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23 Dicembre
Eveline era appollaiata sulle sue ginocchia, incastrata alla perfezione con il viso tra la spalla e il suo collo, le braccia intorno al suo busto.
James le stava accarezzando i capelli scuri con un lento ritmo, quasi distratto, mentre fissava il film che tutti fingevano di guardare con interesse.

Lui ed Eveline non ne erano mai stati tutto sommato interessati: sotto il plaid blu scappavano baci molto più entusiasmanti dal fatto che dovessero essere silenziosi e soddisfacenti allo stesso tempo.

Lily, invece, sembrava stesse guardando la finestra con ansia. Si era già allontanata una volta per rispondere ad una chissà quale lettera.

Albus era troppo distratto, lo si vedeva chiaramente.

Però nessuno aveva osato dire di spegnere la tv. Sua madre ne era anche contenta, quando passava di sfuggita a guardarli.

"Chi è l'assassino?" Soffiò sulle sue labbra Eveline, ad un tratto, soffocando però la risposta di James in partenza. Quello ridacchiò, poggiando le mani sul suo viso ed allontanandolo di poco per rispondere.

"Tesoro, non c'è un assassino." Lei sporse il labbro, e poggiò nuovamente le labbra sulle sue prima di abbandonare la testa sul suo petto.
"Non rimanerci troppo male."

"Ci sono rimasta malissimo."

"Povero cucciolo." Posò una mano tra i suoi capelli, guardando oltre le lenti lo schermo della tv. Lei sembrò fare lo stesso, facendo ricalare il silenzio nel salotto.
Quando Ted entrò, però, Albus si era appena alzato per andare a prendere un altro maglione.
Lily, invece, entusiasta, aveva finalmente ricevuto la sua lettera.

La sua ragazza, notando il più grande fra tutti accomodarsi sulla poltrona, sorrise malandrina, e James si spaventò già. Per quanto amasse Eveline, il sorriso suo malandrino non prometteva nulla di buono.
Non a suo vantaggio in quel caso, comunque.

Rizzò la schiena, sfilandosi poi il plaid.
Appena si alzò, James fu investito dal gelo totale, e si affrettò a ricoprirsi, gemendo infastidito.
"Dove vai?" Chiese, prima di tirare il plaid anche sopra le labbra.

"Un attimo in bagno. Torno subito."

Quando varcò la porta, suo fratello stava giusto rientrando.
Alzando lo sguardo, si poteva notare un rametto di vischio che Lily aveva messo.
Anche lì.

Albus sospirò.
"Lily, hai piazzato troppo vischio." Borbottò.
Lily sorrise entusiasta, mentre agitando una mano decideva che il suo parere era un dettaglio futile che non avrebbe preso in considerazione.

Comunque, suo fratello se la svignò con un baciamano alla brunetta, che sgattaiolò in bagno sorridendo divertita.
Il moretto invece tornò in cucina, necessitando l'ennesimo tè.

James sospirò e, solo quando poggiò la testa sullo schienale, si rese conto di essere rimasto solo con Teddy. Si morse il labbro, poi si passò una mano tra i capelli.
Erano passati due giorni da quel semi-chiarimento.
E James era ancora confuso sul fatto di mostrarsi o arrabbiato o totalmente convinto nell'aiutarlo.

Lo guardò di sottecchi, mentre lui si poggiò nel posto accanto, dove arrivavano i bordi del lungo plaid.
James sospirò, e non lo guardò fin quando non parlò.

"Da quanto state insieme?"

"Quasi un anno." Sussurrò, giocherellando con il bordo della coperta. "Studia con me Medimagia. E abbiamo fatto questo tirocinio insieme."

"E com'è stato?"

"Stancante." Rispose d'impulso, anche se non era affatto vero. O meglio, stancante fin quando non dimenticava che lo fosse.
"Però anche eccitante. Fantastico. Magico?"

"Parole scelte con cura."

"Merci." Fece lui, poi distese le gambe.

"Com'è che sai cucinare?" Fece Teddy, dopo un po'.

"Per sopravvivenza, Ted. Stare cinque mesi fuori da casa non è una passeggiata. E no, se te lo stessi chiedendo, Ev non sa cucinare. Me la cavo meglio io, e ho detto tutto!"
Entrambi risero, a James sembrava surreale.

"La ami?" Domandò guardandolo poi, nuovamente serio.
Il moro richiamò alla mente i più banali ricordi. Perfino lo sguardo malandrino mentre Al le baciava la mano, e la risata dolce di quando era arrivata, di neanche ventiquattro ore fa.
Sorrise, probabilmente da ebete, ed annuì, tranquillamente.

"Credo proprio di sì."

"È una cosa fantastica." Entrambi annuirono, mentre sulla tv comparivano i titoli di coda.
"Dimmi una cosa di te. Un'altra."

James parve pensarci su.
Stupiscilo!, sembrava urlargli il cervello. Voleva sorprenderlo, senza farlo sentire troppo in colpa.
Voleva dargli una mano, eppure non riusciva ancora a ricordare il giorno in cui era scappato per chissà dove senza lasciare neanche un piccolo biglietto. (Uno, sì, ma per sua madre. Mica al suo migliore amico.)

"Umh... oh, sì! Non credo più in Babbo Natale, sai?"
Ted rise, inarcando un sopracciglio azzurro.

"Finalmente, eh! Non si poteva sentire un diciottenne credere in Babbo Natale!"

"Ehi. Fino a diciassette anni ho solo messo in uno schema le probabilità che potesse esistere o meno." Borbottò, sulla difesa.

"Ha vinto 'o meno', scommetto."

"Già. Ma Lily ci crede ancora. E Al ci prende in giro per questo. Però tutto sommato Lily lo sa, eppure ama troppo follemente il Natale."

"Neanche lei è cambiata." Sussurrò Lupin, mentre con l'altro si giravano a guardare in contemporanea Lily, che con un sorriso instancabile stava scrivendo qualcosa, il viso semi-nascosto dai capelli lunghi e rossi.

"Ti piace ancora fare gli scherzi?" Chiese lui.

"A te piacerebbe ancora stroncarmeli sul più bello?"

"Ti piace ancora il latino?"

"Odi ancora la matematica?"

"Ti piace ancora leggere?"

"Ti piacciono ancora i ragazzi?"

Teddy accennò una risata, poi fece un cenno verso di lui, con il mento. "A lei la precedenza."

"Sì, sì, continuo ad amarlo e... sì, ma non ho più molto tempo." Sospirò, piano. "E mi dispiace. A te?"

"No, perchè ormai mi fai pietà, sì, e... già. Anche se ora avrei una ragazza."

"Oh, sul serio?" James sbarrò gli occhi, sorpreso. "Pensavo che mia cugina Victoire ti avesse fatto passar la voglia di frequentare ragazze."

"Sono passati cinque anni!" Si difese Teddy, ma non si impedì di ridere. "E poi sono quasi tre anni che sto con lei. E fidati, non sembra chissà quanto ragazza!"
Il moro sorrise, poi scosse la testa.

"Come si chiama?"

"Annie."

"Carino."

"Carina! Te l'ho detto, sembra maschio, ma non lo è!" Ribadì quello dai capelli azzurri.
James, in tutta risposta, lo spintonò leggermente, aggregandosi poi alla risata.
Nulla di speciale.

Eppure, in quel momento, James aveva perdonato.
Con tale semplicità che sembrò stordito per un attimo. Poi si tranquillizzò, quando si rese conto che sarebbe stato facile dimenticare gli anni lontano da Teddy.

Aveva ancora i capelli azzurri.
Amava ancora il blu.
Aveva ancora una certa aria da sapientone, e allo stesso tempo da burlone.
Odiava la matematica, ancora.
E lo considerava un secchione.
Aveva accettato un'altra sua ragazza.
Aveva sempre una ragazza (quasi), anche se non sua cugina.
Il ghigno, gli occhi, le rughe accanto agli occhi e le fossette accanto alle labbra.

Ancora Teddy.
E ancora gli voleva bene.

Back To...? [1] James S. PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora