Era impossibile per Dominic togliere gli occhi di dosso da Prue, nonostante stesse cercando con tutte le sue forze di guardare la strada ed evitare un incidente.
Lo sapeva che con quel tubino rosso stava attentando al suo autocontrollo?
«Nick...» lo chiamò Prue con tono incerto, dopo un lungo silenzio.
Di solito, quando aveva quell'espressione colpevole, significava che aveva combinato qualcosa di grosso e che non trovava il coraggio di confessarglielo per paura che si arrabbiasse.
Il ragazzo girò appena il viso verso di lei, già pronto al peggio, senza però perdere d'occhio la strada.
Ma Prue sembrò cambiare idea all'ultimo secondo.
«Sono davvero felice che tu sia qui con me.»
Il resto del viaggio – quasi un'ora circa da Londra a Canterbury – lo trascorsero canticchiando le canzoni che la radio passava o guardandosi di sottecchi mentre l'altro era distratto. Prue tamburellava il piede con fare nervoso e si torturava le pellicine delle mani. Sembrava tesa per quella cena di prova. Gli venne il presentimento che stesse nascondendo qualcosa di spiacevole.
Dominic sentì il bisogno di sfiorarle la mano per rassicurarla, ma per qualche motivo parve peggiorare il suo stato d'animo. Prue, infatti, abbozzò un sorriso forzato e preferì concentrare lo sguardo sul panorama che scorreva davanti a loro.
Le immense campagne inglesi li inghiottirono per miglia, regalando loro la bellezza di quei paesaggi bucolici, che non sembravano esser stati intaccati né dall'uomo né dal trascorrere del tempo.
Prue respirò a pieni polmoni quell'aria pulita dal finestrino abbassato. «A volte il caos della città mi fa soffocare» mormorò.
Arrivati alle porte di Canterbury, Prue diede a Dominic le istruzioni per raggiungere l'abitazione dei Barnes, una maestosa villa circondata da acri di giardino che si trovava fuori dal centro, nel cuore di una grande distesa di vigneti appartenenti alla famiglia di Michael.
A dare loro il benvenuto, non appena raggiunsero il cancello, fu un maggiordomo dall'aspetto attempato che gli fece un rispettoso inchino e che li invitò a proseguire con un gesto della mano.
«Non è che ti stai sposando con William, vero?» la prese in giro Dominic, colpito dalla regalità del luogo.
«Purtroppo è già stato preso» gli diede corda lei, all'apparenza più rilassata.
La villa, che sarebbe stato più corretto definire castello, ricordava quegli antichi manieri della nobiltà inglese che era possibile ammirare nelle serie tv in costume. Era molto più grande e regale di come l'aveva descritta Prue. Dominic si sentì un inetto al cospetto di tanto lusso, dandosi per l'ennesima volta del povero illuso: non sarebbe mai stato all'altezza di competere con Michael.
I genitori di Prue, i signori Rogers, salutarono Dominic freddamente, come sempre. Erano elegantissimi nei loro completi ingessati, così come il resto degli invitati.
La vasta terrazza che si affacciava sull'immenso giardino ospitava circa una cinquantina di persone, più un'orchestra che suonava musica classica. La sorella di Prue e suo marito non erano potuti venire a causa della tempesta che si era scatenata a Seattle nelle ultime ore, perciò sarebbero arrivati un giorno o due prima del matrimonio. Prue non si era mostrata molto dispiaciuta, dato che con sua sorella i rapporti non erano dei migliori.
Erano presenti anche molti cugini e parenti di Prue che lui non aveva mai visto, e lei lo presentò a tutti orgogliosamente dicendo "Questo è il mio migliore amico", ignara che quell'appellativo facesse solo del male a Dominic.
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Il mio pensiero felice - DEMO
ChickLitRomanzo completo disponibile su Amazon, in ebook e cartaceo, edito Chrysalide Publishing. Dominic e Prue sono migliori amici dai tempi del liceo e hanno sempre vissuto in simbiosi. Dominic ha capito di essere innamorato di lei da anni, ma per paura...