Il ragazzo rimase immobile, disteso con gli occhi chiusi su quello che doveva essere il letto della sua sporca e misera cella.
Cominciava a capire come si sentiva Giovanni quando era stato rapito dalla sua ciurma.
Non aveva nemmeno provato a scappare, non ne aveva la minima intenzione.
Dopo ciò che era successo, la sua vita non aveva più senso di continuare, quindi si sarebbe semplicemente lasciato andare fino alla morte, una seconda volta.
Anche la rabbia per quella guardia cominciava a svanire, ormai non provava più nulla.-Sei abbastanza silenzioso per essere un prigioniero- disse una voce debole e triste dall'altra parte della parete. Probabilmente l'uomo era nelle sue stesse condizioni. -Di solito le persone provano almeno per le prime ore a trovare una via d'uscita-
-Sono solo realista- sussurrò, decidendo di rispondere solo per scappare alla pazzia della solitudine.
-Sei così giovane...Come mai sei qui?-
Andrea aprì per qualche secondo gli occhi, prendendo un respiro profondo.
Non era convinto di rispondere, e non sapeva nemmeno perché stava continuando quella conversazione con lo sconosciuto, però sentiva il bisogno di farlo.-Non credo siano affari tuoi.- rispose con tono freddo -piuttosto, tu perchè sei qui?-
Si sentii una risata rimbombare per le celle. Una risata però triste e senza emozioni, di un uomo che ormai era distrutto.
-Per amore-
Andre spalancò gli occhi, capendo che probabilmente l'uomo era nelle sue stesse condizioni -anch'io- sussurrò, sperando di non farsi sentire.
-Ho distrutto la sua vita, sono qui per averla protetta. Non ho rimpianti- disse con qualche pausa -Vorrei solo vederla un ultima volta...- aggiunse poi in un sussurro.
-Non mi importa della tua storia, vecchio- mormorò Andrea, nascondendosi nuovamente dietro il suo cinismo. -Ormai è finita. Come me, rimarrai qui per sempre-
-Magari fosse così facile, piccolo...-
-Cosa intendi?- il ragazzo si sedette, guardando istintivamente verso il muro.
-Non mi resta molto da vivere. La mia esecuzione avverrà a breve- Disse con una nota di malinconia.
-Io non... scusa- disse sinceramente Andre.
-Anche tu potresti finire in questa situazione. Devi assolutamente scappare- quasi lo pregò l'uomo- Poseidone e le sue guardie sono crudeli e senza cuore, ma il figlio conosce la compassione-
-Non nei miei confronti- Sussurrò il ragazzo -Se questo è ciò che mi merito, che sia. Sono stufo di soffrire. Perché sei in pena per me?-
-Instinto paterno- mormorò l'uomo -avevo un figlio della tua età, e ormai l'ho perso. Non voglio che un altro padre provi ciò che ho provato.-
-A mio padre non importerebbe più di tanto... ma grazie...-
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Passò qualche ora da quella conversazione, e finalmente qualcuno si avvicinò alla cella.
Ovviamente Andrea non dimostrò la minima emozione, rimanendo impassibile.-Qual'è il vostro nome?- La guardia rimase a distanza, non volendosi avvicinare a quello che per lui non era degno della sua presenza . -Perché siete entrato nel castello? Cosa volevate dal principe?-
Il pirata si limitò a sedersi e osservare sorridendo il suo "rivale con aria di sfida, non aprendo bocca.
-Pretendo delle risposte.-
-Io pretendo di parlare con una guardia più autoritaria. Non tutti hanno ciò che vogliono- alzò le spalle il pirata, facendo infuriare la guardia, che si avvicinò alle sbarre con aria minacciosa.
-Avete toccato il mio principe. Non meritate nulla-
A quelle parole Andrea sentì una rabbia smisurata nascere dentro di lui.
Si alzò, avvicinandosi anch'esso e poggiando le mani sulle sbarre.-Nessuno ha mai detto che è il tuo principe- Mormorò stringendo poi i denti.
-Eppure quando siamo a letto urla sempre il mio nome. Credo che basti per capire di chi è- con un sorriso beffardo decise di prenderlo in giro, capendo bene la sua attrazione nei confronti di Giovanni.
-Non osare toccarlo mai più- la presa sulle sbarre si faceva sempre più stretta.
-Allora penso che dovrò rivedere i miei piani per questa sera... o forse no?- sorrise nuovamente.
Il pirata, non trattenendo più le rabbia, tirò un forte pugno contro le sbarre, facendo sanguinare le sue nocche.
-Sembrate nervoso... vedremo se lo sarete ancora dopo una settimana senza cibo- la guardia si allontanò ridendo, lasciando il ragazzo a testa bassa, quasi in preda a una crisi isterica.
Quando sentì una porta chiudersi, caddè in ginocchio, stringendo i pugni.
Non gli dava fastidio l'idea di rimanere chiuso per sempre, ma sapere che dall'altra parte delle sbarre il suo Giovanni era tra le braccia di un altro uomo lo faceva impazzire.-CAZZO!- Urlò per sfogare tutta la sua rabbia, tirando un altro pugno alle sbarre.
-Parlare dei problemi aiuta a calmarsi- sussurrò l'uomo di prima.
-STA ZITTO VECCHIO! tu non puoi capire...- si morse il labbro il pirata.
-Capisco molto più di quanto tu possa immaginare... e soffro nel sentire qualcuno stare così- l'uomo sembrava sincero. -racconta, ti prego-
-e sia...- Ormai distrutto e senza nessuna voglia di controbattere, Andrea accettò.
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Durante la notte un altra figura si avvicinò alla cella.
Andrea non riusciva a chiudere occhio, e continuava a rigirarsi su se stesso, mentre i suoi pensieri erano rivolti solo al suo amato.-Siete sveglio...?- sussurrò una voce dall'altra parte delle sbarre -Io... vi ho portato del pane.-
Il pirata alzò lentamente la testa, osservando quel ragazzo che gli sembrava quasi un miraggio.
-Giovanni...?- chiese più incredulo che mai. -Cosa ci fai qui...?-
-Vi prego, venite e mangiate in fretta. Non ho molto tempo...- si guardò intorno velocemente, accertandosi di non essere seguito, poi porse attraverso le sbarre un pezzo di pane avvolto in un fazzoletto.
Andrea si alzò, mettendosi esattamente di fronte al ragazzo, che fece un passo indietro intimorito, nonostante la presenza del freddo metallo tra di loro.
-Non ho fame, non ti preoccupare- sorrise debolmente alla sua presenza-Perdonami per prima... sono stato troppo avventato...io...-
- Non potete rimanere digiuni per una settimana... almeno tenetelo con voi e mangiate quando ne avrete voglia...- girò lo sguardo, non volendo incontrare i verdi occhi del suo interlocutore.
Quest'ultimo decise di accontentarlo e di afferrare il pane, sfiorando leggermente la sua mano provocando all'altro un sorriso.
-Ti sono grato- sorrise anche il pirata, incontrando finalmente lo sguardo del suo amato. -Perché lo hai fatto? Dopo ciò che...- si bloccò per qualche secondo.
L'altro si limitò ad abbassare lo sguardo, girarsi e andarsene, sotto lo sguardo confuso di Andrea.
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Giovanni si distese sul letto della sua camera, prendendo un respiro profondo e arrossendo leggermente.
Continuava a pensare a quelle sensazioni che il ragazzo dagli occhi verdi gli aveva donato.
Sensazioni che non era riuscito a provare con Nick, quel pomeriggio, quando era entrato in camera.
Non capiva come fosse possibile.Eppure lui lo conosceva.
Continuava a ricordarsi loro due, su una nave, a guardare le stelle insieme.
Ma era un ricordo confuso. Una cosa mai accaduta.E poi le sue labbra erano familiari, e allo stesso tempo sconosciute.
Rassicuranti ma pericolose
Era sicuro di star impazzendo, ma era deciso a tutti i costi.
Voleva capire chi era quel ragazzo, cosa che non sarebbe stata possibile se la morte lo avrebbe preso prima.Così doveva assicurarsi che esso rimanesse in vita, andando anche contro la volontà di suo padre stesso.
Lui aveva bisogno di saperne di più.
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Oltre L'Oceano 2 ||Camperkiller||
FanfictionBoyxBoy, se ti dà fastidio non leggere. Sequel di "Oltre L'Oceano". *Spoiler* Giovanni, dopo aver scoperto di essere figlio di Poseidone, decide di restituire la sua anima al padre per salvare la vita di Andrea, un pirata che era riuscito a conquist...