Capitolo 4

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Il giorno seguente...

Un rumore provocatorio risveglia il mio cervello e dà un impulso al mio corpo,portandomi ad aprire gli occhi.
Aggrotto la fronte e con la mano destra cerco di spegnere quel rumore,causato da una semplice sveglia.
Sono le 7:02.
È ora di prepararsi per andare a scuola.
È strano detto da me,ma non vedo l'ora di ritornarci,perché mi mancano i miei compagni,ma dall'altra parte...non vorrei nemmeno avvicinarmi all'edificio.
Sicuramente incontrerò Lorenzo lungo la strada e se non in strada,in giro per la scuola.
Tuttavia,non posso continuare a scappare,devo reagire.
Mi alzo,dopo 5 minuti,dal letto e mi affretto ad andare in cucina e farmi un semplice toast.
So che la colazione è il pasto più importante della giornata,ma la mattina non riesco a mangiare e per questo addento semplicemente un toast caldo.
Dopo la breve "colazione",mi dirigo in bagno per lavarmi.

Mi guardo nello specchio,di nuovo.
Il mio volto presenterebbe una persona normale con una vita normale e con amici normali.
È incredibile quanto possiamo mentire senza volerlo alle altre persone.
Osservandomi meglio,mi chiedo se le persone mi vedano davvero così o sia solo frutto della mia immaginazione.

Dopo essermi lavata e vestita,saluto con un sorriso mia madre e parto.
Parto verso il mio liceo.
Forse all'inizio non ne ho parlato,ma pensavo fosse un dettaglio irrilevante.
Ma se voglio raccontare la mia storia,facciamolo bene.
Vado al "Pablo Picasso",un liceo artistico poco conosciuto presso il mio paesino.
La particolarità di quel posto è che è davvero ben nascosto e per questo poco visibile.
Si trova presso una collinetta,dietro folte mura di alberi che ostacolano la visione.
È raggiungibile solo da autobus autorizzati,poiché la strada è davvero pericolosa e solo ora la stanno restaurando.
Io,abitando abbastanza lontano dalla collinetta,dovrei prendere l'autobus.
In realtà,ho smesso di prenderlo un po' di tempo fa,sempre a causa della mia paura inesistente verso Lorenzo.
A causa sua,mi sono posta dei limiti,alcuni giusti,altri di meno.
Da una parte però,da quando ho iniziato ad andare a piedi,mi sto accorgendo della natura che mi circonda,delle persone intorno a me,dei suoni che arrivano alle mie orecchie.
E ora non riesco a non dirigermi a piedi a scuola.Mi fa sentire meglio,più calma,più sicura.

Mentre pensavo,non mi sono accorta di aver superato già il ponte che attraversa dall'alto il fiume della città.
Lo costruirono solo 3 anni fa per facilitare il movimento delle macchine.
Infatti prima,la cittadina era divisa in due parti:la parte settentrionale e quella meridionale.
Per arrivare dall'altra parte si doveva prima raggiungere l'autostrada e poi uscire per il luogo in cui si voleva andare.
Inoltre,il ponte risalta insolitamente il fiume.
A volte,mi affaccio dal ponte per vederlo.
Da lassù anche le più piccole cose sembrano diverse.
Dell'aria gelida giunge alle mie spalle e mi fa rabbrividire.
Meglio sbrigarsi.

Dopo una trentina di minuti,sono arrivata a scuola.
Il tragitto è stato silenzioso,come piace a me.
Solo ora vedo che l'autobus sta passando.
Si ferma proprio davanti a me.
Troppo tardi,la prossima volta arriva prima.
Scendono tutti,anche Lorenzo che per circa un secondo mi osserva e poi distoglie lo sguardo.
Quel secondo mi è bastato per gelarmi il sangue.
Era uno sguardo pieno di odio verso di me.
Dovrebbe essere esattamente il contrario.
Mi giro e avanzo verso il portone dove tutti i miei amici stanno discutendo animatamente.
Gabriella:Hey ragazzi!
Tutti:Ciao Gabri!
Marta:Come stai?Ho saputo che sei stata male!
Gabriella:Non preoccuparti Marti,è stata una ventata improvvisa di aria,probabilmente.
Ora sto bene,infatti anche mia madre è stata disposta a mandarmi.
Marta:Meglio così!Ah!Ho preso gli appunti anche per te,dato che non c'eri.
Gabriella:Grazie!A proposito,il professore ha detto qualcosa della mia assenza?
Thomas:Certo,vuole bocciarti.
Gabriella:Che cosaaa?
Marta:Non starlo a sentire,lo sai che Thomas è un idiota.
Gabriella:Thomas ti uccido.Ci ho davvero creduto.
Thomas:È bello farti esasperare Gabriella.
Gabriella:È bello essere esasperati da te.
Pura ironia caro.
Con la coda dell'occhio,riesco a intravedere Lorenzo che entra nella scuola.
Quel ragazzo non è mai stato una persona molto aperta a nuove conoscenze,nemmeno quelle vecchie.
Thomas mi distrae dai miei pensieri.
Thomas:Come mai sei già tornata?
Gabriella:Preferivi che non tornassi?
Thomas:No,penso sia strano ammalarsi per un giorno e il giorno dopo venire a scuola.
Marta:Oh smettila per favore Thomas.
Gabriella:No Marta,non preoccuparti.
Fagli credere quello che vuole,ciò che dice non può minimamente toccarmi.
DRIIIIIIIIIIIIIIIN
La campanella l'ha salvato da morte sicura.

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