IL RITORNO.

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<<Daniel!>>, cercai di restare calma. <<Cosa ci fai qui?>>.
<<Te l'ho detto, mi mancavi e così sono tornato>>, disse avvicinandosi per accarezzarmi.
Mi scansai prima che la sua mano potesse sfiorarmi lo zigomo.
<<Hai ancora paura di me?>>, disse quasi ridendo.
<<Non ho più paura di te e per dartene prova>>, dissi cercando di essere il più convincente possibile e avvicinandomi a lui pericolosamente, <<Potrei raccontare ai nostri genitori ogni cosa. Specialmente del patto che non hai rispettato>>.
<<Mi stupisce il fatto che tu sia diventata tanto coraggiosa... credo che renderai le cose piuttosto divertenti>>.
Gli diedi uno schiaffo così forte da fargli girare la testa su un lato e arrossendo il punto che colpii. <<Mi fai schifo>>, gli voltai le spalle senza dargli l'opportunità di dire altro ma lui mi prese per il braccio.
<<Dove credi di andare? Tu vieni con me>>, mi strattonò.
<<Io non vengo da nessuna parte con te>>, risposi a denti stretti cercando di liberarmi dalla sua presa.
<<Lasciala!>> sentii dire da una voce autoritaria dietro di me.
<<E tu chi saresti?>>, Daniel lasciò il braccio.
<<Il ragazzo che l'ha accompagnata, quindi se vuole ritornare a casa sarò lieto di riportarla a casa>>, rispose guardando in malo modo Daniel che reagì alzando le mani in segno di difesa e sparendo dalla nostra vista.
Adam si guardò alle spalle tenendo gli occhi fissi su Daniel fino a che non si accertò che fosse abbastanza lontano da noi e infine, mi rivolse uno sguardo pieno di preoccupazione e una piccola traccia di pietà -ciò volevo evitare ad ogni costo- mentre mi massaggiavo il braccio strattonato da Daniel.
<<Posso sapere chi era quel tizio?>>.
<<Nessuno>>. Quanto avrei desiderato che quella risposta fosse vera. Tutta quella situazione sembrava irreale.
Sentii la mia testa girare, le palpebre pesanti quanto il cemento una volta che si fosse solidificato e le gambe molle come gelatina. Improvvisamente sentii venire meno le forze e le forti braccia di Adam mi afferrarono prima che cadessi.
<<Vanessa non stai affatto bene, vuoi che ti riporti a casa?>>.
<<No, sto bene>>, dissi scrollandomelo di dosso.
<<Fino a un secondo fa sembravi stessi svenendo, vuoi che vada a prenderti qualcosa da bere?>>, chiese portandomi verso il muretto, che separava il giardino di Alyssa da quello dei vicini, per farmi sedere.
<<Un bicchiere d'acqua andrebbe bene grazie>>. Annuí e scomparve lasciandomi ad affrontare le domande che circondavano la mia testa ma grazie all'arrivo di Rebecca il flusso continuo di pensieri si interruppe.
<<Vanessa scusa se sono sparita non volevo...>> si interruppe spalancando gli occhi e sedendosi accanto a me, <<ti senti bene? Sei pallida come un fantasma>>.
<<Credo di aver capito il motivo per cui sono tornati i miei incubi>>, risposi osservando il vuoto.
Nell'attimo seguente, mi girai verso di lei vedendo la sua espressione passare dal dispiacere alla preoccupazione. <<Ti stavo cercando, e quando ti ho trovata ho visto che parlavi con un ragazzo. Ho pensato che sarebbe stato meglio non interromperti, così sono tornata indietro finendo poi addosso a un ragazzo...>> - mi presi una pausa - <<e questo ragazzo... era Daniel>> terminai distogliendo lo sguardo, incapace di vedere quale fosse stata la reazione che avrebbe avuto Rebecca.
<<Che cosa?>> - rispose rimanendo a bocca aperta per lo shock - <<Non è possibile! Aveva detto che non sarebbe più tornato>>.
<<Invece è tornato>>, dissi prima di sentire i miei occhi chiudersi e il mio corpo debole. L'ultima cosa che udii fu un urlo di Rebecca, che tuttavia arrivò ovattato alle mie orecchie.

Aprii gli occhi e mi accorsi di non essere nella mia stanzetta ma in quella di Rebecca. Cercai di alzarmi, ma avevo la testa pesantissima così tornai a stendermi. Presi il cellulare per vedere che ora fosse ma la batteria era più che morta.
Il rumore dello scricchiolio della porta mi fece distogliere l'attenzione dal cellulare.
<<Buongiorno Vanessa, come ti senti?>>, Reb entrò con un piatto pieno di biscotti e un bicchiere di latte.
Avrei tanto voluto risponderle che stavo bene, che tutto quello che era successo ieri era solo stato un incubo e che oggi sarebbe stato un giorno migliore ma sapevo che se lo avessi fatto sarebbe servito solo ad illudere me stessa e mentire a lei.
<<Buongiorno anche a te. Mi sento la testa pesante come un macigno ma bene grazie, tu?>>, dissi con ironia.
<<Mmh... ieri mi hai quasi fatto venire un infarto ma bene grazie>>, disse ridendo leggermente e facendo spallucce poggiando il piatto di biscotti e il bicchiere di latte sul comodino.
<<Mi dispiace tantissimo>>, mi misi seduta iniziando a sgranocchiare un biscotto.
<<Tranquilla, non potevo aspettarmi una buona reazione da parte tua dopo aver rivisto tuo fratello>>.
<<Come hai fatto a portarmi qui?>>.
<<Mi sono fatta aiutare da Adam>> disse con nonchalance.
<<Non starai dicendo sul serio>> spalancai gli occhi.
<<A chi altro avrei potuto chiedere aiuto? Cathy non riuscivo a rintracciarla, Adam era comparso con un bicchiere d'acqua da portarti e se avessi voluto fare tutto da sola... non ci sarei riuscita perché avrei dovuto portarti in braccio fino alla macchina>>.
<<E come hai fatto a mettermi a letto ed il pigiama?>>.
<<Potrebbe avermi aiutata ancora una volta Adam>> - disse con un espressione uguale all'emoji che ammiccava ed io nel frattempo assunsi la stessa espressione dell' emoji rossa dalla rabbia- <<Ovviamente non mi ha aiutata a metterti il pigiama e inoltre... Mi ha raccontato di quello che è successo con Daniel>>, mi rassicurò prima che dessi di matto credendo che Adam mi avesse vista con qualcosa di diverso e più provocante del vestito che indossavo ma nell' momento dopo andai in panico.
<<Mica gli hai detto chi era?>>.
<<Certo che no>>.
<<Ah>>, mi rilassai. <<Grazie Reb>>, l'abbracciai forte.
<<Spero di non averti causato qualche problema con i tuoi genitori>>.
<<Papà è fuori per lavoro e mamma dorme come un ghiro, non accorgendosi di nulla>>.
<<Menomale>> sospirai. <<A proposito... ieri sera ti ho vista parlare con un ragazzo molto carino, chi era?>>, le chiesi dopo qualche minuto di silenzio.
<<Ricordi quel ragazzino per cui avevo la cotta al primo anno? Matt Johns?>> disse raccogliendo i suoi lunghi capelli rossi in un codino.
<<Si, ricordo che perdesti completamente la testa per lui>>.
<<Beh a quanto pare l'ho persa di nuovo e non la ritroverò molto facilmente considerando quanto sia diventato bello>>, disse mentre scoppiammo a ridere entrambe. <<Tu, piuttosto cosa hai fatto dopo essermene andata?>>, domandò stendendosi. <<Adam mi ha offerto quel famoso, ed ultimo, drink che avresti dovuto portare tu e poi mi ha chiesto di uscire... ma ho rifiutato>>.
<<Perché hai rifiutato?>>domandò.
<<Non è il tipo di ragazzo con cui uscirei, lo sai>>
<<Lo so, ma sarebbe un modo per sdebitarti con il tuo eroe dopo averti sottratta da Daniel>>, morse un biscotto sorridendo.
<<Tu credi?>>.
<<Eh già>>, disse quasi ridendo.
<<Va bene, accetterò ma lui... non è il mio eroe>>, le precisai alzandomi e lei rispose annuendo e trattenendo un sorriso. <<Reb sono le 11:15 e dato che non ho potuto avvisare i miei a che ora sarei tornata, ti spiacerebbe accompagnarmi a casa?>>.
<<Certo che non mi dispiace, dammi il tempo di una sistematina e partiamo>>, disse facendo un grande sbadiglio.
<<Perfetto>>. Mi sfilai il pigiama e con esso anche il caldo che emanava, scoprendomi al freddo della mattina che mi percorse facendomi rabbrividire mentre ripiegavo il pigiama. Recuperai il vestito riposto sulla cassapanca rosa avanti al letto a due piazze di Rebecca, compiendo acrobazie con le braccia per far salire la zip.
<<Sei pronta per rivederlo e convivere di nuovo con lui?>>, mi domandò Reb dal bagno.
Tirai un respiro profondo, <<sì. Devo esserlo>>.
Ricomparve chiedendomi se volessi restare per pranzo, ma io le risposi che più avrei cercato di evitare di rivederlo e più sarebbe stato peggio.

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