Aria

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Era una tiepida oscuritá ad abbracciarmi in quei primi istanti. Il mondo era appena percepibile da lí, e le sue avversitá mi eran distanti e sconosciute come le dolci note lo son ad un abitante degli abissi.
I confini della realta eran ad una piuma di distanza dal mio innocente affanno, ma la pace mi permeava, si districava tra le mie esili protuberanze, era un'assaggio del vero regno dei cieli.
Ma come si è soliti dire, nulla dura per sempre:
Tutto ciò iniziò ad andarmi stretto. Ogni mio movimento iniziò ad esser seguito da un leggero scricchiolio. "Fermo" pensavo, "Stai per far crollar il mondo".
Ma ingigantirmi era più forte di me, e la breccia sovrastó il mio capo.
Luce fu, iniziò ufficialmente il mio cammino.
La vita che mi fu appena concessa era semplicemente sbalorditiva: il delicato tocco di quella sfera abbagliante, le fresche carezze di un incessante soffiare invisibile, il panorama concessomi da quella sicurissima altura, tutto era sublime.
Iniziai a scandire le giornate e notai come col tempo il mio corpo cambiava.
Diventai grande come la mamma, mi sentivo forte e pronto a tutto, o quasi:
Arrivò il grande giorno, quello del quale i miei mi parlarono sin da quando il mio becco somigliava ad un piccolo chiodo, quello del grande salto.
Avevo paura, troppa paura. Il terrore mi tarpava le ali come una morsa, ma ero determinato a farlo. La mamma mi guardò dolcemente, facendomi capire quanto fossi pronto e destinato a quello. Presi una piccola pausa ed infine lei mi diede una piccola spinta.
Precipitavo inerme, ed il suolo, che da sempre ero rimasto ad ammirare dall'alto per la sua bellezza, mi portò ad un terrore tanto grande quanto era la distanza che percorrevo.
Ad un tratto, l'illuminazione.
Distesi i miei arti il più che potei, e l'aria mi spinse come una salvifica forza divina.
Ero lí, nel cielo, libero come non mai, volenteroso di scoprire come fosse fatto il suolo vicino e lontano.
Ero felice. Talmente felice che, per un attimo, credetti di esser diventato come loro, un uomo, proprio come quello che dal freddo metallo, sovrastava tutto il mio cielo.

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