Nowhere

19. Parlare da sola come nuova specialità olimpica.

Bea Lisa Walker, Irvine. 

L'espressione che ha sul volto è da vero beota, ma se si aspetta che lo baci si sbaglia di grosso.

«Stai sbagliando direzione» sussurro a un centimetro dalle sue labbra.

«Eh?» un cipiglio confuso si forma sul suo volto.

Scoppio a ridere. Non perché faccia effettivamente ridere ma perché ho tremendamente bisogno di togliermi da questa situazione imbarazzante. È gia frustrante il fatto che io sia aggrappata a lui. 

Gli ho dimostrato che mi fido di lui, almeno un po'. 

Non del tutto. Non starei andando nell'acqua alta se non fosse per lui.

Il modo in cui sono aggrappata a lui è assolutamente imbarazzante. Ma sto bene così. Mi sento.. protetta. Ed è ancora più snervante.

La mia risata fa placare qualsiasi ormone fosse in circolo nelle sue vene in quel momento. Solleva il capo e capisce ciò che intendevo dire.

Stava avanzando nella direzione opposta rispetto agli altri.

Sbuffa, visibilmente infastidito prima di voltarsi e nuotare appena (per quanto gli sia posssibile con me addosso) verso gli altri.

Nia mi guarda ammiccante, alludendo alla mia posizione da Koala. Quel piccolo vulcano l'ha fatto apposta. Sapeva benissimo che o a. Lucas non mi avrebbe mai lasciato sola o b. sarebbe finita proprio così.

Me aggrappata a lui come qualsiasi groupie fastidiosa e desiderosa di portarmelo a letto.

Io ho solo gli ormoni leggermente scombinati, questo non vuol dire che io non veda l'ora di finirci a letto. Tutto il contrario.

Devo starci proprio lontano.

Magari non in questo momento che sono in mezzo all'acqua alta, ecco. Ma d'ora in poi sì.

È un patto che ho fatto con me stessa qualche ora prima, appena dopo che avevo desiderato che mi baciasse fuori dalla camera di Cale. Appoggiati al muro, di nuovo.

***

In questi giorni sono stata bravissima a mantenere il patto, impeccabile oserei dire. Non sono mai rimasta sola con Lucas e non ci sono mai stata sola a pochi centimetri, che è già un gran risultato.

Nel momento esatto in cui siamo ritornati in un punto in cui riuscivo a toccare anche io con la mia altezza da gigante mancato mi sono staccata da lui. Ma staccata staccata.

Ero sempre dalla parte opposta, il più lontano possibile da quegli occhi azzurri.

Occhi che sentivo costantemente addosso ed è stato difficile non voltarsi e incontrarli. 

Qualsiasi cosa stava nascendo deve essere troncata qui. È già difficile guardarlo e non pensare a come mi ha abbandonato. Figuriamoci pensare di averci un flirt e intanto vederlo divertirsi con tutte le groupie arrapate che gli passano sotto il naso. 

Il mattino dopo quel mio fantomatico patto siamo partiti alla volta di Irvine, dove ci aspettava un concerto al "Meadous Ampitheatre". È andato ancora meglio del primo, ance se l'agitazione era anche peggio.

Ho evitato gli sguardi di Lucas, e anche le sue parole di conforto. Annuendo appena. Mi sono sentita una vera stronza ma ehi, un po' se l'è meritato.