Era un lontano giorno di dicembre del duemila e sei ed ero solo una bambina quando a Milano c'era la neve che scendeva, le luci della città che la facevano brillare, i bambini della mia età erano tutti al parco del mio paesino con le loro famiglie a giocare a palle di neve. Bambini felici ovunque con i loro papà che giocavano con loro, li prendevano in braccio, ridevano facevano l'angelo sulla neve con loro.. mentre osservavo questa meravigliosa scena quasi da film, io tenevo la mano a mia madre Elody e volendo giocare con lei le chiesi: << Mamma mamma! Giochi con me? >> Mia madre con aria triste e stanca mi tirò a sè e mi rispose semplicemente: << Dai tesoro, dobbiamo andare a casa >>. Mia madre faceva la donna delle pulizie per mantenere me e mio fratello maggiore Aaron. Io e mio fratello abbiamo sette anni di differenza e ad allora aveva tredici anni, abbiamo sempre avuto un rapporto bellissimo, era il mio fratello/fidanzatino lo vedevo come il ragazzo più speciale del mondo perché mi trattava come la sua principessina da proteggere a tutti i costi.
Mentre io tenevo la mano a mia madre e venivo trascinata, Aaron era davanti a noi che camminava ed esultava per le sue vittorie a Pokemon sul gem boy e ogni tanto mia madre lo riprendeva quando dovevamo attraversare la strada e mio fratello non guardava le macchine.
Arrivati a casa, mia madre si dava subito da fare per cucinare per noi e per mio padre che tornava sempre tardi dal lavoro, usciva la mattina alle 5:00 e tornava a casa alle 21:30 quindi per quell'ora doveva essere tutto pronto, io e Aaron dovevamo essere già lavati asciugati e mettere il pigiama.
Arrivò mio padre a casa e io ed Aaron gli andammo in contro: <<PAPAAAAA>> .
Ci accoglieva sempre allargando le sue braccia, ogni volta che lo abbracciavo sapeva di fumo, il suo giubbotto sapeva di fumo..ma era buono perché mischiato al suo profumo era diventato il profumo del mio papà.
<<Amorii!>>. Mia madre era davanti la porta d'entrata aspettando un bacio da mio padre Bill, ma al posto del bacio c'era solo un "ciao" così mia madre tornò in cucina a preparare i piatti mentre mio padre si andava a cambiare per poi raggiungere me e mio fratello a tavola. Ogni sera a tavola si parlava delle solite cose, andava sempre a finire che mio padre si arrabbiava con mia madre e lei restava tutta la sera con il viso triste e stanco in cucina a lavare i piatti per poi rimboccarmi le coperte per andare a dormire. Ogni sera mio padre prima di dormire si guardava la TV sul divano verde talmente usato che sembrava graffiato da un gatto da decenni, un divano rovinato ma a quanto pare comodo.. infatti ogni notte mio padre dormiva su quel divano e dato che mia madre dormiva tutte le notti da sola io dormivo con lei.. ormai era un'abitudine.
Il giorno seguente io non stavo molto bene e così mia madre non mi mandò a scuola ma restai tutto il giorno a casa con lei dato che non doveva lavorare. L'aiutai a fare i biscotti per la sera così che potevamo goderceli tutti assieme al rientro di mio padre.
Come sempre litigarono a cena ma quella sera mia madre era particolarmente triste tanto da piangere a letto; aveva gli occhietti da cerbiatto lucidi e tristi e il viso minuto e dolce tutto arrossato ma comunque mi sorrise e mi disse di andare a dormire con voce rotta dalla tristezza, quella notte misi la mia piccola testolina sul suo petto e dormì con lei che mi accarezzava i miei lunghi capelli marroni e io che l'avvolgevo con le mie piccole braccia.
Il giorno seguente era una domenica e noi come famiglia evangelica ci preparammo al meglio per andare in chiesa, in più mio padre era il pastore della chiesa e ci voleva tutti in chiesa la domenica. Arrivati nella piccola chiesa da massimo venti persone trovammo già tutti seduti ad aspettare che arrivassimo, mia madre suonava la tastiera e come ogni domenica i soliti anziani pronunciavano il canto da eseguire.. Per una bambina di sei anni erano troppo lente come canzoni ma mio padre mi ordinò di fare la brava, allora non mi restava che ascoltare quelle campane cantare anche se io guardavo sempre e solo mia madre suonare.. Erano le poche volte che la vedevo rilassata.
Dopo i canti venne mio padre con il suo messaggio ed erano le poche volte che lo vedevo, vedevo come si muoveva, le espressioni, le varie tonalità di voce che uscivano dalla sua bocca ed io ogni volta rimanevo incantata a guardarlo.
Dopo il culto era giunto il momento di salutare tutti e per la prima volta vidi un contatto fisico tra mia madre e mio padre.. O almeno mio padre che sfiorava la vita di mia madre.
Tornammo a casa tutto tornò come prima Aaron si mise a fare subito i compiti per il giorno dopo e mio padre lo aiutava anche se ogni volta finiva che litigavano perché Aaron non seguiva i consigli di mio padre e rimanevamo io e mia madre a guardarlo alzare gli occhi al cielo ogni due per tre, così interveniva mia madre: <<Dai Bill lascialo studiare da solo, se no quando impara?>> e mio padre in risposta: <<No, perché è una testa dura e non si vuole impegnare>>. Così finirono per litigare per l'ennesima volta.
________________________________________________________________________________
SPAZIO AUTRICE
Ciao ragazzuole!
Lo so questo capitolo è un po noiosetto ma è solo l'introduzione..
Vi prometto che i prossimi capitoli saranno molto più interessanti!
Mi raccomando mettete tante stelline e commentate!
Cosa succederà tra Elody e Bill?
Come cambierà la vita dei due fratelli?
Lo scoprirete leggendo capitolo per capitolo...
Bacione a tutte voi! :*
YOU ARE READING
Qual'è la mia strada?
Narrativa generaleSophy è una ragazza di 18 anni che vive a Milano con la sua famiglia. Fin da piccola è stata portata ad affrontare molte sfide che la vita le ha dato, con l'aiuto della sua famiglia riuscirà a diventare una ragazza matura prima del previsto, una rag...