Prue aveva dovuto scusarsi con tutti i parenti di Michael da parte di Dominic, inventandosi che stava passando un brutto periodo al lavoro e che quindi era stressato. Si era odiata per averlo dovuto fare, ma non aveva avuto altra scelta.
Aveva pregato Michael di ignorarlo e lui aveva acconsentito, nonostante la riluttanza. Dominic non gli era mai stato particolarmente simpatico nemmeno prima, anche se da quando gli aveva mentito sulla sua sessualità pareva che gli andasse un po' più a genio. La cena si era conclusa e adesso gli ospiti chiacchieravano tra di loro con flûte di champagne in mano, servite dai camerieri del catering.
L'orchestra continuava a suonare una melodia soporifera, che a lungo andare l'avrebbe fatta addormentare in piedi. Adele, la madre di Michael, stava ancora commentando in maniera maligna la scenetta che si era consumata a cena con delle signore dall'aria altrettanto snob e superficiale.
«Avresti potuto frenare i tuoi genitori, Mike» lo rimproverò Prue, intenta a far girare il contenuto della sua flûte con un movimento pigro del polso.
Michael roteò gli occhi al cielo, accompagnando il gesto con un sospiro rassegnato. «Lo sai come sono fatti, non devi badare a quello che dicono. Loro sono solo... tradizionalisti, ecco» minimizzò, per poi continuare a sorseggiare in tutta tranquillità dal suo bicchiere.
Prue sbuffò scocciata, incurante di risultare poco signorile. Si chiese se anche in futuro, dopo il matrimonio, avrebbe sminuito così anche le discussioni che riguardavano loro due.
«A tua madre non va bene niente, comunque. Poco fa mi ha chiesto perché non ho indossato l'abito che mi ha regalato per il mio compleanno» borbottò con il naso arricciato dal disgusto.
Adele le aveva fatto confezionare un vestito direttamente da Parigi, si trattava di un capo di alta moda che lei riteneva osceno. Aveva dovuto fingere un'espressione di meraviglia, nel momento in cui aveva aperto la scatola.
Color cipria, abbottonato quasi sotto il mento, non accarezzava per niente la sua figura ed era lungo fino alle caviglie. Sembrava un vestito da educanda di fine Ottocento. Non l'avrebbe messo nemmeno sotto tortura, già era stata un'agonia doverlo provare davanti alla futura suocera, che non si era risparmiata di criticare in maniera velata la sua corporatura. A sua detta non era colpa del modello, che era totalmente inadatto per la fisicità a clessidra, ma delle sue curve eccessive. Un vestito simile poteva stare bene solo a una donna molto alta ed esile, non certo a Prue; per questo le era balenato il sospetto che avesse scelto di proposito un vestito che non poteva valorizzarla solo per prendersi gioco di lei.
Michael le cinse la vita con un braccio e le depositò qualche bacio sul collo. «Potevi farla contenta, però. Non ti costava niente per una sera. Lo ha pagato una fortuna» osservò.
Prue si scostò da lui, gli occhi sgranati, quasi non credesse che quello davanti a lei fosse proprio il suo fidanzato. «Quindi stai dalla sua parte!» provò a contenere l'incredulità e il volume della voce, ma invano. Alcuni visi, infatti, scattarono verso di loro.
Michael accennò un sorriso imbarazzato, come per scusarsi. Si stava scusando per lei? E per cosa? Lo metteva in imbarazzo, forse?
«Non dire sciocchezze, piccola. Penso solo che potresti accettare qualche compromesso, ogni tanto» cercò di rabbonirla.
Prue non si lasciò ipnotizzare dal suo profumo costoso e dal suo fascino impeccabile, non stavolta.
«Vado a cercare Dominic» rispose secca.
Dominic era sempre stato dalla sua parte. Sempre. Non aveva mai dovuto insistere perché lo facesse.
Non sentì la replica di Michael e nemmeno le interessava: si avviò per i gradini alla svelta, per quanto i tacchi le permettessero.
STAI LEGGENDO
Il mio pensiero felice - DEMO
ChickLitRomanzo completo disponibile su Amazon, in ebook e cartaceo, edito Chrysalide Publishing. Dominic e Prue sono migliori amici dai tempi del liceo e hanno sempre vissuto in simbiosi. Dominic ha capito di essere innamorato di lei da anni, ma per paura...