Capitolo 7

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- Tesoro puoi venire un attimo? - disse Marie richiamando l'attenzione di Louis.

Il ragazzo si congedò dai suoi amici, con i quali stava chiacchierando e si avvicinò alla donna che era sola in cucina.

- Dimmi Marie - esclamò curioso.

- Louis, tesoro. Tra poco meno di un mese compirai diciotto anni. Sai cosa significa? - annunciò la signora con una stretta al cuore.

- Lo so - abbassò la testa il giovane. Lo sapeva bene, infatti. La casa poteva ospitare i ragazzi fino a che avessero compiuto la maggiore età. Era la legge. - Ho messo da parte qualche soldo con il lavoro in pizzeria, potrò affittare una camera nei dintorni. Magari vicino la scuola. - Louis aveva cominciato a lavorare come fattorino in una pizzeria pochi giorni dopo aver compiuto sedici anni. Voleva essere indipendente ed essere libero di comprare qualcosa di speciale per Marie e soprattutto per Harry.

- Marie non posso lasciarlo qui. Lo voglio con me. - continuò il castano, guardando quella che era stata sua madre negli occhi.

- Non è così facile, piccolo. Lo sai. Sono io ad avere la responsabilità. Non posso scaricarle su di te. Harry ha solo sedici anni - rispose apprensiva la donna, accarezzandogli dolcemente una guancia.

- Sai bene che mi prenderei cura di lui! - esclamò il ragazzo deciso.

- Certo che lo so, ma sai cosa significa mantenere una casa? Dovreste lavorare entrambi, le spese sono tante: l'affitto, il cibo, le bollette e gli svaghi. Non credere che sia facile. Questo per te è l'ultimo anno al liceo, non vorresti frequentare l'università? So che la tua aspirazione non è quella di consegnare pizze per il resto della tua vita. - spiegò calma Marie.

- Vorrei farlo, Marie. Potrei chiedere una borsa di studio. E continuare a lavorare durante i tre anni di università. Potrei farcela. Ed in questo modo, quando tornerei a casa, non troverei delle stanze vuote e fredde, ma magari troverei un ragazzo riccio che si è addormentato sul divano perché voleva aspettarmi sveglio. - fantasticò il castano con occhi sognanti.

- Ne hai parlato con lui? - chiese allora la signora, felice del bene che si volessero quei due.

- Gli ho accennato qualcosa, ma nulla di ufficiale. Ho paura che mi dica di no. Che magari creda che i sacrifici che dovremmo fare non ne valgano la pena. Non voglio forzarlo, potrei fare anche tre lavori per farlo felice e dargli tutto quello che gli serve e che sogna. Non m'importa. L'unica cosa è che lo voglio accanto a me. Sempre. - pronunciò un po' triste il giovane.

- Sei un ragazzo d'oro, Louis. - lo abbracciò teneramente Marie, accarezzandogli piano i capelli. - Non ti dirà mai di no. Io spero solo che non sia troppo pesante per voi due. Ho paura a lasciarvi da soli, così, in balia della realtà. Mi sento tanto una mamma chioccia adesso. - ridacchiò la donna sciogliendo l'abbraccio, ma mantenendo la presa sulle spalle di Louis.

- Mi stai dando il tuo permesso, Marie? - domandò quello pieno di speranza.

- Ti sto dando il mio permesso, tesoro. - affermò quella. - Ma sappi che io sono sempre qui. Non vi abbandonerò mai. Se avrete bisogno di me, sarò sempre disponibile. Anche solo per parlare o per bere una tazza di te.

- Sei meravigliosa Marie. - la abbracciò ancora il più piccolo. - E comunque non potremmo mai dimenticarci di te.

- Non ho mai detto questo! - si difese la donna.

- Ma l'hai pensato - sogghignò il castano.

- Tu mi conosci troppo bene, Louis. - ridacchiò quella.

- Ti voglio bene, Marie - annunciò il ragazzo guardandola negli occhi.

- Anche io, tesoro. - rispose quella e lo strinse ancora un po' al suo petto.

Sarebbe andata bene.
Ora Louis avrebbe solo dovuto dirlo ad Harry.

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