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'Yoongi pov'


Ricordo come fosse ieri quella sera,quando il telefono squillò,portandoci via in un attimo il sorriso,la leggerezza,la voglia di vivere.

Ricordo il suo viso,l'orribile maschera di dolore in cui si tramutò e che alterò in modo permanente i suoi dolci lineamenti.

Ricordo i nostri corpi,straziati dai singhiozzi,stretti l'uno all'altro,come se la vicinanza potesse farci sentire meno disperati. Come se potesse risparmiarci.

Li avevamo persi. 

Io mio padre,Jungkook sua madre. I nostri genitori,strappateci via da un ubriaco qualunque,troppo preso dietro i suoi viaggi mentali,per prestare attenzione alla strada.

Soli al mondo,senza nessuno a parte l'altro,abbiamo finito per aggrapparci a noi stessi,ad amarci e odiarci allo stesso tempo,a condividere le urla contro il destino infame e le lacrime.

Non avevo mai pianto davanti a nessuno.

Jungkook era stato il primo e l'unico e lo era stato per tante altre cose.

Dio che paura mi prese quella volta che lo vidi in bilico sul tetto di casa. Ero appena tornato dal lavoro e una volta imboccato il vialetto,l'avevo scoperto a giocare all'equilibrista.

Non ero un tipo atletico,ma spiccai lo stesso il volo per raggiungerlo in tempo e una volta afferrato per i fianchi,lo avevo letteralmente trascinato dentro casa e preso a schiaffi fino a sentire le mani bruciare.

Lui si era difeso debolmente,per poi abbracciarmi e giurarmi di non farlo mai più.

Ma tanto poi aveva trovato un altro modo per autodistruggersi e un altro e un altro ancora.

Prima l'alcool,poi il fumo e l'insonnia e ora gli incontri.

Mi sentivo svuotato a combattere una battaglia che sembrava persa in partenza,ma semplicemente non potevo arrendermi.

Lui era tutto ciò che avevo.

Lui era tutto il mio mondo.

Premio e punizione per i miei peccati.




Ennesima notte senza aver chiuso occhio. Ennesima notte ad aspettarlo al buio.

Ormai non cercavo nemmeno più di nascondere il vero motivo per cui passavo ore e ore nel silenzio del salotto,le orecchie dritte,pronte a catturare il più flebile suono.

Alcune volte il desiderio di averlo a casa mi torturava con vere e proprie allucinazioni uditive,complici la preoccupazione e il sonno mancato.

Come in quel momento.

Dopo un'attesa interminabile,mi sembrò di sentire il rumore delle chiavi nella toppa,ma a causa delle continue speranze disattese,non mi degnai nemmeno di muovermi.

Semplicemente rimasi immobile,sdraiato scomposto sul divano,un braccio a coprirmi gli occhi.

Passi pesanti si trascinarono fino a dove ero,terminati da un sospiro profondo.

"Cosa ci fai qui?" domandò la sua voce. Una nota triste ad abbassarne il tono.

Sorrisi,complimentandomi mentalmente con il mio cervello. Le allucinazioni erano migliorate tantissimo.Era la prima volta che riuscivo a parlarci.

"Aspetto Jungkook."

"Hyung..sono qui."

Sospirai e scossi leggermente la testa."Non è vero."

TAKING CARE-YOONKOOKWhere stories live. Discover now