- QUOTIDIANITÀ' -

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E 'mattina. Una fredda e umida giornata di fine novembre. Sono le sette e cinquanta, il sole comincia a creare ombre sulle colline e sui monti che circondano la pianura. I primi raggi iniziano lentamente a scaldare le pozzanghere divenute di ghiaccio nella notte per le temperature rigide, l'erba coperta di un velo bianco comincia a riprendere il suo rigoroso verde lasciando una leggera brezza in ricordo dell'oscurità austera.  

Nell'aria si diffonde il melodioso suono del cinguettar degli uccelli, quei pochi che non si sono arresi al freddo, che hanno creato nidi sotto i porticati delle case e usciti in cerca di cibo per loro e per i piccoli appena schiusi da uova. Si ude il chiocciar delle galline chiuse nei loro ripari, in mezzo alla soffice paglia calda dove le uova ripongono, i cani dormono ai raggi raggi di sole dopo una notte svegliati in difesa del proprio territorio verso randagi cani pronti a razziare ogni cosa. Le prime finestre sono aperte, le prime macchine a percorrere le strette vie di campagna a moderata velocità per riscaldare i motori, le persone al suo interno ricoperte fino agli occhi da giubbotti, sciarpe e cappelli per combattere il freddo che ci si chiede come facciano a guidare conciati così senza quasi staccare le mani dal ghiacciato sterzo. 

I miei corridoi sono nel mio letto sotto al piumone, le calde lenzuola di flanella mi avvolgono mentre tutto intorno comincia a svegliarsi. Allungo alla cieca la mano verso il comodino sistemato alla destra del mio letto e spengo la sveglia impostata sul cellulare. Ritiro subito il braccio sotto le lenzuola per difenderlo dal freddo esterno. Il dolce odore del caffè che si insinua tra le porte e invade le stanze, arrivando lì sotto al mio naso creandomi quel senso di nausea mattutino che da tempo mi attanaglia lo stomaco. Il problema non è il caffè. Il problema sono io, i miei pensieri che spesso non mi lasciano dormire, l'angoscia mi pervade in tutto il corpo, mi abbandona al calar dei sensi in notte per poi ripresentarsi prepotente sul mio stomaco al risveglio. 

Cosa mi succede?

Perché sto così male?

Perché da quando la mia amicizia con Luigi finita mi sento un vuoto nella mia vita?

Certo è stato un rapporto particolare non era una semplice amicizia la nostra, era morbosa, ossessiva, ma non lo pensavo nel momento in cui la vivevo, ora dopo che mi ha trattato come il più difettoso degli estranei me ne rendo conto.

Cosa gli sarà successo? Perché mi ha trattato così indecentemente?

E soprattutto perché non riesco più a vivere serenamente dopo l'avvenimento?

Cosa è successo?

Cosa è cambiato? 

Domande su domande, punti interrogativi che non si risolvono. Cavolo sono le 8.30! Devo alzarmi, alle 9 devo essere in ufficio. Scopro lentamente il piumone, l'impatto con la fredda realtà non è delle migliori, rimango sul bordo del letto seduto per qualche istante, giusto il tempo di provare a trovare una giusta motivazione per alzarmi, ma di forza come senza vita  mi metto all'impiedi. Non è normale, penso, a 20 anni non posso essere così, mi devo godere ogni giorno come tutti i miei coetanei, eppure no! Non ci riesco. Qualcosa mi blocca. Vabbè, non penso, devo prepararmi!

Esco dalla stanza ancora buia con le serrande costantemente chiuse, adoro dormire nella totale oscurità, i raggi del sole filtrano attraverso la porta del lungo corridoio dove sono situate tutte le stanze del piano notte, quella calma e quella luce spezzano per un attimo i pensieri oscuri che mi attanagliano la mente. Spingo il pulsante della luce del bagno, entro dentro, senza nemmeno guardarmi allo specchio frettolosamente mi lavo la faccia e i denti, l'acqua non esce immediatamente calda dal rubinetto ma non ho la pazienza di aspettare che si riscaldi e così mi butto in faccia l'acqua fredda gelandomi per un attimo tutto il viso, "beh dicono faccia bene  l'acqua fredda contro le rughe e l'invecchiamento della pelle" penso, manco avessi 40 anni! Mi sistemo i capelli passandomi una mano da sinistra a destra come di solito faccio e mi dirigo di nuovo verso la mia stanza,sono sempre stato abbastanza fanatico sul mio aspetto esteriore, non curato nei dettagli, ma distinto si! Erano invece 10 giorni che non preparavo più nulla.

OCCHI VERDIWhere stories live. Discover now