La Terra SenzaColore, molti anni fa
Victor Frankensteinsi portò il calice alla bocca e chiuse gli occhi. Mandò giù ilvino, poi appaggiò il bicchiere sul tavolo. Il suo piede destroscivolò in avanti e Victor si aggrappò al tavolo per non cadere perterra. Batté le palpebre e scosse la testa, mentre immagini confuseprendevano forma davanti a lui.
Si girò di scatto econ il dorso della mano urtò il bicchiere e lo fece cadere sulpavimento. Il fragore raggiunse le sue orecchie attutito.
Victor si appoggiòallo schienale della poltrona, poi al mobile e finalmente raggiunsela cucina. Afferrò la bottiglia di vino e se la portò alla bocca.
Mi manca ilMacCutcheon, pensò.
Victor barcollònella sala accanto e si appoggiò al corrimano. Scese le scale edentrò nel laboratorio. Strizzò gli occhi e distinse la sagoma deltavolo in mezzo alla stanza, poi spostò lo sguardo verso il mobilesulla destra.
Spinse il coperchioin avanti e una folata gelida lo investì.
Victor osservò ilviso pallido di suo fratello Gerhardt, non invecchiato di un giornoda quando lo aveva ibernato più di dieci anni prima, molto prima delSortilegio Oscuro.
Victor allungò unamano verso la guancia di Gerhardt, sfiorò il corpo congelato delfratello e ritrasse immediatamente la mano. Richiuse il coperchio esi girò lentamente. Fece un passo e cadde in avanti, ma afferrò iltavolo da lavoro in tempo per evitare la caduta.
Raggiunse la paretedall'altra parte della stanza e si fermò di fronte alla libreria. Lesue dita tremolanti strinsero una foto incorniciata.
Victor osservò ilvolto della donna nella foto, le sue labbra pallide corrucciate in unsorriso, i suoi occhi sollevati al cielo e il viso spensieratocontornato dai lunghi capelli ondulati.
Victor piegò legambe e si inginocchiò a terra. Si mise a sedere e appoggiò laschiena alla libreria, senza distogliere lo sguardo dalla foto.
"Chi sono quellepersone?" aveva domandato una voce lontana molti anni prima.
"Sono persone menofortunate di noi, angelo mio." aveva risposto la donna della fotoaccarezzandogli la testa. Il piccolo Victor osservava gli uominisdraiati per terra e vestiti di stracci, poi spostava lo sguardosulla madre, e ancora sugli uomini per terra.
"E perché siamoqui?"
"Per aiutarli."aveva risposto Caroline Frankenstein stringendogli la mano. Il loroservitore si era fatto avanti e aveva teso loro una vassoio. Lo avevaappoggiato sul muretto e aveva sollevato il coperchio. I quattrosenza tetto si erano lanciati sul pollo; strappavano i pezzi di cartee si spintonavano tra loro.
Sulla carrozzaVictor aveva domandato alla madre:
"Perché quellepersone avevano tutti qui puntini rossi sul viso?"
"Il demonio."aveva risposto il loro servitore.
CarolineFrankenstein lo aveva fulminato con lo sguardo, poi aveva sorriso algiovane Victor.
"È solo febbre,angelo mio."
"No, è il demonioche si manifesta sui loro volti." aveva ribattuto il servitore.
"Adesso basta,James. Non ti permetto di parlare di queste sciocchezze a miofiglio."
Due mesi dopo ilpiccolo Victor aveva notato che sul volto di sua madre stavanocomparendo dei puntini rossi. Caroline trascorreva le sue giornate aletto, e suo padre proibiva a lui e a Gerhardt di entrare nella suastanza. Neanche Alphonse Frankenstein faceva visita a Caroline. Unamattina Victor era tornato a casa da scuola in anticipo ed erasgattaiolato nella stanza della madre.
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I don't know how to say goodbye
Fantasi"Succo d'arancia, Swan?" Killian posa un vassoio di brioches sulla scrivania, prima di sedersi sul letto; fisso per qualche secondo l'arancione intenso del succo nel bicchiere al di sopra di esso, perplessa. Fu una delle prime cose che mi chiese, il...