia. Avevo davvero paura e volevo qualcuno che me la scrollasse di dosso, perché io davvero non ci riuscivo.
Passò un altro minuto, poi Demi fece uno scatto a sedere, facendomi risvegliare da quell'incubo dell'attesa che stavo vivendo. Mi guardava a bocca semi aperta, come se sapesse cosa dirmi, ma dovesse rifletterci ancora qualche altro istante per guadagnare più sicurezza e certezza.
"E se restassi con me?" mi chiese, e sentivo il suo cuore a quel punto cominciare a battere più forte, forse per la speranza o forse per la paura di un mio eventuale no.
"Cosa?! E come farei con il lavoro.. tu viaggi continuamente, non potrei trovarne uno e non avrei i soldi per mantenermi ed io non voglio, bhe, non voglio.."
"Non vuoi cosa?.."
"Non voglio dipendere da qualcuno. So che te lo puoi permettere senza problemi, come potevano i miei genitori, ma è questo il punto. Me ne sono andata per questo, per dimostrare a me stessa che ero in grado di cavarmela.. da sola." Dissi. Era un'offerta decisamente allettante, sarei stata sempre con lei, a lavoro, le giornate libere davanti ad una televisione a guardare un film strappa lacrime accoccolate l'una accanto all'altra sul divano, o magari a cena in un ristorante, uno di quelli lussuosi che costano un occhio della testa e che potrebbero cacciarti via solo per un abbigliamento inadatto. Insomma, vivere con Demetria sarebbe stato un sogno, ma c'era qualcosa che mi faceva temere un mio "sì" di risposta.
"Lo hai già dimostrato, ai tuoi genitori, a te stessa e addirittura a me. Lavori da due anni senza sosta, mai un attimo di tregua, facendo qualcosa che probabilmente nemmeno ti piace. Non sei stanca di questo? E poi mica rimarresti a non far niente, a lavoro ti troverò qualcosa da fare, ovviamente con stipendio. Saresti autonoma, sul serio.. ti prego dimmi di sì.." stava cercando di convincermi in tutti i modi possibili con quegli sguardi maledettamente dolci e smielevoli. Ma non era una decisione semplice da prendere. Con un solo "sì" avrei cambiato tutta la mia vita, radicalmente. E Giuly poi? Non potevo lasciarla lì da sola.. La verità è che non avevo il coraggio di ricominciare tutto daccapo, e stavo cercando mentalmente una buona scusa per giustificare quel no che volevo darle, ma non riuscivo a pronunciare. Più la guardavo, più l'eccitazione di una nuova vita, di una nuova avventura, nasceva in me.
"Ti prego.." continuava ad insistere sia con la voce che con lo sguardo. Era una sensazione così magnifica, così meravigliosa. Mi sentivo voluta bene, per davvero, ed era fantastico.
"D'accordo!" dissi in fine, piacevolmente rassegnata, con un sorriso enorme stampato in faccia. Per quanto lo odiassi, non riuscivo a mandarlo via, perché davvero la felicità era troppa per farlo. Mi dispiaceva per Giuly, mi sarebbe mancata tantissimo, ma avrebbe capito, perché lei non era il tipo da prendersela. Avrebbe capito perché ciò che principalmente le importava era la mia felicità, e di questa ne avrei avuto tanta insieme a Demi, lo sapeva. Intanto, mentre io pensavo a tutto questo, la mia Devonne mi era già saltata addosso stritolandomi e facendomi cadere dal letto. Mi riempiva una guancia di baci e per me trattenermi dalla tentazione di voltarmi a tradimento verso le sue di labbra fu davvero uno sforzo sovrumano.
"Ora la mia vita sarà davvero perfetta!" urlò di gioia. Sembrava una bambina piccola che aveva appena ricevuto per il suo compleanno il regalo che aveva chiesto, eppure aveva 21 anni! Ciò che improvvisamente mi spaventò pensare fu che di un regalo prima o poi ci si stanca, e se fosse successo sul serio? Se prima o poi si fosse stancata di me? Che avrei fatto? Dove sarei potuta andare? Mi sarei persa, nella mia vita e nella mia mente, e solo a quel video clip mentale che mi ero fatta, la mia schiena venne percorsa da un leggero brivido, freddo e veloce, quasi impercettibile. Scossi velocemente la testa per scacciare quei brutti pensieri. Io la amavo e lei amava di bene me. Mi fidavo di lei, non mi avrebbe mai lasciata, perché me lo aveva promesso. Mi aveva promesso che saremmo state migliori amiche per sempre, e d io le avevo creduto e continuavo a farlo.
Dirlo a Giuly fu la parte più difficile, ma nonostante tutte quelle lacrime versate sia da me che da lei per i saluti, il suo sorriso non era mai scomparso, non aveva mai ceduto, perché anche se dura sarebbe stata la distanza immane da affrontare, lei era felice per me. per questo le volevo un bene dell'anima, perché lei non mi mentiva, lei non mi deludeva e mi voleva bene come una sorella. Il tutto era ovviamente reciproco. Quando poi furono partiti, fu come se l'avventura che mi attendesse stesse per iniziare ed io non vedevo l'ora.

Ciò che vorresti non è mai ciò che ottieniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora