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25 Dicembre

Era Natale.
Sperava, James, di non essere l'unico euforico a quell'età.
Chissà. Magari anche Fred, di fronte a lui, lo era.
O probabilmente anche sua cugina Rose, che non faceva altro che rigirare le sue posate ogni pochi minuti.

Sì tranquillizzò solo quando notò che perfino suo zio Ron era abbastanza euforico -era il vino?

Nessuno si stupì di Lily. Quando si era alzata, la sera prima, sembrava esser tornata più pimpante di prima.
Aveva catturato la mano di Rose e, insieme, avevano decorato l'immensa casa di vischio, palline di natale, e piccoli Babbo Natale che si saltavano addosso, stringendoti in un piccolo abbraccio ogni volta che passavi davanti al camino.
Zio George si era spaventato a morte, e aveva preferito non avvicinarsi più alla fiamma.

E così erano giunti al pranzo.

Se qualche giorno prima James era arrivato e aveva deciso che quel Natale sarebbe stato orribile, si sbagliava.

Ted era accanto a lui e non sembrava affatto un estraneo, Albus sembrava addirittura più felice e suo padre era riuscito a liberarsi dai vari impegni.
Solo Hugo sembrava avesse un raffreddore enorme e a quanto pare aveva preferito restare a casa.

Mentre beveva un sorso di vino, sembrò brindare a sé stesso, in silenzio.

Zio Charlie al suo fianco accennò una risata, abbassandogli lentamente la mano.

"Jay, non puoi di certo ubriacarti prima del rosbeef."
Il moro sghignazzò, facendo un cenno del mento verso zio Ron.

"E tuo fratello può fare eccezione?"

"Ah, ma tuo zio è un caso perso. Non dovresti di certo prendere esempio da lui, no?"

"Chissà." Nonostante questo, abbandonò il calice oltre il suo piatto, riabbassando le mani.
Il fatto di stare a tavola con una certa compostezza era tutto merito di suo padre.
Erano molteplici le volte in cui si era ritrovato a cene importanti in cui aveva dovuto dimostrare quanto Harry Potter aveva educato correttamente i suoi figli.
(Il tutto finiva sempre con una bottiglia di burrobirra in famiglia, a casa, mangiando Pizza con le mani.)

Suo zio Charlie invece era l'opposto. Comodo nella sua sedia, sembrava avesse imposto lui come dovesse comportarsi questa, e non il contrario.
Priprio questo, con un leggero colpo di gomito, gli indicò il centro della tavola.

"È arrivata la prima portata di antipasti. Siamo già un passo avanti."

"Zio, gli antipasti sono come minimo cinque, io non ci spererei tanto."
E mentre il rosso si portava una mano sulla pancia, con una smorfia, suo zio George si alzò battendo la forchetta contro il bicchiere.

Mentre brindavano, tutti quanti, il vino che James mandò giù sembrò sollevarlo ancora.
Adorava il Natale.

🎄

Diciamo che lui aveva avvisato sua madre, o almeno tentato di farlo.
Arrivati al primo, ovvero, al secondo primo, nessuno più sembrava essere in grado di mangiare.
Ma era una cosa abituale.

In quel momento, tutti si prendevano una pausa per digerire e solo dopo riprendere a mangiare.
Era in quella pausa che, qualche anno fa, tutti recitavano una poesia, quella imparata a scuola.
(E poi nonna Molly cedeva le mance per la loro gentilezza e bravura.)

Quando ormai tutti, però, andavano ad Hogwarts, quel momento si era trasformato nel momento in cui si comunicavano alla famiglia, l'intera famiglia, cosa fosse accaduto negli ultimi tempi di veramente importante.

Quell'anno, la prima ad alzarsi fu Molly.
Si schiarì la voce, e poi, fissando in particolare suo padre, con un sorriso emozionato sul volto, comunicò il fatto che l'anno prossimo, al termine dei suoi studi, sarebbe partita per l'America, per studiare la loro babbanologia.
Ovviamente, tutti si congratularono con lei.
James, l'anno precedente, aveva confessato che sarebbe andato a studiare fuori per un anno e mezzo, perchè già lo sapeva che in Inghilterra nessuna università magica era soddisfacente.

A Molly era andata bene perchè lui aveva già spianato la strada.
Cosa che Teddy non aveva fatto, ovviamente, decidendo di non avvisare nessuno.

Fu proprio il ragazzo dai capelli blu a dare la seconda notizia.
Si alzò titubante, guardando sua zia adottiva Angelina. Sembravano già sapere tutto.

Si schiarì la voce, e James tremò impercettibilmente.
Sarebbe ripartito ancora?
Come suo migliore amico, avrebbe dovuto saperlo.

Che glielo avesse accennato? Ripercorse tutte le conversazioni, ma quando Teddy parlò, non l'aveva considerato quanto fosse pensante un cielo che crolla addosso.

"Mi sposo."

Il silenziò calò nella stanza, poi un leggero applauso e vari complimenti.
Poi l'applauso si ingigantì, e a James stava scoppiando la testa.

Si alzò di scatto, guardando il ragazzo, cercando di essere più arrabbiato che deluso.

"Che cavolo fai!?" Urlò, mettendo a tacere tutta la sua famiglia. Pensò che volendolo davvero, non ci sarebbe mai riuscito.
Teddy inarcò un sopracciglio, sorpreso.

"Jay, che cosa-"

"Vieni qui dopo anni, dopo che sei sparito senza avvisarci, e non mi dici che vuoi sposarti?" Continuò, i pugni lungo i fianchi.

"Te lo sto dicendo ora."

"Sì, ma insieme a tutti gli altri!" Sbottò, ed evitò di guardare anche solo una sola faccia dei suoi parenti.
Sentì sua madre borbottare il suo nome.

"Mi hai detto che ero il tuo migliore amico. Pensavo... oddio." Si rese conti a malapena che forse sembrava ridicolo, e si allontanò dal tavolo, scansando la mano dello zio Charlie.
Ogni tocco scottava sulla sua pelle.

"Stai rovinando tutto, Teddy. Ancora. Perfino il Natale." Sussurrò a denti stretti, e poi abbandonò la sala. Salì le scale e si rinchiuse in bagno, cercando di calmarsi e non mandare in frantumi anche quella stanza, come la sua qualche giorno fa.

Perchè si era illuso che Teddy ci teneva ancora a lui? Perchè invece doveva guastare tutto?
Era forse colpa di un suo egoismo? Era come gli altri? Migliore amico voleva dire quello, dannazione?

La porta si socchiuse lentamente, e James stava per urlare.
Ma Albus si precipitò dentro e lo strinse a sè, con gli occhi lucidi.
Solo allora James si accorse che stava piangendo anche lui.

"Ti capisco, Jay." Sussurrò, facendogli poggiare la testa sulla sua spalla.
James non capì, e voleva chiedere spiegazioni, ma rimase ancora un attimo con gli occhi chiusi e il corpo abbandonato ai singhiozzi.
Si sentiva meglio tra le braccia di Al, e cercò in quel calore la felicità che ognuno, a Natale, sarebbe dovuto esser degno di avere.

Sembrò, anche se solo per un po', riuscirci.

Che finale carino :3
Anywaaaay.
Doveva finire così, cioè.
So che questa prima parte non e stato un granchè, ma è solo l'inizio.
Non è quella scritta meglio ma... con le prossime definirò tutti i dettagli.
Domani pubblicherò 'The sapce in your eyes', e sarà centrata su un personaggio che scoprirete, ovviamente, ma non oggi.
Grazie a tuuutti per i voti e i commentini carini :))
-Santa Claus

Back To...? [1] James S. PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora