capitolo 4

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theo's pov

uscii dalla presidenza con un umore decisamente migliorato. la preside era stata davvero gentile e anche molto divertente, in più aveva detto che potevo fare quello che volevo, dovevo solo non mettermi nei guai. "Si certo, come no" dissi tra me e me mentre cercavo l'uscita. "No vabbè, cercherò di essere il meno io possibile, comunque la signora Martin era stata davvero carinissima, mi conterrò." pensai mentre girai un angolo e trovai di certo non una porta d'uscita. mi ero perso. perfetto direi. continuai a camminare avanti e indietro in modo molto esilarante, sperai non m'avesse visto nessuno, fino a quando vidi finalmente la porta e non solo. c'era una macchinetta del caffè ed un ragazzo vicino, che la stava praticamente distruggendo. "Carino" dissi ad alta voce, ma non troppo perchè mi sentisse, anche se credo che in quel momento non avrebbe sentito nemmeno un terremoto tanto era infuriato con la macchinetta. ma che cosa le ha fatto?

decisi di fare quello che avrei sempre fatto, provarci. tanto la preside aveva detto di non fare troppi danni. mi avvicinai verso di lui e vidi che aveva la mano sanguinante, e la sua presenza in qualche modo emanava rabbia e paura. decisi allora che c'avrei provato un'altra volta, o forse mai più, e chi l'avrebbe visto più, dall'altezza sembrava fosse del primo anno, e anche se notai che io ero più o meno alto quanto lui,  ma io ero basso, era un dato di fatto. mi avvicinai con lo sguardo sui tasti della macchinetta, e vidi un tastino verde con scritto "reset" a caratteri grandi. Ma possibile che non l'aveva visto?! Beh in realtà non si accorse nemmeno di me, fino a quando poggiai il dito su quel tasto verde, e lo vidi per un attimo sobbalzare, ma non ne ero sicuro.

"Riprova adesso, l'ho resettato." Mentre mi guardava perplesso e si girava per ripremere sul tasto della mh... cioccolata, lo guardai un ultimo secondo per poi avviarmi verso la porta, e quando uscii dalla scuola sospirai e dissi, forse un po' troppo ad alta voce "è così bello."

Mentre tornavo a casa, i miei pensieri erano fissi su quel ragazzo. era troppo bello, e troppo piccolo da poterci provare, di certo non volevo farmela con uno più piccolo. ma avevo bisogno di un ragazzo, era da troppo che non ne avevo uno, da quando me l'hanno diagnosticato.

c'avrei rinunciato, era la soluzione migliore, tanto probabilmente avrei cambiato scuola nel giro di poche settimane, e addio di avere amici o qualcosa di più.

girai l'angolo per parcheggiare la macchina nel vialetto di quella casa che qualcuno mi aveva affidato gratuitamente. le persone erano troppo buone e sdolcinate con me, sapevo vivere da solo. o almeno così avrei dovuto far vedere.

entrai in casa, e subito mi buttai sul divano, ero troppo stanco per stare in piedi un secondo in più.

"Le pillole, cazzo!" me ne ero completamente dimenticato. Mi alzai di scatto dal divano, e non fu la migliore delle scelte, perché mi girò la testa e per poco non caddi a terra. presi l'equilibro e aprii il frigorifero, presi le due scatole di pillole e ne ingerii una dopo l'altra. il dottore aveva detto così. 

ritornai su quel divano per rimanerci fino a notte fonda, chiudendo gli occhi e cadendo in un sonno profondo.

Mi svegliai il giorno dopo verso mezzogiorno, e non avendo niente da fare per quattro giorni decisi che avrei fatto un po' di servizi.

il primo giorno fu il più brutto, perchè decisi di mettere in ordine la casa e di fare la spesa. io, fare la spesa, certo. comprai solo schifezze, tra cui il cioccolato, e se nelle schifezze vogliamo aggiungerci le verdure, comprai anche quelle.

il secondo giorno andai in biblioteca a prendere dei libri che mi aveva consigliato la preside di prendere per la scuola, così almeno avrei iniziato subito le lezioni e non mi sarei trovato indietro col programma.

il terzo giorno, beh, feci una cosa di cui pentii in realtà, tornai a scuola, o almeno ci passai con la macchina e rividi in lontananza quel ragazzo del cioccolato. e si stava baciando. e si stava baciando con una ragazza. "Vabbè, dovevo aspettarmelo, e poi non me ne deve fregare" dissi in macchina, mentre stavo quasi per andare contro un palo. mi frenai di colpo e per fortuna non successe niente, almeno alla macchina, perchè sentii il mio cuore accelerarsi e non potevo permetterlo. aprii il finestrino e presi una boccata d'aria, che riuscì a calmarmi, ci volle un po', ma ripresi un battito costante e tornai a casa.

il quarto giorno era ormai arrivato. mi svegliai troppo presto per i miei soliti orari, ero troppo emozionato e troppo ansioso. e non era da me essere emozionato per andare a scuola, me c'era qualcosa in Beacon Hills che mi attirava, e seguire il mio istinto era sempre stato parte di me, così com'era parte di mia sorella, che ora è anche lei parte di me. a quel pensiero rabbrividii, ma subito mi ripresi e, dopo una lunga doccia, mi vestii e guidai verso la Beacon Hills High School.

arrivato davanti al cancello della scuola, vidi la preside correre verso di me, per prendermi sottobraccio e portarmi di nuovo nel suo ufficio.

"Bentornato Theo e Benvenuto nella Beacon Hills High School!" non feci a meno di sorriderle a trentadue denti. "Allora la campanella è in realtà suonata da un po', ma non fa niente, non conoscevi ancora gli orari e per questa volta sei perdonato. Ma mi raccomando le prossime volte, sii puntuale!" 

"Certo" le dissi sottovoce. in fondo ero spaventato. non so perchè ma avevo la sensazione che quella sarebbe potuta diventare la mia vera scuola, avrei potuto avere veri amici e la cosa mi spaventava, soprattutto se pensavo che da un giorno all'altro me ne sarei andato e mi avrebbero mandato in un'altra scuola.

"Allora ora ti accompagnerò davanti la classe e tu entrerai e poi il resto succedrà lì dentro. Andiamo che ho un sacco di cose da fare!" disse mentre mi prendeva sottobraccio e con un sorriso lampante mi conduceva verso la mia nuova classe. quella donna era davvero mostruosa, ma in senso positivo, non faceva trapelare nessuna emozione diversa da quella che le era stampata sul viso. io invece no, perchè pur sorridendo e parlandole allegramente durante il tragitto, quando arrivammo davanti la porta dell'aula, cambiò completamente espressione e mi disse "So che non sei pronto, ma ce la farai, ti aiuterò io e gli amici che incontrerai. Andrà tutto bene" e mi abbracciò, con quel calore che solo una mamma avrebbe potuto dare. ma di certo io non lo sapevo, quindi accolsi quell'abbraccio e la salutai, per poi entrare nell'aula. 

Era una stanza piuttosto grande, rettangolare, vi erano tre file da cinque o sei banchi ciascuna. erano una classe abbastanza abbondante, e giustamente io ero al primo banco. 
"Buongiorno a tutti" dissi con un filo di voce, ma mi sentirono solo le due professoresse che mi dissero all'unisono "accomodati pure Theo, a dopo le presentazioni."

feci come avevano detto loro e alzando lo sguardo verso l'altro vidi il mio compagno di banco, che in quel momento mi stava dando le spalle, intento a parlare con dei suoi amici. era lui. era quel ragazzo della macchinetta. la prima cosa che pensai fu "ah allora è basso anche lui" e un sorriso mi comparve sulla faccia. mi sedetti vicino a lui e mentre si girava, notai i suoi occhi, azzurri come il mare, un po' come i miei.

Gli dissi senza volerlo "Ciao ragazzo del cioccolato".

Mi tirò un pugno in faccia.





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scusate se vi ho fatto aspettare e scusate se non è bellissimo come capitolo.

spero vi piaccia. :)

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 07, 2017 ⏰

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