Mickey se ne sta seduto sulla spiaggia, scolando l'ennesima bottiglia di tequila. Osserva il sole scomparire all'orizzonte e pensa a lui -Ian Gallagher- il ragazzo che ha stravolto la sua vita, quella testa rossa ha tirato fuori la parte migliore di lui e poi l'ha ridotta in pezzi strappandone uno alla volta.
"Fottuto Gallagher", si morde le labbra mentre pronuncia quel nome.
Lascia cadere la bottiglia, ormai vuota, sulla sabbia. Chiude gli occhi e libera quella lacrima che tratteneva da troppo. Nessun rumore esterno penetra i suoi timpani se non quello delle onde che si infrangono contro gli scogli e accarezzano la riva.
Ripensa all'ultimo istante in cui ha assaporato le labbra di Ian, quella volta si era fermato un attimo a guardarle, voleva imprimere la loro forma nella sua mente. "Che cosa stupidamente romantica ,eh Milkovich? Che c'è, ti sei infinocchiato?"- è quello che pernserebbe chiunque abbiaalmeno una volta avuto a che fare con quell'avanzo di galera. Tutti loro però ...non l'hanno mai conosciuto veramente; a nessuno era concesso varcare il muro che Mickey si era costruito attorno.
E poi è arrivato lui, Ian l'ha sbriciolato quel muro. "Pensi di essere un duro? Non lo sei, sei un codardo", quelle parole avevano fatto male più di un proiettile - e Mickey sapeva bene il dolore che si prova- ma lo avevano spronato ad ammettere a se stesso, prima che agli altri, che lui è quello che è e va fottutamente bene.
Ripensa alle botte di suo padre e a tutto l'odio che conteneva ogni singolo pugno. Odio che anche lui prova per se stesso; per essersi fatto plagiare così tanto da Terry. Per non essere stato più forte.
Una frase gli frulla in testa "Non sei quello che il tuo passato ti rende, sei ciò che scegli di essere". Non ricorda dove l'abbia sentita, probabilemente da qualche insegnante quando ancora per lui c'era speranza o forse in un film, l'ha sempre considerata una stronzata in ogni caso; ma se solo fosse stato diverso? tutto meno incasinato? se avesse affrontato ogni cosa in modo differente , forse in questo momento sarebbe tra le braccia di Ian mentre i loro spasmi si fondono in un unico suono.
Riapre gli occhi cercando di far svanire dalla sua mente l'immagine perfetta del viso di Ian in pieno orgasmo.
Fallisce, i ricordi di ogni loro singola volta insieme scorrono, inarrestabili come l'acqua nel fiume, attraverso i suoi pensieri. Così fanno anche le lacrime che rigano il suo viso. Non prova a fermarle e non le asciuga, no. Lascia che cadano sperando portino via un pò del suo dolore.
Dolore mischiato a rabbia, gelosia, frustrazione, nostalgia, rimpianto.
Solo uno, ha solo un rimpianto. Non avergli detto che lo ama un'ultima volta. Non ne aveva avuto la forza. Stava già reggendo un mondo cadutogli addosso.
Quel mondo, quella vita, che aveva fantasticato sdraiato sul pavimento della sua cella- tra un progetto di fuga e l'altro.
In prigione non aveva smesso di pensare a lui un singolo momento. Era per Ian che aveva deciso di scappare.
L'idea aveva cominciato a farsi strada nella sua mente dopo l'ultima visita forzata di Ian. Aveva capito che il suo ragazzo non sarebbe più tornato.
E Mick non poteva chiedergli di aspettarlo, 8 anni sono tanti, troppi. Eppure come ha potuto chiedergli di abbandonare tutto e fuggire con lui?
"Questo non sono più io" gli aveva risposto Ian.
Ian. Traccia le linee del nome sulla sabbia ma poco dopo l'acqua cancella la scritta. <<È cosí che funziona, eh universo? Continuerai a portarlo via da me>> pronuncia la voce spezzata da ubriaco mentre urla contro le stelle. Quelle cazzo di stelle che avrebbero dovuto guardare insieme.
Lascia andare il suo corpo e si distende a fissare il cielo notturno. Non c'è il rosso accanto a lui questa volta. Ian l'ha lasciato andare.
Si sente scoppiare la testa. Continua a sentire quelle frasi. Quante volte si sono persi...
"Cosa pensavi che fossimo fidanzati?"
"Non tutti tirano fuori i loro sentimenti ogni fottuto minuto"
"Cosa ti aspetti? Che ti dica di non andare?"
"Allora è cosí? Stai rompendo con me?"
"Fanculo Gallagher"
Così tante volte ha dovuto dire addio al suo uomo e non ha ancora imparato ad andare avanti senza lui. Se solo potesse dimenticarlo.
***
Una musica lo tira fuori dai suoi pensieri. La conosce bene. Si accorge che più in là un gruppo di persone ha allestito un falò. Uno di loro canta Love is a Battlefield accompagnato alla chitarra.
Senza neanche accorgersene Mickey sta sorridendo.
Così tanti addii e altrettanti ritorni pensa.
Sorride ancora e sfiora il suo petto nel punto in cui ha inciso quel nome per sempre. È un sorriso dolce e amaro, è rassegnazione. Non potrà mai dimenticarlo. In fondo...Ian è sotto la sua pelle, che cazzo può farci?
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The beach, us.
FanfictionBreve one shot Gallavich. Un piccolo sguardo su Mickey Milkovich dopo la fuga in Messico. Perchè Mickey merita di essere parte di Shameless e noi meritiamo di seguire ancora la sua crescita. È la prima volta che pubblico un testo scritto da me, sper...