Terra

6 3 0
                                    

Tu.
Tra tutti sei il mio peggior fallimento, figlio della mia disattenzione.
Da sempre mi calpesti, e i tuoi passi si fanno sempre più gravi, giorno dopo giorno.
Ma a te era concesso, nella tua semplice complessità eri quasi divino: rimpiango le tue disperate corse ai rami più alti, rimpiango quegli insensati versi che emettevi coi tuoi simili, rimpiango il tuo stupore dinanzi alle mie forme, la tua paura.
Eri uno dei miei anelli preferiti, pur non avendo importanza superiore al resto della catena. Eri mediocre, ma perfetto.
Su di me, il tuo peso era più che sopportabile quando lo distribuivi in quattro punti; ti sentivo più vicino quando gattonavi, quando inciampavi nel cogliere i frutti più alti.
Dimmi, ora, meschino traditore. Con quale coraggio mi riconosci ancora come tua creatrice?
È stata questione di attimi, una dovuta distrazione, e tu già ti eri sollevato su un paio di zampe. Eri pesante, ed io iniziai a rendermi conto che quella pressione sarebbe solo cresciuta.
Mi hai usurpato, hai sputato sui miei frutti mentre te ne cibavi; hai preso tutto, anche ciò che non ti era destinato.
Calpesti un suolo sul quale non ti è mai stato concesso l'accesso, e te vanti.
Tu, lurido.
Ma qui sono io quella che ha sbagliato, quella che ha lasciato che ragionassi per conto tuo, quella che ti ha dato un dito ed è rimasta senza una mano. Ti ho sottovalutato solamente perché, alla fin dei conti, per me sei anche meno di un bambino. Un bambino capriccioso, che sempre più cerca e non impara mai nulla.
Ma certo, continua pure a prenderti gioco di me, a credermi inerme e passiva. Io ti ho assemblato, è stato il caso ad allontanarti.
Nel mio ostello non c'è più un letto per te, uomo, ma solo stanze colme di rancore e disprezzo.
Eri il mio fiore all'occhiello, ora sei la spina nel mio fianco.
A questo punto ti concedo tutto: divertiti, levati ogni sfizio che possa passarti per la mente e perdi altro tempo a fantasticare sul futuro coi tuoi simili.
In fondo.. sono semplicemente ciò che ti sostiene, che ti ciba, che ti disseta, e che riempie di luci e colori tutto ciò che ti circonda, no?
Sarebbe davvero un peccato se anche il caso smettesse di proteggerti... non mi resta che aspettare, proprio quí, sotto la valanga di schifo con cui mi hai sepolto, con cui credi di avermi fatta tacere.

Elemental OverdoseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora