Guardo la cartina geografica a pochi centimetri da me. Sembra strano, ma il mondo incomincia a starmi stretto.
Dopo quel lontano 16 luglio, giorno in cui Derek si suicidò, la mia vita non fu più la stessa: scappai via, girai molte città e feci in modo di far sparire le mie tracce.
Sono passati quattro anni e il mio nome non è più Lara Wesley, ma Audrey Reyese.
Adesso sono una barista di notte e una studentessa universitaria di psicologia di giorno.
Già, probabilmente avrei potuto decidere di tornare nella mia città d'origine, ma vi assicuro, questa è l'ultima cosa che voglio: vi sono troppi ricordi, troppi morti mai giustiziati, e inoltre credo che l'aria di quella città potrebbe finire per soffocarmi.
In questi ultimi anni ho imparato ad amarmi, e potrei affermare di non essere più la ragazzina ingenua di un tempo, bensì una sorta di sopravvissuta.
Abito in una caotica New Orleans e definisco questa città fantastica, ma, la cartina geografica davanti a me suggerisce di andare via nuovamente e per qualche oscura motivazione credo che abbia ragione.
Così, decido di segnare con una "x" le Hawaii.
Guardo la vecchia "x" sulla città di New York e un senso di angoscia mi assale: quella sarebbe stata la città nella quale sarei andata a vivere con Derek, se le cose fossero andate diversamente.
Ma non lascio vincere l'angoscia, per cui, decido di indossare gli anfibi e il cappotto di pelle, per poi dirigermi verso il quartiere francese della città a piedi.
Vi sono un sacco di bancarelle piene di cose colorate, la musica per le vie attrarrebbe chiunque, credo proprio che questa città mi mancherà, ma forse, colui che mi mancherà di più sará....
-"Jacob!" Urlo per attirare l'attenzione del ragazzo tra la folla.
-"Oh, Audrey!" Mi da un bacio sulla guancia e io sorrido. Lui è un ragazzo fantastico, gli voglio molto bene e credo che anche lui lo faccia, ma di me non sa nulla, anzi... ho sempre mentito.
-"Cosa ne pensi di Seattle?" Chiedo con un falso sorriso.
-"Andrai lì?" Mi chiede con aria triste, i suoi occhi nerissimi mi guardano come se conoscessero giá la risposta.
-"Giá!" Mento spudoratamente, nessuno deve sapere dove andrò.
-"Ah..." La sua espressione entusiasta lascia spazio ad una un po' più triste.
-"Me ne andrò tra una settimana, per cui..."
-"Sì". Mi interrompe lui, sa già cosa sto per chiedergli. "Verrò ad aiutarti con i bagagli..."
-"Ti adoro!" Lo abbraccio, lui gira gli occhi. Inizialmente appare freddo, poi mi copre con un forte abbraccio.
Il suo capo ci interrompe con una finta tosse qualche minuto dopo.
-"Oh, mi scusi!" Molla la presa da me e rivolge uno sguardo alla fila di gente davanti a noi, la quale aspetta impazientemente di pagare le cianfrusaglie che ha in mano.
-"Forse è meglio che vada." Sorrido imbarazzata.
-"Beh, in effetti..." Porta lo sguardo su di me.
Io sorrido, e dopo avergli dato un bacio sulla guancia vado via.
Ritengo che, se quella fila di gente avesse potuto uccidermi, l'avrebbe fatto senza esitazioni.
Decido di girare un po' per il quartiere, così indosso degli auricolari e incomincio la mia lunga camminata, riscaldata dai raggi poco violenti del sole.
Tra un pensiero e l'altro, finisco per imbattermi contro una ragazza più o meno della mia età, con degli occhi assurdamente familiari.
-"Oh, scusami!" Esclama lei in preda alla disperazione a causa dei mille fogli precedentemente nelle sue mani, caduti a terra per via dello scontro.
-"Va tutto bene." Mi inchino per aiutarla a raccogliere i fogli.
-"Grazie." Dice lei, con l'aria un po' da snob, non appena le do l'ultimo figlio, per poi alzarsi e andare via. Sembra avere molta fretta.
Mi tiro su e la guardo andare via per poi perdersi in mezzo alla folla.
Decido di incamminarmi nuovamente ma qualcosa per terra attira la mia attenzione: un foglio che molto probabilmente apparteneva a quella ragazza.
Decido di prenderlo in mano e leggo "Hannah Manson".
Rimango sconvolta da qual nome.
Hannah Manson, la sorella di Derek!
Deve essere per forza lei, i suoi occhi ceruli lo confermano.
Decido di leggere il foglio e ricavo alcune informazioni:
-frequenta il corso di criminologia;
-é del terzo anno;
-il suo prossimo corso sarà tra due giorni in un luogo poco lontano dal mio appartamento.
Il fato mi ama.