Capitolo 5.

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Prudence non l'avrebbe ammesso neanche sotto tortura, ma si era voluta vendicare con quella doccia fredda. Era più facile prendersela con Dominic per quelle sensazioni inopportune che con se stessa.

«Brutta stronza, te la farò pagare!» ululò il ragazzo, intento a tamponarsi il viso e i capelli con un asciugamano che gli aveva procurato Prue. Quest'ultima si limitò a fargli il verso e a mostrargli la linguaccia. Si sentiva un po' più tranquilla adesso, era tornata nella sua comfort zone.

Un Dominic che la insultava era molto più gestibile di un Dominic che le chiedeva se sarebbe andata a letto con lui.

«Tieni questo e non rompere, ti aspetto qui fuori.» Prue gli porse un phon e si chiuse la porta alle spalle per permettergli di svestirsi e asciugarsi come meglio poteva.

«Non ti parlerò mai più, Prue, mai più! Cazzo» prese a strepitare lui.

Quasi quasi lo preferivo ubriaco.

Sorrise divertita a quel pensiero, ma le labbra si incurvarono immediatamente verso il basso, quando si ricordò che erano nella tenuta dei Barnes e che sarebbe dovuta tornare dal suo fidanzato e dai suoceri.

Per un attimo si era dimenticata della pseudo discussione con Michael e della frottola che si era inventata sul conto di Dominic, e si era sentita leggera. Avrebbe preferito restare lì, nascosta in quella stanza degli ospiti, a prendere in giro il suo migliore amico.

Fece un lungo sospiro, nel tentativo di darsi coraggio. Era davvero sicura di poter affrontare ogni giorno quel senso di inadeguatezza, una volta che lei e Michael sarebbero convolati a nozze?

L'arrivo di Dominic la obbligò ad archiviare quelle riflessioni scomode. Sembrava tornato in sé, almeno in parte, visto che non aveva più l'espressione sorniona: adesso il suo sguardo lanciava saette. La superò senza rivolgerle la parola, sfiorandole di proposito la spalla.

Prue emise l'ennesimo sospiro mesto della serata, conscia che stavolta non sarebbe stato facile chiarire con lui; poi lo seguì con lo stesso entusiasmo di un condannato a morte che si incamminava verso il patibolo.

Non appena misero di nuovo piede in terrazza, Michael le venne incontro, scoccando a Dominic un'occhiata gelida.

«Amore, dove ti eri cacciata? Stavo cominciando a preoccuparmi...» Il tono apprensivo del ragazzo le scaldò il cuore. «Mi dispiace per prima, non devi fare nulla che non ti vada» aggiunse in un sussurro, la sua voce baritonale fu come una carezza sulla pelle. Prue pensò di aver reagito in maniera troppo esagerata per la questione dell'abito. Forse aveva ragione lui, in fondo non sarebbe stata una tragedia indossarlo per compiacere la suocera.

Gli diede un bacio a fior di labbra. «Lascia stare, non parliamone più» lo rassicurò con un sorriso. Vide Dominic con la coda dell'occhio fissarli con i lineamenti contorti dal disgusto. Non se ne curò, il suo migliore amico la prendeva sempre in giro quando la vedeva scambiare qualche effusione con il partner.

Michael le cinse le spalle e la sospinse con una leggera pressione sulla schiena verso i Barnes, che stavano conversando con i genitori di Prue. La ragazza non ebbe il tempo di rivolgere nessuna parola a Dominic: lui, infatti, si era subito allontanato con un gesto di stizza per avvicinarsi alla ringhiera e affacciarsi.

Prue osservò il suo profilo scolpito e irregolare, lo sguardo pensieroso, a tratti triste, mentre Michael la guidava dalla parte opposta. Sì sentì quasi come se qualcuno stesse strappando un parte di se stessa. Come se avessero tranciato di netto un filo invisibile che l'aveva tenuta legata a Dominic per tutti quegli anni.

***

«Una volta che sarete sposati, Prudence non avrà più motivo di lavorare. Potrà stare a casa a occuparsi dei bambini» sentenziò Adele d'un tratto, come se dovesse essere lei a prendere certe decisioni.

Il mio pensiero felice - DEMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora