L'INCUBO.

505 28 14
                                    


Mi svegliai di soprassalto in un bagno di sudore. Diedi un'occhiata all'orologio e mi resi conto che erano ancora le 06:15 di mattina. Odiavo svegliarmi così presto, specialmente quando i miei incubi ne erano la causa. Fino a qualche mese fa sembravano essere spariti ma in quel momento erano ritornati e questo un po' mi spaventava. Dato che mi ero svegliata così presto, ne approfittai per andare a farmi una doccia per rinfrescarmi e per poter distogliere i miei pensieri da quegli incubi. Mi scrollai di dosso le coperte alzandomi per prendere l'intimo, lo posai sul letto e mi recai in bagno. Con il freddo dell'acqua, sentii i muscoli rilassarsi e gli incubi allontanarsi sempre di più.
Un un quarto d'ora dopo, presi un asciugamano per avvolgermela attorno e un'altra da mettere in testa. Presi la spazzola dal cassetto e la passai trai capelli sciogliendo tutti i nodi che si scontravano con le setole, successivamente accesi il phone e mi asciugai i capelli.
Finii di asciugarli una quarantina di minuti più tardi e subito dopo decisi di truccarmi un po'. Misi il mascara per allungare le ciglia ed ingrandire i miei occhi scuri, un correttore per le occhiaie, un rossetto rosa e infine tornai in camera per vestirmi.
La scuola era ricominciata da poco e faceva ancora caldo quindi optai per degli jeans neri, una blusa bianca con le maniche che arrivavano al gomito, la giacca di pelle nera e le mie adorate converse basse. Davanti allo specchio, notai quella maledetta cicatrice sulla mia spalla destra spuntare fuori dalla blusa.Fu la prima di tante altre, l'inizio delle mie sofferenze, l'inizio dell'inferno, l'inizio dei miei incubi. Il suono della sveglia mi distolse dai miei pensieri spiacevoli. La spensi, coprii per bene la cicatrice e presi la borsa con le borchie e l'iPhone.
Scesi in cucina buttando la borsa sul pavimento, e mi preparai una tazza di latte. Mentre aspettavo che il latte si scaldasse mi arrivò un messaggio.

Da: Rebecca.
Buongiorno Van, pronta a fare baldoria stasera?

A: Rebecca.
Buongiorno Reb, sono prontissima per fare baldoria ma non posso dire lo stesso per il regalo. Che ne dici se dopo la scuola mi aiutassi a decidere cosa regalarle?

Da: Rebecca.
Van, la maggior parte delle persone vanno a quella festa solo per divertirsi e senza portare regali.

A: Rebecca.
Reb, sai eravamo molto legate. Non voglio andare a mani vuote a quella festa.

Da: Rebecca.
E va bene... ma ricordati che io e Cathy continueremo a non sopportarla. Ora devo scappare, ci vediamo a scuola.

A: Rebecca.
Okay, ci vediamo a scuola.

Il microonde suonò, posai il cellulare sul marmo e presi la tazza soffiandoci all'interno per raffreddare leggermente il latte. Iniziai a sorseggiare il contenuto mentre dalle scale udii dei passi.
<<Buongiorno tesoro>>, mia mamma entrò sorridendo e annodandosi la cintura color porpora della camicia da notte.
<<Buongiorno mamma>>, le risposi ricambiando il sorriso e andandomi a sedere.
<<Già pronta?>>, domandò cominciando a preparare il caffè.
<<A quanto pare, sí>>.
<<Strano...di solito a quest'ora stai mettendo sottosopra il tuo armadio>> rise buttandosi i capelli castani dietro le spalle.
<<Non è affatto vero>>, risi dopo di lei. Adoravo quando si svegliava così di buon umore. Solitamente si alzava sempre di fretta per colpa del suo lavoro da giornalista e anche un po' per colpa del suo essere ritardataria. Le somigliavo molto, specialmente in fatto di essere ritardataria. Entrambe avevamo le labbra molto carnose, gli occhi dello stesso marrone scuro e lo stesso valeva per i capelli.
Mia madre era di origini messicane. Lasciò la sua famiglia in Messico per inseguire una sorte di cosiddetto "sogno americano". Fare la giornalista di moda.
Inizialmente subì molti commenti spiacevoli sulla sua altezza, dicendole che era troppo bassa per lavorare e fare qualsiasi altra cosa per una rivista di moda ma il tutto non durò moltissimo grazie al suo capo editore, Dan Spencer. Le disse che non gli interessava nulla dell'aspetto fisico ma gli interessava solo che qualcuno scrivesse un articolo sui pantaloni a zampa di elefante che stavano spopolando, se non ricordavo male, e che sarebbe finito in prima pagina. E lei lo accontentò guadagnandosi non solo l'articolo ma anche il posto di lavoro in uno dei giornali di moda più importanti degli Stati Uniti.

A STEP AWAY FROM YOU.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora