Prologo

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Abelavrebbe urlato se avesse potuto, ma le mani dell'uomo che serravanole sue labbra erano una morsa ferrea dalla quale non sarebbe riuscitoa districarsi.

Isuoi occhi erano ciechi, sentiva la morbidezza della seta intorno alviso, poi la durezza delle manette strette ai polsi spinti dietro laschiena.

Erastato immobilizzato in tempi così brevi da non essersene resoneanche conto mentre stava succedendo.

Ilsuo udito era stato reso più fine dalla privazione degli altrisensi, poteva percepire perfettamente i battiti martellanti del suocuore che si dibatteva dentro il petto, poi i gemiti bassi diqualcuno alla sua destra, forse un altro malcapitato come lui.

Inseguito arrivò quella risata bassa e fredda alle sue spalle,il ragazzo che lo stava tenendo fermo posò l'altra mano libera sullasua schiena e iniziò a massaggiarlo lentamente.

Cosadiavolo stava succedendo? Dove si trovava, e soprattutto: Perchélui? Che cosa volevano? Denaro? Informazioni?

Abelprovò a dibattersi ancora, ma un altro paio di mani forti glistrinsero ulteriormente le braccia, mentre un lieve shh sipropagava per quella stanza che sembrava acutizzare qualsiasi suono.

Poili percepì in modo chiaro e distinto, mocassini pregiati chescandivano in modo impietoso i passi di un altro uomo, adesso inavvicinamento verso il resto del gruppo.

Silenzioassoluto, interrotto qualche istante dopo da una voce bassa e gelidacome l'aria in quella stanza.

"Noinon siamo i buoni."

Ilcuore di Abel rombò ancora, martellandocosìforte da coprire quasi del tutto la voce del ragazzo.

Dovettecostringersi a calmarsi per poter almeno sentire come sarebbeproseguito quel discorso.

"Ese siete stati richiesti qui, è probabile che neanche voi lo siate."

Un'altrabreve pausa, poi il suono di quelle scarpe che battevano ancora sulpavimento. "Probabilmente vi starete chiedendo chi siamo e cosavogliamo da voi,unadomanda più che lecita. Vorrei presentarmi a voi come Napoleon. Iosono il capo dei Sons of the Void."

Ilcuore di Abel mancò un battito, non era possibile, non poteva aversentito bene.

"Sonocerto che molti di voi accoglieranno questa rivelazione con un po'di scetticismo. Ma noi siamo reali, lo siamo sempre stati. Operiamoall'interno di questo istituto da ormai un paio di secoli, e nonstarà a me elogiare il nostro indiscutibilmente affascinantepassato. La nostra storia è nota ovunque e a chiunque, far parte deiSons of the Void è l'onore più grande e gravoso che questa scuolapossa riservarvi e noi abbiamo deciso di condividerlo con voi."

Abelrabbrividì visibilmente, quell'oscurità, quella voce, quellasituazione di immenso pericolo,era tutto fin troppo surreale per lui.

"Conoscomolta gente che sarebbe disposta perfino a uccidere pur di avere unapossibilità del genere, ma il sadismo fine a se stesso non è ciòche ci attrae. Vi abbiamo seguiti e studiati per parecchio tempo,possiamo vantarci di sapere tutto di voi, dal più piccolo segretoinsignificante a quello più spaventoso e indicibile."

Abeltremò, stava succedendo esattamente quello che aveva iniziato atemere.

Lorosapevano.

"Parlocon quei pochi eletti che riusciranno a raggiungere i vertici diquesto club, perché credetemi, molti di voi non ce la faranno, névorranno esserci. Far parte dei Void è un compito che porta con séenormi vantaggi. Sarete ricchi, rispettati, protetti come se fostenella migliore delle famiglie, perché questo è quello che saremo.Vivrete una vita da sogno per la maggior parte del tempo e non cisaranno mai segreti tra di noi. Scommetto che tutto questo vi allettacome non mai, ma non penserete davvero che sia tutto qui?"

Ilragazzo si interruppe per un attimo, Abel poteva sentirlo aggirarsitra di loro, soppesarli uno ad uno, come un padrone al mercato deglischiavi, pronto a fare affari.

"Lasciateche vi illumini sulla parte meno piacevole del nostro lavoro.Sappiate che il pericolo sarà più o meno incessante, tutti noidovremo compiere delle azioni spaventose e spesso disumane. I sensidi colpa saranno all'ordine del giorno, a meno che non impariate asedarli in via definitiva, cosa che vi consiglio caldamente di fare.Ci daranno la caccia, perché contrastarci è quello che fanno daanni, ma noi dovremo essere sempre un passo avanti al resto. Lasegretezza è la nostra migliore arma:agirenell'ombra, muoverci con mezzi insospettabili, la nostra vita è comeun'infinita partita a poker contro il prossimo. La maggior partedelle nostre imprese sarà illegale e quindi perseguibile ai sensidella legge."

Abelrabbrividì, tutte quelle parole lo avevano stordito, si sentiva intotale balìa di quella voce, prigioniero di quel mondo orribile eallo stesso tempo affascinante.

"Saretecosì arditi da reclamare il posto che vi spetta nella storia diquesto mondo? O preferirete tornare alle vostre insignificanti vitedi comuni studenti della Van der Meer?"

Ilragazzo rise appena, sprezzante "in fondo, è tutta questione diambizione e fegato, figli miei."

Poisospirò, "per chi decide di restare voglio che sia tutto chiarocome il sole. Ci saranno delle prove da superare, nessuno di voivedrà i nostri volti fino a quando non vi avremo reputati degnidella nostra attenzione, cosa che potrebbe non accadere mai. Per chi,invece, decidesse di andar via, i miei ragazzi saranno felici discortarvi fuori. Aprite le porte. Riflettete saggiamente, perchéstate per compiere un passo da cui non si può tornare indietro."

Lastanza fu immediatamente animata di suoni, ma Abel non riuscì amuoversi.

Sene stava immobile, ancora stretto nelle sue manette, mentre le manidel ragazzo accanto a lui continuavano ad occuparsi delle sue spalle.Da quanto tempo lo stava massaggiando?

"Tuche vuoi fare?" fu proprio quello a parlare,con vocebassa e profonda.

Lamente di Abel si rifiutò dicollaborare, esattamente come i suoi piedi,eppure poteva percepire il via vai degli altri come lui, la maggiorparte di quelli stavaandando via in tutta fretta. E lui che cosa stavaaspettando? Perché non riusciva a muoversi?

"Tirimane meno di un minuto" continuò il ragazzo misterioso, "puoiancora metterti questa strana storia alle spalle e fingere che nientedi tutto ciò sia mai successo."

MaAbel scoprì che, una grossa parte di lui, non provava nient'altroche una profonda eccitazione. Dentro, in una zona recondita del suopetto, l'oscurità si era risvegliata e adesso cresceva lentamente,ma a una velocità costante.

Quelmondo poteva fare per lui, era l'istinto che glielo suggeriva.

Lostesso istinto che gli impediva di muovere i piedi e scappare il piùlontano possibile da quel luogo.

Consua grande sorpresa, anche il ragazzo alle sue spalle dovettepercepire quel cambiamento, perché qualche istante dopo smise ditenerlo stretto.

AdessoAbel era libero di compiere la sua scelta e, con un certo orrore,pronunciò delle parole che non avrebbe mai pensato di poterpronunciare.

"Iorimango."

Into the VoidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora