Che fine ha fatto Alessia?

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Quando ero piccola adoravo giocare a nascondino. Non importava con chi, con mia sorella, i miei cugini, a volte succedeva anche con i pupazzi (guarda caso sapevo sempre dove erano), per me l'importante era divertirsi.
Adoravo quel semplicissimo gioco dove l'altro si nascondeva e tu, dovevi setacciare ogni angolo del luogo per trovarlo, e, quando riuscivi, partivi a correre, con il cuore a mille, le risate affannate, le gambe doloranti per arrivare, e gridare più forte che si poteva "tana! ".
Crescendo gli amici con cui giocare erano sempre meno e quindi ho cominciato a farlo da sola.
Il problema è che mi sono nascosta così bene che non so più dove io sia finita.
Ho cercato ovunque, nelle serrature, in ogni angolo, al buio, sotto il letto, negli armadi, nei negozi, dentro le scarpe, nei portagioie, in mezzo le pagine dei libri, nelle scatole... Ogni luogo che poteva venirmi in mente lo andavo ad esplorare per ritrovare quella mia parte ormai smarrita.
A volte mi illudevo di trovarla, ma mi rendevo poi conto che era solo un involucro somigliante alla mia figura.
Devo farmi i complimenti, sono proprio brava.
Mi ritrovo, allora, a gridare disperata il mio nome sperando invano di rivedere quella tenera parte infantile,quella parte di me.
Sono cresciuta in fretta, tra un corpo indesiderato ed un mondo fatto solo di fantasia; sono caduta, più e più volte e, mi solo rialzata anche quando pensavo fosse impossibile; ho costruito una mia colonna portante; ho conosciuto il dolore, quello vero,ma sono andata avanti.
Ma ogni giorno, indipendentemente da ciò che io stia facendo, mi fermo un attimo a fissare il vuoto e mi assale quel familiare senso di vuoto.
Ormai è lui il mio compagno di giochi.
Una parte di me mi ha abbandonata, penso non voglia farsi trovare appositamente.. Stare con me è difficile, ne sono consapevole.
"Stai tranquilla, ormai l'hai superata, non hai più bisogno di giocare" mi ripeto mentalmente.
Cazzate.
Sono così arrabbiata con me stessa, ho permesso di perdere quella spontaneità, quella voglia di esplorare, ridere, cantare e ballare che mi hanno sempre fatto capire chi sono e quanto valgo. Mi sono sempre distinta per il mio modo essere, purtroppo la maggior parte delle volte in senso negativo; ho sempre cercato le persone che si "nascondono", adoro trovarle e farle uscire da quel loro rifugio sicuro. Sapete, quando una persona lascia la sua "zona conforto" cambia radicalmente: ride con gli occhi felici, parla convinta del suo pensiero, agisce con cognizione di causa, ma soprattutto, sa chi è.
Lascerò mai tutto questo? Le mie emozioni hanno creato una bolla che rende ogni stimolo ovattato, non sono mai convinta delle mie scelte e le insicurezze mi logorano l'anima come se questa fosse un tizzone ardente.
Non so più chi sono.
"La colpa è solo tua, hai permesso che tutto questo accadesse" mi sibila una voce interna, "ma è stata lei ad andarsene" risponde sussurando un'altra.
"Ma che cazzo dici? Non esistono due parti distinte di te" risponde una quarta, "è tutto simbolismo, genio" aggiunge una quinta.
Ma seriamente? mi chiedo esasperata.
"Dopo questa chiuditi in un manicomio" dice l'ennesima vocina.
Okay, basta. Silenzio.
Sto delirando.
Non so cosa ho fatto per meritarmi questi pensieri.
So solo che non mi diverto più a giocare a nascondino.



Bedra gente, il prossimo capitolo vorrei dedicarlo al protagonista della mia vecchia storia (chissà chi è) per spiegare come le cose siano cambiate in questo luuungo arco di tempo..
Intanto volevo anche ringraziarvi per il vostro continuo sostegno e spero che la storia vi piaccia sempre più 💖💖

Pensieri di un' adolescente grassa (pt.2)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora