Capitolo 1

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Correvo cercando di scappare dal mio destino, sapevo che mi avrebbe presa, sapevo che sarebbe riuscito a raggiungermi e poi mi avrebbe lasciato lì, inerme sull' asfalto freddo della strada. Peccato che non fu così. Speravo almeno di non sentire dolore e che in pochi secondi sarebbe tutti finito. Correvo con le gambe che mi bruciavano e poi un tuono che distrusse la mia vita in pochi secondi.
Mi svegliai di colpo ritrovandomi completamente fradicia sul mio letto.
Di nuovo lo stesso incubo che ricompariva ogni notte.
Guardai l'ora sulla sveglia sopra il mio comodino
4:00
Dovevo per forza cercare di riaddormentarmi per questo scesi dal mio letto e andai a prendere le mie solite pillole che prendevo per calmarmi quando facevo sogni pensanti come quello che avevo fatto poco prima.
Tornai nel mio letto aspettando che le pillole facessero effetto cercando di calmarmi il più possibile per far sì che la situazione non peggiori.
Mi chiedo se riuscirò a trovare la forza di cominciare il penultimo anno di scuola, non so se riuscirò a sopportare la solita routine di ogni anno.
Sveglia, scuola, pranzo, studio e dormire, ogni volta la stessa storia. La cosa più brutta però è non potersi mai avvicinare a nessuno per il timore di farle del male.
"Sto facendo la cosa giusta, perché condannare qualcuno ad affezionasti o anche solo a frequentare un mostro come me sapendo che potrei ucciderlo da un momento all'altro?" Al solo pensiero di poter davvero procurare dolore  a qualcuno rabbrividii.
A quel punto giunsi ad una sola conclusione, avrei fatto come tutti gli altri anni.
Niente contatti umani a scuola.
Sarei rimasta sola a combattere contro qualcosa che è sempre stato più forte di me.
Mi appoggiai al cuscino con le lacrime che cercano di uscire ma che come al solito non faccio uscire. Non piango più da quel giorno e non voglio poi che succeda.
Senti l'effetto delle pillole iniziare ad espandersi in tutto il mio corpo finendo così per addormentarmi con un sonno senza sogni.

~~~~~~~~~~~~~

Fui svegliata da un rumore assordante che sembrava non volesse cessare.
Con un po' di difficoltà riuscii a spegnere la sveglia, non rendendomi conto però che avendo praticamente superato il bordo del letto per riuscire a spegnere quell' aggeggio infernale mi ero sporta troppo finendo così con la faccia spiaccicata al pavimento.
" Grandioso..." borbottai frustrata cercando di alzarmi da terra
" Tesoro alza quel tuo bel sederone dal letto!! Devi andare a scuola!!"disse mia mamma dal piano inferiore.
Ecco appunto, il mio inferno stava per ricominciare.
Presi un paio di jeans strappati e una felpa nera dal mio armadio, le mie solite Vans nere per poi andarmi prima a fare una doccia.
Ripensai a tutte le regole che mi ero imposta di rispettare per il bene di tutti e non riuscì a trattenere un gridolino di frustrazione per tutti gli anni che ho dovuto trattenere l'impulso di far uscire l'energia che ho in corpo.
Uscii dalla doccia e dopo essermi lavata i denti mi vestii con le cose che avevo preso dal l'armadio e mi precipitai in cucina dove trovai mia mamma intenta a prepararsi per il lavoro.
Come sempre era radiosa con il suo vestito blu notte che la fasciava facendo risaltare le sue forme, i lunghi capelli marroni, che avevo ereditato anche io, le ricadevano sulla schiena creando onde sulle punte dorate e i suoi due occhi azzurri erano posati sui fascicoli davanti a lei. Io ero uguale a mia mamma, l'unica cosa che cambiava era che al posto dei due diamanti azzurri che si ritrovava come occhi mia mamma, io avevo due occhi color smeraldo che avevo ereditato da mio papà.
"Buongiorno mamma" dissi avvicinandomi a lei
"Buongiorno tesoro, io devo andare perché sono davvero in ritardo e la riunione incomincia tra dieci minuti" disse alzandosi e iniziando a raccogliere i fogli che aveva davanti.
"A Faith per te non è un problema se per stasera rimani a casa da sola? Io credo che finirò tardi e tuo padre rimarrà fuori per un paio di giorni" mi disse con sguardo preoccupato.
Mia mamma era un famoso avvocato sempre piena di lavoro e mio padre non era da meno facendo il poliziotto nelle caserme più importanti della città
Adoravo i miei genitori, mi sono sempre stati accanto anche nei primi mesi dopo quello che era successo.
All'inizio mi facevano domande per sapere se stavo bene o se mi fosse successo qualcosa ma si dall'inizio sapevo che per tenere le persone che amavo in salvo non dovevano sapere niente di quello che mi era successo, nessuno sapeva che cosa ero diventata, perciò ogni volta rispondevo con delle scuse fino a che ho imparato a non far più capire le emozioni che provavo e mi creai una maschera finta per non far insospettare nessuno.
"No mamma tranquilla non preoccuparti per me non è un problema" dissi mentre lei mi sorrideva e si stava avvicinando a me per lasciarmi un bacio sulla guancia. O no! Mi scansai prima che riuscisse ad avvicinarsi ulteriormente e uscii da casa in tutta fretta prendendo le mie cose e salutandola con un cenno della testa. Ormai ci era abituata, sapeva che non mi facevo toccare da nessuno, ma sono sapeva il vero motivo.
Sentivo l'energia che si stava diffondendo in me e cercai in tutti i modi di calmarmi mentre mi dirigevo verso la scuola. Dovevo stare calma o non sarei riuscita a stare un secondo in quella prigione.
La scuola distava più o meno dieci minuti da casa mia per questo ci andavo sempre a piedi, e d'altronde mi faceva anche bene camminare un po' per sbollire ciò che avevo dentro.
Con mio grande dispiacere non mi ci volle molto prima di ritrovarmi all'entrata dell' imponente edificio. Da ogni parte vi erano studenti che parlano e scherzavano tra di loro e poi c'ero io che passavo davanti a tutti loro cercando di farmi notare il meno possibile. Tirai un sospiro di sollievo quando riuscii ad arrivare all'entrata per poi iniziarmi a dirigere verso la segreteria per prendere l'orario delle lezioni.
"Posso farcela" continuava a ripetermi nella mia testa come un mantra.
I miei pensieri vennero però interrotti da una forte spinta che mi fece cadere per terra.
Oh no! Qualcuno mi ha toccato! Come ho fatto ad essere così stupida! Stupida! Stupida! Stupida!
"Scusa non ti avevo vista, ti sei fatta male?"alzai subito lo sguardo ritrovandomi due occhi ghiaccio davanti a me. Mi ghiaccia al posto pensando già al peggio,"Ho no gli avrò fatto mica male?"pensai guardandolo preoccupata non sapendo cosa fare. Nessuno dopo l'incidente mi aveva mai toccata senza che non gli procurassi dolore.
Come poteva il mio contatto non avergli provocato niente?
"Em.. no io sto bene,tu?"chiesi in un sussurro
"No no tranquilla, piuttosto tu sei sicura di stare bene visto che hai tirato una bella botta!"disse rivolgendomi un sorriso preoccupato
"Si sto bene grazie.. ora devo andare" dissi sbrigativa cercando di allontanarmi il più possibile da quel ragazzo.
Non so che cosa, ma in quel ragazzo c'era qualcosa che mi diceva che avrei fatto meglio a stare molto distante da lui.
Non era mai successa una cosa del genere. Nessuno può toccarmi senza ricevere una forte scossa. Come diavolo e possibile? Come minimo avrebbe dovuto gridare dal dolore!
Mi incamminai velocemente verso la segreteria ma la voce del ragazzo mi fece fermare ancora una volta
"Comunque sono Kody"urlo' da dietro
"Faith" urlai di rimando senza girarmi e continuando a camminare.
Fortunatamente arrivai alla segreteria senza altri inconvenienti e dopo aver salutato la signora dietro il bancone presi il mio orario e mi incamminai alla mia prima ora di lezione.
Cosa poteva essere successo? Quel ragazzo non era come gli altri, aveva come uno scudo di protezione che lo proteggeva dall'elettricità o seno' non saprei come spiegarmi tutto ciò. Ma come? Gli scudi protettori non si creano così dal nulla!
Decisi di non pensarci più visto che sicuramente non avrei mai più rivisto quel ragazzo è che comunque gli avrei girato alla larga a tutti i costi.
Non poteva scoprire chi sono veramente. Non dopo tutti questi anni che sono riuscita a non far capire nulla a nessuno.
Entrai nell'aula dove ormai era già piena di studenti che prendevano posto nei banchi e io come al solito mi andai a sedere nell'ultimo banco in fondo per cercare di farmi notare il meno possibile e soprattutto sperando che nessuno si sedesse vicino a me. Dopo l'incidente mi sono tenuta lontano da qualsiasi persona che cercava di avvicinarsi a me finendo così per non avere neanche un amico come tutti gli adolescenti normali hanno.
"Appunto, io non sono un adolescente normale" mi ricordai mentalmente facendo un sorriso amaro.
Le prime tre ore di lezione passarono stranamente veloci e io non staccai mai gli occhi dal mio quaderno per scrivere appunti o per scarabocchiare disegni.
La campanella suonò e io mi alzai dal mio banco per andare a prendere qualcosa da mangiare dal distributore.
Presi una barretta di cioccolato e mi incamminai alla prossima aula in cui avrei avuto letteratura inglese. Le lingue non mi dispiacevano per questo non sono mai andata a male nei compiti in classe di quel tipo.
Varcai la porta dopo aver finito la mia barretta e mi andai a sedere nel solito banco pronta a rimettere gli occhi sul quaderno quando una presenza al mio fianco mi fece trasalire.
"Hey guarda un po' chi si rivede" disse lo stesso ragazzo che oggi avevo colpito in corridoio.
"Non di nuovo lui! Ma perché devono capitare tutte a me!?" Pensai mentre non sapevo cosa rispondere. Cosa avrei dovuto dirgli "Hey ciao ragazzo che per uno strano motivo, che non riesco a capire nemmeno io, quando ci siamo scontrati non sei morto?! A e in più penso che hai anche uno scudo protettivo che non ho la più pallida idea di chi telo abbia creato" a meno che non sia stato lui stesso....
Vedendo che non ero intenzionata a rispondere
"Anche tu in questo corso? Che coincidenza non credi?"disse sogghignando
"Già" digrignai i denti. Non potevano capitare tutte a me!
"Perché oggi quando ti parlavo sei scappata?"disse facendosi subito serio.
Sobbalzai sul posto alla sua richiesta. Cosa interessava a lui? E poi perché diavolo si è seduto vicino a me?!
"E a te cosa interesserebbe? Noi non ci conosciamo neanche" dissi cercando di mantenere il mio tono sicuro.
Stava per replicare quando il professore entrò in classe interrompendolo.
Tirai un sospiro di sollievo e portai il mio sguardo al professore cercando di non prestare attenzione al ragazzo accanto a me che sembrava, con i suoi occhi ghiaccio, non volesse perdere neanche un mio movimento.
Avevo brutto presentimento verso quel ragazzo. Un bruttissimo presentimento.....

~~~~~~~~~~

Ciao fulmini, vi è piaciuto il capitolo?
Volevo avvisarvi che i capitoli dopo saranno molto meno lunghi di questo perché sennò non riuscirei
mai a finirlo in un tempo che non siano più di due settimane e credo che sia meglio uno più corto ma fatto bene.
Questo capitolo così lungo era solo
per introdurre l'inizio della storia.
Se vi va lasciate una stellina,
e al prossimo capitolo!⭐️
Ps: scusate se avete trovato errori!!
cilly❤️⚡️

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