Lucas Reece Hellings, Malibù.
Avete presente i bambini a Natale? Quella strana agitazione che ti toglie il sonno e ti lascia un tremendo formicolio alle mani?
Mi sento proprio così. Eh no, la doccia fredda non ha aiutato per niente.
Lei in bikini. Lei addosso al muro del locale. Lei ansante. Lei che stringe le sue gambe intorno a me. Lei che arrossisce. Lei che geme sulle mie labbra. Lei che perde il controllo. Lei che sorride. Queste immagini si susseguono costantemente e senza sosta nella mia mente. Fatico a trattenere l'erezione.
Devo concentrarmi, perché sono in costume e sarebbe alquanto evidente. Faccio un respiro profondo. Cerco di pensare ad altro. Stiamo scendendo in spiaggia, ovviamente i ragazzi erano entusiasti della proposta di Bea. Tralasciando i commenti poco casti di Aiden, un cazzo di depravato.
Saranno ormai le nove di sera, il mio stomaco brontola in attesa di essere rifoccillato e la mia testa sta già viaggiando a quando la rivedrà, e no.. non solo quella.
Ho sempre amato Malibù, è sempre stata una delle mie città preferite qui in America.
Appena sono arrivato cercavo una spiaggia che mi facesse sentire a casa.
Peccato che casa mia era a chilometri e chilometri di distanza, in Australia. Ho trovato questo scorcio di paradiso uno dei primi giorni di scuola, quando ho saltato lezione perché il dolore che sentivo al petto non riusciva ad essere ignorato.
Lei non lo sa, non lo sa quanto mi è mancata.
E lei non lo sa che questo posto l'ho fatto inserire personalmente appena ho saputo che lei sarebbe partita con me.
Perché era qui che mi sedevo ogni volta che volevo sentirla più vicina. Perché io quella promessa non l'ho dimenticata.
«Vado a Los Angeles» ripeto di nuovo, non riesco a guardarla negli occhi. Non c'è la faccio. E sono arrabbiato, incazzato nero. Perché è tutta colpa di mio padre. Sto perdendo tutto per colpa di quel bastardo. Prima Alex, ora Bea.
Ma questo a lei non posso dirlo. Ho mentito, anche a lei. Perché non avevo altra scelta.
Ed è così frustrante mentire a chi ami. Una fretta mi stringe al petto appena sento la sua voce.
È cosi debole. La sento spezzarsi. Non solo la voce, anche lei.
«Quando?»
«Due settimane»
Sento il suo corpo sussultare, o forse sono io. Le mie lacrime si mischiano alle sue mentre la stringo a me.
Come si stringe qualcuno che non si vuole lasciare andare, mai.
Era la seconda vola che piangevo.
Ci siamo addormentati così. Abbracciati l'uno all'altro sul legno duro di quella casetta. Sentivo gli occhi pesti mentre li riaprivo piano, con una lentezza estrema.
Il suo corpo era scosso da tremiti, era sveglia.
«Era solo un incubo?»
No cazzo, non lo era.
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Nowhere
RomanceI "Sonorous" sono una band americana di successo, la fama mondiale li ha avvolti da ormai qualche anno, e quando indicono un concorso per cercare una band di supporto, sembra essere l'occasione giusta per gli "Hiraeth", una band australiana conosciu...