Il bodyguard scoppiò in una risata fragorosa, che infastidì Viola.
"Ma come si permette di prendermi in giro? Le sto dicendo la verità!"
"Signorina, ma cosa sta dicendo, lei mi sta solo facendo perdere tempo... Andate via, forza!" esclamò il buttafuori, facendo loro un gesto con la mano, per chiarire il concetto, prima di tornare ad occuparsi della fila.
Viola avrebbe voluto continuare la discussione, nonostante il bodyguard non la stesse più considerando, quando Mario la tirò per un braccio, allontanandola dalla fila.
"Sei voluta venire qui per quello lì?"
"No Mario, sono voluta venire qui per la sfilata..."
Mario la conosceva troppo bene e attese in silenzio che la ragazza gli dicesse la verità.
"Ok va bene, anche per lui!"
"Tu sei scema..." disse Mario, guardando l'amica con sguardo truce.
"Mario, ma lo sai quanto mi piace! Appena ho saputo di questo evento, ho pensato di prendere due piccioni con una fava."
"So che sei fissata con questo tizio, ma non pensavo arrivassi a tanto! Stai discutendo con un bodyguard, rallentando anche il suo lavoro, per entrare ad un evento per il quale non hai l'invito. Tutto ciò per Claudio So, Sa... Come hai detto che si chiama?"
"Sona, si chiama Claudio Sona!"
"Sì, va bene, ma calmati e soprattutto, andiamo via... Ora!"
"No Mario, riusciremo ad entrare!"
Viola si voltò di scatto, dando le spalle al moro, e si riavvicinò al bodyguard, scatenando una nuova polemica. Ad un tratto, Mario scorse un uomo uscire dall'interno del locale e avvicinarsi ai due litiganti.
"Che succede qui? Mi hanno riferito che ci sono due persone che dicono di essere in lista con me."
"Signor Sona, le chiedo scusa! Ho provato ad allontanarli, ma la ragazzina è caparbia!"
"Ragazzina a me non lo dice, brutto maleduc..."
"Loro? Ah, sì! Sì, sì, sono con me, ha ragione la ragazzina." disse Claudio sorridendole e facendole un occhiolino. "Deve esserci stato un errore, scusate. Non so perche non siano segnati i loro nomi nella lista!"
Il bodyguard, Viola e Mario, ammutoliti da quelle parole, sgranarono gli occhi. "In ogni caso, sono con me! Andiamo, seguitemi!" concluse Claudio, prima di avviarsi all'interno del ristorante.
Viola ritornò in sé, e, con soddisfazione, sfilò davanti al bodyguard sfoggiando un'aria da vincitrice. Mario si accostò all'amica, che aveva accelerato il passo per l'entusiasmo. Quando ebbe la certezza che Claudio Sona fosse abbastanza avanti da non sentirli, le disse:
"Ma, quindi lo conosci davvero?"
Viola rimase in silenzio, non sapendo cosa rispondere.
"Credo di doverti delle scuse... Ti ho dato della pazza e invece ci hai fatto davvero finire in lista!"
"Mario, veramente non mi devi scuse..."
"In che senso?"
"Non ho idea del perché ci abbia fatto entrare..."
"Non credo di capire..." disse Mario, perplesso.
"Mi sono inventata tutto, volevo giocarmi il tutto per tutto e speravo che funzionasse..." il suo tono, fino a quel momento sommesso, divenne euforico. "E ha funzionato! Mi ha notata e ci ha fatto entrare, ti rendi conto? Per favore, non essere arrabbiato con me... Ormai siamo dentro... E ti prometto che mi farò perdonare!"
Mario alzò gli occhi al cielo, ma, come sempre succedeva quando guardava i grandi e dolci occhioni dell'amica, si arrese.
"Va bene, ma a mezzanotte andiamo via, va bene?"
"Va benissimo, Cenerentola!" ironizzò la ragazza.
"Oddio, Mario!" aggiunse poi Viola.
"Che?"
"Forse gli piaccio davvero! Ti rendi conto?"
"Viola, rimani con i piedi per terra, per favore!"
"Okay... Ci proverò... E, Mario... Grazie."
Il ragazzo le diede un buffetto affettuoso sulla guancia, poi cominciò a guardarsi intorno. "Beh, devo ammettere che il posto non è male..."
Il locale era illuminato da centinaia di lanterne, che rendevano l'atmosfera elegante e raffinata. La passerella era stata posizionata al centro e i tavoli erano stati spostati ai lati, per poter permettere agli invitati di intrattenersi con la sfilata e al tempo stesso gustare la cena servita dal ristorante. Viola e Mario si avvicinarono al bancone dove servivano i drink e ordinarono.
"Sì, è davvero bellissimo, qui!" disse Viola, entusiasta.
"Io, però, avrei una domanda..."
"Quale?"
"Si stanno tutti accomodando, noi dove ci sediamo?"
Viola rimase in silenzio e si morse un labbro, imbarazzata.
Ma, una voce ormai familiare arrivò in loro soccorso, per la seconda volta in poco tempo.
"Ragazzi! Ragazzi!"
I due amici videro in lontananza Claudio, seduto ad un tavolo, chiamarli agitando la mano.
"Ci vuole l'amico tuo..."
"Magari fosse amico mio, Mario. Dai andiamo!"
Mario rimase impietrito accanto al bancone, finché Viola non si voltò verso di lui.
"Beh?"
"Eh?"
"Ti sta cosi antipatico che neanche lo vuoi raggiungere? In fondo è stato gentile, dai..."
Mario scosse la testa senza proferire parola.
"Mario... Ti conosco. Ce lo hai scritto in faccia, che non ti ha fatto una buona impressione."
"Devo essere sincero?"
"Dai Mario, ti prego! Fammi contenta fino alla fine!" concluse Viola, incamminandosi verso il tavolo.
Mario sbuffò e seguì l'amica, dopo aver preso i drink preparati per loro.
Quando furono vicini a Claudio, il modello veronese si rivolse a loro:
"Ormai siete miei ospiti, potete sedervi qui! Io, comunque, sono Claudio, piacere, anche se credo che almeno tu mi conosca già." disse, porgendo la mano a Viola, che immediatamente la strinse, presentandosi a sua volta.
"Bene Viola, siediti qui accanto a me. E tu sei...?" disse Claudio, rivolgendo l'attenzione a Mario.
"Si chiama Mario."
"Grazie Viola, ma so parlare. Comunque sì, mi chiamo Mario."
"Piacere anche a te, Mario."
I due ragazzi si accomodarono e Mario si protese verso Viola, alla sua sinistra, per poterle sussurrare all'orecchio:
"Ma davvero ti piace 'sto tizio? Che ha di così speciale?"
"Mario, ma lo hai visto bene?"
Mario fece spallucce e assunse un'espressione quasi schifata.
"Non capisci niente di uomini..."
"Certo che ne capisco, infatti sto con Filippo, che è bello, simpatico, intelligente..."
"È arrivato il principe azzurro!"
"Sì, il mio!"
Viola prese un coltello e, fissando Mario negli occhi, finse di farsi un taglio sul polso. Poi però, rise teneramente. A volte il suo amico era troppo sdolcinato, ma, in fondo, era bello vederlo felice. E poi Filippo le piaceva, quando non passava il tempo a pomiciare con il suo coinquilino in sua presenza. Mario scosse la testa ed estrasse il telefono dalla tasca, con l'intento a scrivere a Filippo.
"Gli stai scrivendo?"
Mario annuì senza distogliere lo sguardo dallo schermo del suo Iphone.
Viola, continuando a ridere, fece un gesto con la mano, ad intendere 'ecco, appunto'.
La scherzosa schermaglia tra i due fu interrotta dal salvatore della loro serata, che si intromise nella loro discussione con un "Beh ragazzi, ci vuole un brindisi!" e alzando un bicchiere di prosecco.
"A cosa brindiamo?" chiese Viola, sempre più incredula della confidenza che l'oggetto del suo desiderio le stava riservando, ma comunque entusiasta.
"Alle nuove conoscenze!" ammiccò Claudio, facendo scontrare il suo bicchiere con quello della ragazza.
"Beh, ora raccontatemi qualcosa di voi!" disse quindi Claudio.
La ragazza sfoggiò il migliore dei suoi sorrisi e si rivolse al ragazzo, trepidante di rispondergli.
"Come ho già detto, sono Viola, ho 29 anni, sono sarda, ma ormai vivo qui da anni. E sono qui perché sono un'aspirante modella e ritengo che questo evento possa essere utile per me. Anzi Claudio, ti ringrazio per averci accolti... La situazione era diventata imbarazzante!"
"Non c'è problema, è sempre un piacere aiutare ragazze belle e simpatiche come te!"
Viola accennò un sorriso imbarazzato, causato dalle parole del ragazzo.
La ragazza diede quindi una gomitata a Mario, che si voltò di scatto, come se fosse stato svegliato dal migliore dei sogni.
"Gli piaccio!" sussurrò Viola all'amico.
"Sì, come no."
"Mario, uffa!"
"Che c'è?" disse il moro nervosamente.
Viola scosse la testa e rivolse nuovamente l'attenzione a Claudio, che le sorrise.
"Lui invece è il mio noioso e antipatico migliore amico Mario. Ha la mia stessa età ed è originario di Anzio. Purtroppo siamo coinquilini da anni e quindi non posso liberarmi di lui!" ironizzò Viola, per scuotere l'amico, che, effettivamente, sentendosi insultare bonariamente, ripose il telefono e prese la parola.
"Scusala, mi sta denigrando solo per fare bella figura ai tuoi occhi." accennò quindi il moro, sorridendo beffardo.
Viola sgranò gli occhi e abbassò lo sguardo, sentendo di voler sprofondare. Improvvisamente ,si sentì sfiorare la mano, che riconobbe essere di Claudio dai numerosi anelli che gli coprivano le dita. Il veronese strinse la presa e disse, calmo: "Mi fa piacere tu voglia attirare la mia attenzione, Viola!"
Mario corrugò la fronte e guardò Viola, che si voltò lentamente verso di lui, rivolgendogli un sussurrato "Te l'avevo detto che gli piaccio!".
Mario, stufo della situazione imbarazzante, si alzò, scusandosi, e si diresse fuori per poter telefonare a Filippo. Era contento per la sua amica, ma a lui, quel Claudio Sona, non andava poi tanto a genio. Lo trovava eccessivo: eccessivamente gentile, eccessivamente garbato, eccessivamente allegro, eccessivamente interessato a sapere i fatti loro.
Compose il numero di Filippo. Il romano faceva sempre fatica a stare senza il suo fidanzato, durante i suoi viaggi di lavoro, sebbene i suoi successi lavorativi lo rendevano sempre fiero di lui. Uno dei tanti motivi che aveva spinto Mario ad innamorarsi di lui era stato proprio il suo essere brillante. Gli mancava terribilmente, e pensare che aveva dovuto rinunciare ad una videochiamata con lui per avere in cambio le chiacchiere di Claudio Sona, lo innervosiva particolarmente.
Dopo due sigarette e tanti 'ti amo' e 'mi manchi' sussurrati a fil di voce, si costrinse a tornare dentro.
"Oh, Romeo è tornato!" lo canzonò Claudio, facendolo irritare ancora di più. "Noi qui siamo arrivati al dolce, nel frattempo!"
"Ma se sono stato fuori solo due minuti ed eravamo ancora al primo..."
"Veramente sei stato fuori per più di un'ora, amore... Ho provato anche a chiamarti..."
"Eri troppo impegnato a fare il fidanzatino picci picci e pucci pucci per degnarci della tua presenza e mangiare con noi?"
Stava per rispondergli a tono, ma fu interrotto dall'arrivo di un ragazzo, che attirò immediatamente l'attenzione di Claudio: era Pietro, che, senza capire cosa stesse succedendo, prese da parte l'amico e iniziò a parlargli di qualcosa che, almeno inizialmente, né Viola né Mario riuscirono a capire.
"Clà, c'è un sacco di gente che vuole salutarti. Per favore non facciamo brutta figura!" stava dicendo Pietro, cercando di farsi sentire solo dal suo amico.
"Se vogliono parlare con me, che vengano qui. Ho degli ospiti stasera!"
"Cioè questa ragazzetta innamorata di te e il suo amico scorbutico?"
"Non insultare!"
"Claudio, ti prego, non fare sempre il buon samaritano!"
"Sono solo gentile, Viola aveva bisogno di entrare."
"Ah, ora la chiami anche per nome, bene..." ironizzò Pietro scuotendo la testa.
"Si chiama cosi, come devo chiamarla?"
"Claudio, non siamo qui per fare amicizia, ma per lavoro!"
"Ma che pesante che sei, Pietro! Goditi la serata e smettila di stressarmi."
"Va bene, va bene... Però permettimi di ricordarti della serata al Mucca dopo la cena. So che non ci vuoi andare, ma è necessario."
Claudio alzò gli occhi al cielo, e mentre stava per rispondere, si sentì sfiorare la spalla. Si voltò di scatto e si ritrovò Viola al suo fianco.
"Ehi!" disse entusiasta, osservando la ragazza.
"Ho provato a parlare con qualcun altro, ma avrei bisogno del tuo aiuto, per approcciare con queste persone cosi importanti, mi sento un pesce fuor d'acqua!"
Claudio riconobbe, in quella dichiarazione, la sua occasione.
"Allora dovreste venire all'after party al Muccassasina con me! Comincia tra poco!" esclamò Claudio, coinvolgendo anche Mario nella conversazione.
Viola, Mario e Pietro lo guardarono esterrefatti.
Viola si illuminò e si voltò verso Mario cercando approvazione. Ma, il moro, scuotendo la testa velocemente, fece emergere il suo disappunto.
"Viola, sarebbe mezzanotte..."
"E quindi? Hai lo scarpone?" si intromise Claudio, prendendolo in giro.
Mario rivolse uno sguardo truce a Claudio.
"Scusa tu saresti?" disse quindi, mostrandosi il più distaccato possibile.
"Mario..." lo ammonì Viola stringendogli il braccio.
Viola sussurrò quindi un "ti prego" strozzato, che addolcì Mario. Il ragazzo fece un profondo sospiro e socchiuse gli occhi come se volesse sparire.
"Davvero stai invitando questi due all'after party?" disse Pietro a bassa voce, per non farsi sentire.
"Sì, Pietro, perche?"
"Non volevi nemmeno andarci!"
"Non è vero, ci voglio andare perché so quanto sia importante per la mia carriera!"
"Quanto sei falso..." Pietro sorrise, per poi scurirsi in volto:
"Claudio..."
"Cosa?"
"Ti piace."
"Ma che dici!"
"Ma possibile tu voglia portarti a letto chiunque?"
"Pietro, ripeto, sono solo gentile!"
"E io ripeto che dovresti tenere il pene nelle mutande più spesso."
Claudio scosse la testa e tornò a sorridere ai due ragazzi, attendendo una risposta.
Viola guardò per l'ultima volta Mario, con occhi lucidi e speranzosi. Il moro fissò intensamente la ragazza, per poi far ricadere lo sguardo su Claudio.
"Okay, veniamo."
"Mario ti adorooooo, grazie!" esclamò Viola buttandogli le braccia al collo.
"Ottima decisione!" intervenne Claudio.
"L'ho fatto per la mia amica, non per te!" lo rimbeccò Mario.
"L'importante è il risultato! Forza andiamo c'è una macchina pronta per noi..."
"Io e Viola abbiamo la macchina qui fuori, possiamo vederci direttamente li!"
"Non vedo perché dovremmo andare con due macchine...A fine serata vi riaccompagniamo qui a prenderla!"
Mario alzò gli occhi al cielo e sbuffò esplicitamente, con lo scopo di farsi notare "Andiamo, prima inizia questa serata, prima finisce."
"Contieni l'entusiasmo, amico!"
"Non sono tuo amico, fortunatamente." Rispose Mario accennando un sorriso tirato.
Claudio alzò le mani in segno di difesa "Lo so, tranquillo, Mister Simpatia!"
Viola prese a braccetto Claudio e lo allontanò da Mario, per evitare di farli proseguire con il battibecco.
"Scusalo, quando non si sente a suo agio diventa burbero!"
"Tranquilla cara, l'importante è che tu sia felice di venire!"
"Io felicissima!" rispose la ragazza trotterellando accanto al modello.
Uscirono quindi dal locale e vennero invitati a salire su un' elegantissima macchina nera. Nel tragitto, Mario scrisse a Filippo, per informarlo del cambio di programma.
"Questa serata è un inferno, questo tipo è davvero un incubo." Digitò. E ne era estremamente convinto. Almeno fino a quel momento.
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Perfetto è ciò che appare
Romance"L'uomo che non sa correre, saltare, nuotare è un'automobile di cui si sarebbe innestata sempre e soltanto la prima." J. Giraudoux