SCOMPARSA.

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Rebecca era arrivata poco dopo che avessimo staccato al cellulare, senza riuscire a dire una sola parola. Eravamo ancora sotto shock per realizzare l'intera faccenda.
In quel silenzio le uniche cose che si sentivano, erano i nostri respiri ed il rumore della preoccupazione.
<<Perché mai dovrebbero rapire Cathy? Chi avrebbe dovuto rapirla?>>, Rebecca interruppe quel silenzio tombale creatosi attorno a noi.
<<Non lo so>>, dissi con riluttanza.
<<Dovremmo avvisare la polizia>>, si morse nervosamente le labbra continuando a fissare il manubrio della macchina.
<<Dobbiamo aspettare, Reb>>.
<<Per quale motivo? Cathy non è scappata, è stata rapita. Quindi non vedo perché non chiamare immediatamente la polizia>>, gesticolò nervosamente.
<<Perché ho la strana sensazione che  questa situazione, sia collegata in qualche modo a me>>.
Reb si voltò verso di me  evidentemente confusa.
<<Ho trovato un bigliettino sulla porta quando sono arrivata>>, glielo mostrai e lei lo lesse.
<<Adam ha trovato all'interno del suo armadietto una foto. Ritraeva me e Chad mentre ci baciavamo -la prima volta che siamo usciti- ed era firmata con lo stesso faccino che è presente su quello>> dissi con un cenno. <<Credo che Cathy sapesse qualcosa che non doveva sapere. Oppure che abbia visto qualcosa che non doveva vedere>> dissi poco dopo, pensando che forse era quella la ragione per cui voleva incontrarmi.
<<Hai idea di chi possa essere stato?>>, mi restituì il bigliettino.
<<Non ancora>>.
Non volevo pronunciare quel nome. Non prima di avere la certezza che fosse stato veramente lui.
Poteva negare quanto voleva, ma io sapevo che tramava qualcosa.
<<Per caso, hai lasciato la porta come l'hai trovata?>>.
<<Si, perché? Pensavo che tu fossi convinta di non voler entrare lì dentro>>.
<<Se dobbiamo trasformarci in investigatrici, senza richiedere ancora l'aiuto della polizia, meglio entrare in casa e coprire la scena del rapimento>>, spiegò cercando di sdrammatizzare.
<<Hai ragione, andiamo>>.
Scendemmo dalla macchina in contemporanea ed entrammo in casa di Cathy.
Il candeliere era ancora dove era stato lasciato.
Rebecca parve più spaventata di me alla vista di quella macchia di sangue.
<<Spero che sia stata l'arma con cui si sia difesa>>, si chinò a raccoglierlo solo con indice e pollice.
<<Lo spero anche io>>, lo afferrai portandolo in cucina per sciacquarlo sotto al rubinetto.
Lo asciugai con lo strofinaccio e lo riportai in salone, dove intanto Reb aveva messo in ordine i cuscini che stavano sul divano. Presi la candela quadrata rossa che odorava di ciliegie e la poggiai al di sopra del candeliere, rimettendolo sopra il tavolino di legno.
Ci accertammo che non ci fosse nulla fuori posto e sgattaiolammo fuori da quella casa per le brutte sensazioni che iniziava ad emanare.
Chiudemmo la porta sbalzando entrambe per colpa del mio cellulare che squillò.
<<Hey mamma>>, risposi esclamando con un po'di entusiasmo.
<<Ciao tesoro, come stai?>> disse con più entusiasmo di me.
<<Benissimo mamma, e tu? Come sta andando la vacanza?>>.
<<Piuttosto bene, ci stiamo rilassando davvero tanto>> -sospirò- <<peccato però che io abbia avuto un emergenza di lavoro, ciò significa che domani tuo padre tornerà a casa mentre io dovrò prendere l'aereo per San Diego>>.
<<Oddio, mi spiace mamma. Non c'è nessun altro che potrebbe sostituirti in questa urgenza e finire di goderti questa settimana con papà?>>, domandai dispiaciuta.
<<Certo che potrebbe esserci qualcun altro, però non sono ancora pronta a farmi licenziare>> scoppiò a ridere.
Risi alla sua battuta dimenticando per qualche momento quello che stavo vivendo prima di ricevere la sua chiamata.
<<Comunque, il volo di tuo padre è previsto per domani pomeriggio. Manderò un messaggio sia a te che a Daniel, non appena saprò l'orario. Adesso stacco tesoro, mi manchi tanto>>, la sentii mandare dei baci.
<<Tutto chiaro! Mi manchi anche tu, ciao mamma>> ricambiai i baci e staccammo.
Posai il cellulare nella borsa ed entrai in macchina.
<<A quanto pare questa settimana che mi sembrava infernale, è finita prima del previsto>>, spiegai a Reb che già si era accomodata in macchina.
<<Come mai?>>.
<<Mia madre ha avuto un contrattempo con il lavoro ed è costretta a partire per San Diego. Quindi, domani mio padre tornerà a casa>>.
<<Accidenti!>> inclinò le labbra da un lato. <<Speravo di tenerti a casa ancora per un po'>>.
Sorrisi alla sua espressione da bambina dispiaciuta, <<e mi ci terrai. Questa sera!>>.
Spuntò un sorriso sulle sue guance pallide.
<<Ma prima ti dispiacerebbe portarmi a casa? Devo prendere delle cose>>.
<<Certo che no>> Reb si rimise la cintura e partimmo verso casa mia.

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