Chapter III

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NOTE: Sarò brevissima, voglio solo portarvi a mente che ciò che leggerete di seguito non è altro che il proseguo della scena conclusasi nel precedente capitolo. Quindi, consiglio vivamente, se non si ricorda per bene il capitolo precedente, di rileggerlo o di darne quantomeno un'occhiata.
Perché in questa storia ogni dettaglio è oro colato e ogni cosa non è scontata.
Buona lettura.

– Cosa cerchi?

– Un attimo che sconvolga una vita.

Da Giacomo Casanova.


HARRY'S POV

Scricchiolio di serratura,

Zzezan

//
Luce.
//

Per quanto la odiassi,
per quanto non sopportassi quest'ultima,
a volte...
In certi momenti,
trasforma le cose,
te le rende accettabili,
positive,
stupende,
ribelli,
diverse,
magiche,
astratte,
indimenticabili...
Difatti, in quell'istante, quella fiamma generata da una fonte secondaria,
un semplice accendino, quel rosso miscelato al giallo,
quella tonalità a gocce tra blu e verde,
quella fonte che compiva il suo compito,
rendeva tutto: uno splendido disastro.

Lo splendido disastro della mia anima, del mio corpo.

Esattamente, un ossimoro di sentimenti.

La mia mente aveva un obiettivo appena entrata, era accecata, doveva vendicarsi.

E poi, la vista di...

Lui.

Il mio corpo aveva reagito e cazzo, no, non era la mia mente, le parti del mio corpo pulsavano imperterrite al definirsi della sua figura.

E quel momento sembrò durare in eterno.

Sembrò fermarsi,
catturare i miei occhi e la mia anima come se volesse permanere ma non per un giorno, per infiniti giorni, per sempre, come se volesse impossessarsi di me, esserci in me, sempre.

La luce gialla andò a dipingersi intorno ai suoi zigomi disegnandone i contorni e evidenziandone i calcati incavi, incavi arricchiti da una barbetta che ne faceva da decoro. Incavi da sprofondarci dentro. Incavi...

La fiammella rossa si posò sulle sue labbra, accecando il mio stomaco, provocando infiniti strizzi, come se qualcuno lo stesse privando della sua essenza, come quando si strizzano i panni di casa dall'acqua in eccesso, facendoli rimanere asciutti, come le mie labbra e la mia salivazione. Eppure... le sue erano troppo lucide, forse era dovuto dall'eccessivo alcool versato sulle sue carni attimi prima, forse da una bevuta eccessiva fatta in precedenza, o semplicemente dal loro essere in sé così... Ed io non potevo saperlo, non avrei potuto sapere, questo non solo mi alterava ma accresceva la voglia di appropriarmi della loro eccessiva luce, roderle, morderle talmente tanto da privarle di essa o splendere ad'unisono.

E quel tralcio di luce blu,
che ne illuminò altro blu...
Quel blu delle sue iridi accerchiate da nero.
Quel nero di matita che ne disegnava le virili forme.
Che ne sottolineava i sobri lineamenti.
E mi privava di ogni cognizione di causa...
Come terreno,
Quel ferreo terreno fangoso che ti ingloba, si impossessa di te, ti sbatte settecentosessantasei volte contro una superficie dura portandoti a rimbiccillirti, facendoti perdere il respiro e portandoti il battito cardiaco ad un livello che una macchinetta rivelerebbe 'Non contenibile'.

Between Lights and ShadowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora