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Continuo a sfregare le mani sulle mie braccia per procurarmi almeno un minimo di calore, che allievi i miei brividi.

Appena la nuvola bianca, come al solito, si é dissolta, mi sono ritrovata in questa strada pedonale gremita di ragazzi della mia età, uno dei quali avendo il cellulare acceso mi ha permesso di vedere l'orario e la data.
Non mi sono discostata molto dal giorno, sono sempre al 14 Dicembre, ma l'orario é diverso, sono esattamente le 20:30, poco dopo che mia sorella e Ashton avessero quella brutta discussione.

Ma non é lo sbalzo temporale a sorprendermi, ormai mi sono abituata, quanto il fatto che il freddo invernale ora io lo percepisca, nonostante sia morta, ma non so come né perché.

Sto camminando per questa strada da un bel po' e continuo a chiedermi perché invece di andare avanti, sono stata trasportata ad un'oretta prima dell'incidente provocato da Ashton.

Osservo senza particolare interesse i gruppi di ragazzi che scherzano e si divertono con degli alcolici in mano, qualcuno mano nella mano con il proprio partner, altri invece con dei semplici amici, altri ancora con solo una vodka come compagna.
Mi rendo conto solo ora di quanto io mi senta sola in mezzo a tutti loro, che per qualsiasi problema possono contare su delle persone fidate, possono ballare circondati da amici che si divertono con loro e possono consumare questa notte con una persona che amano davvero.

Io, invece, non ho nessuno al mio fianco che allevi il dolore che si sta accumulando dentro il mio animo, man mano che le vite di chi amo vengono distrutte, non ho nessuno che mi dica 'hey Rebecca, hai bisogno di un abbraccio?'. Tutto ciò perché, anche se volessi, non potrei parlare nè abbracciare nessuno, la gente attorno a me non sa che fra di loro si aggira una ragazza morta in preda all'agonia e alla solitudine.

É proprio in questi momenti che sento la mancanza di Nick.
Vorrei tanto poterlo vedere camminare al mio fianco mentre dice una delle sue solite battute sarcastiche o mentre mi prende in giro per il mio muso lungo.
Mi basterebbe anche solo saperlo accanto a me, sapere che é con me.

Alzo il capo verso il cielo, pieno di puntini luminosi, e ne fisso uno immaginando che lì ci sia lui, che mi guarda spavaldo per aver ottenuto una stella tutta per sé.
Sorrido al pensiero di una sua possibile presa in giro o battuta egocentrica, provando ancora di più un senso di vuoto dentro di me, perché nonostante lo spazio circostante sia pieno zeppo di persone, io ne necessito solo una al mio fianco, per non sentirmi più sola.
E, non mi duole ammetterlo, quella persona é proprio Nick.

A distrarmi dal pensiero del moro é una voce familiare, che arriva molto vicina alle mie orecchie e mi fa voltare.
<<É tutto pronto?>>dice Molly con il telefono attaccato all'orecchio, mentre cammina velocemente fra la folla e mi oltrepassa.
Seguo la ragazza mora, più per noia che per altro, mentre a passo spedito entra in un vicolo stretto e cupo senza lampioni, contrariamente alla grande strada accuratamente illuminata e piena di locali.

<<Devo per caso ricordarti cosa é successo l'ultima volta? Questa sera non si scherza.>>dice la ragazza svoltando ancora, in un altro vicolo, ed entrando in un piccolo negozio, con la vetrina piena di bambole di pezza leggermente inquietanti.

Perché mai Molly dovrebbe entrare in un negozio del genere?

Seguo confusa la ragazza all'interno del negozio e faccio fatica a riconoscere nel buio la sua figura, la quale si affretta a raggiungere una porta sul retro.
Noto che non sta più parlando al cellulare, ma é impegnata a far luce con esso per trovare forse la chiave giusta per aprire la porta in legno rovinato.

Tutto ciò inizia ad inquietarmi a sufficienza, ma la mia indole curiosa mi spinge a continuare a seguire Molly mentre scende la rampa di scale che si trova oltre quella porta.

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