"Di.. di un'altra persona?" ero scioccata, sembrava che l'alcol bevuto prima non mi facesse più alcun effetto. Probabilmente avevo la bocca aperta e gli occhi spalancati, ma non me ne rendevo conto. Tutto ciò a cui pensavo era a chi potesse essere questa persona, già riuscivo a sopportare a stento Harry, non volevo riaccadesse.
"Già." Lei intanto guidava, sguardo dritto sulla strada. Non sembrava triste, non sembrava felice, solo tanto arrabbiata. Io abbassai lo sguardo verso le mie mani, senza saper che altro dire o cosa fare.
"Tu ami Jake?" quella domanda mi spiazzò talmente tanto da togliermi quasi il fiato. Lo amavo? No. Glielo avrei detto? Non ne avevo il coraggio.
"Non lo so.." alla fine dalle mie labbra uscì una mezza verità. Non avevo negato e neanche confermato.
"Ah no? Come mai?" sembrò alquanto sorpresa di quella mia risposta. Un po' di quella rabbia che prima la stava dominando, ora si era assopita, forse incuriositasi anch'essa.
"Non lo so.. lui ha detto di amarmi." Rivelai. Ne avevo bisogno, di parlare con la mia migliore amica, di raccontarle della mia vita sentimentale, di cosa mi passava per la testa, ma non potevo. Non potevo perché era proprio lei ciò che mi passava per la testa.
"Magari lo ami anche tu, solo che non ti è ancora chiaro." Lo diceva con una tale tristezza, come se era la cosa giusta da dire nonostante le facesse male. Ma perché?
"Magari non lo amo." Replicai io. Volevo capire, il suo comportamento, che mi appariva piuttosto strano, ed il motivo della sua tristezza.
"Perché allora stai con lui?" non risposi. Perché stavo con lui? Non lo sapevo nemmeno io. Prima mi era chiaro, ma ora.. le cose erano cambiate. Prima quegli occhi verdi mi facevano incantare, sentire le farfalle nello stomaco, percepire le gambe più fragili che mai, fino a quel giorno. Il silenzio durò allungo, prima che una delle due parlasse. Sentii così di nuovo la sua voce.
"Harry.. non riusciva più a rendermi felice" cominciò senza che io le avessi chiesto nulla "prima sentivo qualcosa, una grande gioia, solo nel guardarlo. Ora.."
"..ora non è più così." Dissi senza parlare, con una voce ricca di comprensione, e forse Demi lo notò.
"Esatto. Non è più così." Mi guardava di sottecchi attraverso lo specchietto interno della macchina, percepivo il suo sguardo come si aspettasse che io dicessi dell'altro.
"Qualcuno mi ha completamente confuso" continuò, osservando il mio continuo silenzio "e ora per colpa sua.. non amo più la persona che riusciva a rendermi felice."
"Colpa?" il mio cuore stava accelerando. E se ero io? Si era innamorata di me?
"Sì, colpa. E' colpa sua se ora non riesco più ad essere felice."
"E.. perché?" Oh mio Dio, non riuscivo a crederci. La stavo rendendo infelice? Io poi? Era impossibile.. lei non mi amava.
"Perché sembra cerchi di far qualsiasi cosa per prendermi in giro. Mi sto sentendo una fottuta illusa che non sa nemmeno in cosa sperare." Si era voltata con gli occhi ricchi di rabbia repressa e Dio in quel momento mi parve davvero bellissima. Quegli occhi castano chiaro stavano diventando lucidi e quelle labbra serrate per evitar di piangere mi attiravano parecchio, ma non mi mossi. Le guardai, finché lei non girò lo sguardo, continuando a guidare. "Sono davvero un'idiota" pensai e senza dir nulla, iniziai ad osservare la strada di fronte a noi, che si avventava decisa verso la macchina, o forse era il contrario. Il cielo era scuro e tutte le luci di quella meravigliosa città mi impedivano di ammirare la cupola stellata dalla quale eravamo tutti protetti.
Eravamo appena arrivate alla villa, e non appena Demi parcheggiò la macchina nel garage, aprì la portiera della costosissima auto, ed uscì sbattendola. La vidi correre verso la porta che portava in casa, con l'avambraccio in orizzontale vicino al volto.
Io ero inchiodata lì dentro, avevo la mente troppo impegnata nei miei interrogativi perché potesse ordinare alle mie gambe di sollevarsi ed uscire dalla macchina. Ero io? Demi si era innamorata di me? Questo spiegava il bacio.. no, non poteva essere. O sì?
La mia testa era troppo, troppo incasinata, non ci capivo più niente. Quando entrai in casa mi diressi verso la mia stanza. Sentii dei singhiozzi provenire dalla camera affianco alla mia. Demi stava piangendo allora. Dovevo andare lì? E se ero io il problema? Voleva farsi consolare dall'origine delle sue lacrime? Una semplicissima ed ovvia osservazione passò per la mia mente: se mi amava, ed io l'amavo, perché non potevo andar lì, abbracciarla, baciarla e stare con lei? Fu così che avanzai verso la maniglia, la feci ruotare ed entrai.
"Vattene!" mi urlò, con la faccia immersa nei cuscini, sapendo già fossi io. Non l'avevo mai vista così e sentii un forte dolore al petto. Mi avvicinai piano al letto.
"Vattene cazzo!" ora aveva si era alzata a sedersi e potei vedere tutto il dolore che le sovrastava il viso.
"Perché stai così?.." avevo smesso di avanzare, lei era seduta lì davanti a me ed io ero rimasta all'in piedi.
"Perché?! Per colpa tua sto così ogni giorno!" io la guardavo terrorizzata mentre lei si accasciava di nuovo sul letto, continuando a piangere. Non ce la feci più, e corsi da lei. Mi stesi di fronte a lei e l'abbracciai forte, ma davvero davvero forte. Lei subito mi strinse a sé, e rimanemmo così, finché non sentii più alcun singhiozzo.
Quando allontanai leggermente il viso per guardarla, notai i suoi occhi rosso fuoco, e mi fece una grandissima tenerezza. Stava male per colpa mia, perché mi ero comportata da grandissima stronza. Le sorrisi, per consolarla, per dirle che io ero lì e ci sarei stata sempre, e forse lei lo capì e sorrise a sua volta. Eccolo, il sorriso più bello del mondo.
"E' tutto così.." iniziò improvvisamente lei.
"Tutto così..?
"Imbarazzante." Ci guardammo per un attimo, ed entrambe scoppiammo a ridere.
"Sei un'idiota." Dissi io, tra le risate.
"Non sono io quella che affoga i dispiaceri nell'alcol." E riprese a ridere, mentre io finsi di fare l'offesa.
"Beh, chissà perché, ma i miei dispiaceri riguardano sempre te." Avevo una voce strana, un po' maliziosa, e lei lo capì.
"Io sono i dispiaceri di tutti, mia cara." Esclamò con vanto, ed io le tirai improvvisamente una cuscinata in faccia. Lei spalancò bocca ed occhi, come a dire "ora è guerra" ed infatti guerra fu.
Sembrava stesse nevicando dentro casa, con tutte quelle piume che coprivano ogni cosa, letto, mobili, tappeto, persino noi due. I cuscini diventavano sempre più leggeri, ma non ci importava, ci stavamo divertendo troppo.. troppo da non accorgermi che ero sul bordo del letto, e caddi. Fu come vivere un déjà vu, solo che questa volta fui io a tirar giù Demi dal letto. Ci ritrovammo nella stessa posizione della mattinata prima, solo che ora era notte e ad illuminare il volto di Demetria non era più il sole, ma un grandissimo lampadario.
"Questa scena l'ho già vissuta." Disse scherzando Demi, ridendo leggermente.
"Io la ricordavo leggermente diversa." Risposi io, gesticolando per far notare il fatto che ora quella che stava sotto ero io. Ci stavamo guardando negli occhi, ed il suo sorriso scomparve.
"Sei davvero una grandissima stronza." Disse.
"Io? Che ho fatto?"
"Che hai fatto? Mi hai fatta innamorare della mia migliore amica, ecco che hai fatto." E detto questo avvicinò il suo viso al mio tanto rapidamente da non farmene accorgere nemmeno. La sua lingua invase presto la mia bocca e sapeva di.. felicità. Sì, ero felice e anche lei lo era. Passarono un paio di minuti, poi sentii il rumore di un mazzo di chiavi cadere sul pavimento. Demi si staccò subito ed io guardai nella sua stessa direzione. Jake ed Emma erano lì a fissarci, entrambi sconvolti.
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Ciò che vorresti non è mai ciò che ottieni
Fanfiction#449 in fanfiction 08/09/18 #542 in fanfiction 03/09/18 Fanfiction | Demi Lovato Mary è una ragazza semplice, che lotta da anni per ottenere una sua indipendenza, da tutto e da tutti. Sarà proprio la cantante di successo a farla diventare dipendente...