CAPITOLO 2

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Buongiorno 😘😘

ADRIAN

Finito di fare l'amore, comunico a Cristine che in serata parlerò con mio padre per dirgli che voglio studiare legge. Sono molto preoccupato, ma penso che mia madre mi aiuterà.

«Dai Adrian, forza e coraggio, io sono con te.»

«Lo so amore mio, sei tu che mi dai la forza in tutto.» Lei mi sorride in un modo dolcissimo e l'adoro quando lo fa. Ci stringiamo le mani e scendiamo le scale insieme. In sala c'è un tavolo lungo, dove mio padre è seduto capotavola e mia madre vicino a lui. Lo zio Shion è seduto al lato di mio padre mentre Chantal è vicina a Nick ed Evelin, con molta eleganza sposto la sedia della mia ragazza e la faccio sedere, poi il mio sguardo incontra quello di Chantal che mi sta osservando, mettendomi in imbarazzo.

La serata procede come sempre. Papà, Nick e lo zio che parlano di affari mafiosi mentre io sono nervoso nel dover dare questa notizia alla mia famiglia.

Siamo nel mese di maggio e a settembre voglio iscrivermi alla facoltà di legge. Devo essere forte e dirlo a tutti, ma non ho il coraggio di prendere parola. Cristine stringe la mia mano sotto al tavolo e ci guardiamo.

«Coraggio», esclama, trasmettendomi tutto il suo amore e la sua determinazione.

«Papà, zio, dovrei dirvi una cosa.» Tutti mi fissano, compresi Nick ed Evelin.

«Cosa devi dirci Adrian?»

«Ecco, io ho deciso di iscrivermi a scuola a settembre.»
«Ma è meraviglioso Adrian», dice mia madre contenta.

«Quale facoltà hai scelto?» domanda lo zio Shion e cala il silenzio, guardo tutti uno ad uno e poi sospiro.

«Voglio diventare un giudice.» Nella sala sembra piombare una nuvola nera, tutti gli sguardi tetri sono rivolti contro di me. Mio zio sembra scioccato e mio padre mi guarda come se fossi il suo peggior nemico. Si pulisce la bocca con il tovagliolo bianco e poi sospira rumorosamente.

«Stai scherzando?» domanda con tono freddo e scostante.

«No papà, sto dicendo sul serio, io voglio combattere la mafia.» Mio padre continua a guardarmi come se fossi un alieno e poi colpisce con il pugno chiuso il tavolo e urla.

«Ma sei impazzito? Che cazzo ti metti in testa?» Nessuno osa parlare e neanch'io.

«Dimmi che è uno scherzo.»

«Papà mi dispiace, ma io mi segnerò in quella facoltà e...»
«Sei una delusione Adrian! Io mi domando sempre che cazzo di male ho fatto nella mia vita per avere un figlio come te!» Mi sento quasi male, sono mortificato e deluso dalle parole di mio padre.

«Damien ti prego.» Mia madre cerca di calmarlo ma lui non l'ascolta.

«Il giorno che ti iscriverai in quella scuola, ti voglio fuori casa mia! Sono stato chiaro? E non avrai neanche un centesimo da me, ti manterrai da solo!» urla e lancia la forchetta sul tavolo, poi si alza abbandonando la sala. Mia madre lo segue e lo zio Shion va via senza salutare nessuno.

«Andiamo Evelin» Sento la voce di Nick.

«Nick aspetta, devo parlare con mio fratello.»

«No, andiamocene. Tuo padre ha ragione e tu devi renderti conto che noi siamo dei mafiosi, studiare legge significherebbe rinnegare la tua famiglia!» Nick si rivolge a me e poi ordina a Evelin e Chantal di andare via. Cristine stringe forte la mia mano e ci guardiamo, accarezza il mio viso e mi abbraccia forte, ricambio perché con lei mi sento al sicuro e amato, lei mi accetta per quello che sono.

Da quella cena disastrosa, sono passati due giorni e Cristine è partita per l'Italia. Sembra che la nonna non stia bene, ma ci sentiamo sempre alle nove di sera per telefono. Oggi è sabato e siamo tutti a casa di mio zio Shion, nessuno ha più parlato del mio discorso fatto qualche giorno fa. In sala c'è anche Chantal, sta aspettando Sebastian che dovrebbe arrivare da un momento all'altro. Verso le otto di sera, mangiamo e mio cugino non si presenta. Noto in Chantal delusione e mi fa molta pena. Finito di mangiare voglio tirarla su di morale e la invito a fare due passi in giardino. Parliamo di tutto, ma la cosa più interessante sono le sue poesie.

«Sebastian odia la poesia.» Scoppio a ridere.

«Sebastian è ignorante in materia.» Lei mi sorride e la trovo dolcissima. Si piega e prende una rosa bianca, la porge verso di me e non comprendo questo suo gesto.

«Puoi metterla nei miei capelli?» Sposta una ciocca dei suoi capelli dietro all'orecchio, mi avvicino e metto il fiore tra i suoi capelli che profumano di fragola e lampone. Ci guardiamo alcuni istanti e lei diventa rossa in viso.

«Sei così diverso da Sebastian», sussurra a voce bassa.

«Lo prendo come un complimento.»
«Infatti lo è.» Sorridiamo e continuiamo a camminare. Arriviamo vicino al laghetto dei pesci e ci sediamo. Dalla borsa lei prende il suo quaderno delle poesie.

«Ho letto le tue dediche Adrian, sono bellissime e profonde.»

«Sono contento che ti piacciano.» Sorrido e porge il quaderno.

«Ho scritto altre poesie, vorrei che tu le leggessi.»
«Va bene.» Inizio a sfogliare il quaderno e quando leggo le sue poesie mi trasmettono tanta dolcezza e amore, una in particolare sembra dedicata al suo uomo ideale che caratterialmente assomiglia molto a me e non a Sebastian. Dovrei sentirmi a disagio, ma in realtà mi sento molto lusingato. Mi porge la penna per risponderle.

''Anch'io penso le tue stesse cose'' Questa risposta la fa arrossire, forse mi sono spiegato male o ha capito che sento quello che sente lei? Ma cosa sente lei?

«Adrian!» Mio padre mi chiama e mi alzo da terra, porgo la mia mano a Chantal per farla alzare e lei mi sorride. Vado verso mio padre.

«Dimmi papà?»
«Non ti sei accorto che sono le undici di sera? Dobbiamo andare a casa.» Le undici? Possibile che sia rimasto tutte quelle ore con Chantal dimenticandomi la telefonata di Cristine? Quando arriviamo a casa, corro in camera perché ho lasciato il telefono lì e trovo cinque chiamate perse. Provo a chiamarla, ma non risponde. Fisso il telefono che poco dopo squilla, un numero sconosciuto, guardo l'ora ed è molto tardi.

«Pronto?» Rispondo.

«Adrian scusa se ti chiamo a quest'ora, sono Chantal, ma non abbiamo finito di parlare a casa.» Sono sorpreso.

«Chi ti ha dato il mio numero?»

«L'ho preso dall'agenda di tua sorella.» La sento sorridere e lo faccio anch'io.

«Lo sai che non si fa?»

«Lo so, ma volevo sentirti,allora della seconda poesia cosa ne pensi?» Mi sdraio sul mio letto e senza rendermene conto passo ore al telefonocon Chantal, dimenticandomi la mia Cristine.

DESIDERIO E POTERE#2 ( SPIN OFF LA MIA LUCE) IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora