Capitolo 8

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- Dio mio Louis, tu vivi di seghe mentali! - sbuffò Zayn guardando il suo amico fare su e giù per la sua stanza. Pensava che se avesse camminato un altro po' avrebbe creato un solco e sarebbe sprofondato direttamente nella cucina. Gli sarebbe tornato comodo, magari avrebbe messo uno scivolo.

- Sono solo preoccupato, Zee! E poi non so come dirglielo! - interruppe le fantasie da interior designer del moro.

- Diglielo e basta. Sa già che dovrai andare via dopo i tuoi diciott'anni. Magari sta anche male perché pensa che non vi vedrete più tanto spesso. - suggerì il corvino, giocherellando con il cellulare.

- Oddio! Forse pensa che lo trascurerei! Sono una persona orribile! - sproloquiò il castano, non fermando mai la sua camminata senza senso. A Zayn stava venendo il mal di mare.

- Ed ecco che le seghe mentali ricominciano! Ti fai più problemi di una ragazzina protagonista di una serie tv scadente - sbuffò l'amico dal letto.

- Devo dirglielo! Ora! - annunciò deciso Louis, fermando i suoi piedi.

- Dio ti ringrazio! - esultò il moro, agitando le braccia al cielo. - Che stai aspettando? Vai!

Louis lasciò la casa dell'amico in un batter d'occhio e si precipitò in biblioteca, dove sapeva fosse Harry, impegnato a studiare o a leggere. Lo trovò seduto ad un tavolino in disparte e si mise alle sue spalle, senza farsi vedere e coprendogli gli occhi con le sue mani piccole e fredde.

- Indovina chi sono? - gli sussurrò nell'orecchio.

Harry si scostò le mani dal viso e, voltandosi, sorrise raggiante.

- Lou! Che ci fai qui? - gli domandò mostrando le fossette che gli solcavano le guance.

- Avevo voglia di vederti - rispose semplicemente il maggiore. - E poi avevo bisogno di parlarti.

Lo sguardo del riccio divenne curioso.

- Fammi sistemare le mie cose ed andiamo da qualche parte a parlare, sì? - gli chiese, quindi.

- Sì.

Harry raccolse i suoi libri e le sue penne, sistemando tutto nel suo zaino. Si sentiva un po' nervoso, a dir la verità, perché non sapeva di cosa avesse voluto parlargli il suo migliore amico.

- Andiamo in quella caffetteria che fa quei bon bon speciali? - propose il più grande, camminando accanto all'amico giù per le scale della biblioteca.

- Sì, ti prego! - rispose il riccio, pregustando già il sapore di quei deliziosi dessert.

Camminarono per un po' fianco a fianco per le strade di Doncaster che stava diventando sempre più fredda con l'imminente arrivo dell'inverno.

Presero posto ad un tavolino accanto all'enorme vetrata che circondava il locale, che sembrava la sala da tè di una vecchia zia che incontri solo a natale. L'atmosfera era casalinga e calda, permettendo ai due di sfilarsi i cappotti e godersi un po' di tepore.

Ordinarono due tè bollenti e una decina di bon bon: quei dolcetti erano una droga, e quel locale ne aveva di tutti i gusti!

- Di cosa mi volevi parlare, Lou? - introdusse l'argomento il più piccolo, staccando la tazza dalle sue labbra.

Louis si prese ancora qualche momento prima di rispondere, facendo crescere il nervosismo del riccio.

- Andiamo a vivere insieme! - lanciò la bomba il maggiore, per poi sgranare gli occhi all'idea di come aveva affrontato la cosa e dimenticato il lungo discorso introduttivo che aveva preparato nel tragitto da casa di Zayn alla biblioteca.

Harry restò in silenzio per un po' con una faccia interrogativa.

- A fine anno compirò diciott'anni, Harreh. E sai che non posso più restare in orfanotrofio. Con i soldi del sovvenzionamento statale e quelli che ho messo da parte con il lavoro in pizzeria, potrei affittare un appartamento. Il fatto è che vorrei che tu venissi con me. - rivelò finalmente Louis.

- Ma, si può fare? - domandò ancora confuso il più piccolo.

- In realtà ho chiesto a Marie e lei mi ha dato il suo permesso. - continuò il castano guardandolo negli occhi.

- Oh - disse solo il riccio.

- Non devi darmi una risposta adesso, Harreh. So che è una cosa grande. È impegnativo. Dovremmo lavorare per mantenerci. Tu potresti stare ancora due anni con Marie e gli altri. Ricorda che è solo una proposta, non voglio obbligarti a fare nulla. - disse Louis allungando una mano sul tavolo ed andando a stringere quella dell'amico abbandonata sulla superficie.

A Harry quello sfioramento servì per riprendere il contatto con la realtà. Strinse a sua volta la presa ed alzò gli occhi dalla sua bevanda ormai fredda, incastrando lo sguardo con quello spaurito del castano.

- Questa è la proposta migliore che qualcuno mi abbia mai fatto - sorrise quindi il riccio.

- Dici sul serio? - domandò sorpreso il maggiore, sentendo un grosso peso volare via dal suo stomaco. Le sue spalle si rilassarono visibilmente ed il suo viso si rallegrò veloce.

- Certo che dico sul serio, Ui! Mi piacerebbe davvero vivere con te - gli accarezzò il dorso della mano quello.

- Davvero, davvero? - chiese il maggiore fissando i suoi smeraldi.

- Davvero, davvero.

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