capitolo 4

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capitolo 4

Louis aveva deciso quella stessa mattina di svegliarsi presto.

Okay, forse non era stato proprio lui a deciderlo, forse si era svegliato dopo un piccolo incubo che aveva fatto, ma non faceva molta differenza, pensava tra se e se.

Dopo essere stato dieci minuti con le mani in mano a non far niente, steso ancora nel suo letto con gli occhi chiusi per cercare di riprendere sonno, si arrese e si alzò momentaneamente, gli scappava troppo la pipì.

Solitamente succedeva così; si svegliava nel bel mezzo della notte con la vescica piena, ci pensava su e constatava alla fine che tra le sue coperte calde si stava meglio e che in ogni caso non avrebbe avuto la forza morale e fisica di alzarsi per andare in bagno, troppo stanco; così si rigirava nel letto e cercava una posizione più comoda in modo tale da non farsela addosso (cosa un po' improbabile, ma egli stesso, si aspettava di tutto) per poi riaddormentarsi.

Quella volta evidentemente non andò così, perché dopo essersi lavato, vestito e pesato (perché si, aveva comprato una bilancia per essere sempre aggiornato sul suo peso) si avviò in escursione in giro per l'hotel.

Pensò tra se e se che avrebbe dovuto starsene a letto a riposarsi per il concerto invece che vagare alle 5.42 del mattino senza una meta precisa.

Niente da fare, Louis era sempre stato un testone e alla fine faceva sempre quello che voleva o che riteneva semplicemente giusto.

Le camere dei ragazzi stavano al quinto piano, quell'hotel contava moltissime camere e altre varie stanze.

Louis iniziò a vagare per i corridoi, non c'era nulla di interessante, pensò sbuffando.

Un leggero rumore allo stomaco lo risvegliò dai suoi pensieri, Louis si toccò la pancia e constatò che aveva molta fame.

Non gli andava di rovinare il suo lavoro, anche solamente di tre giorni, non voleva rovinare i suoi progressi.

Quindi si avviò verso l'ascensore per scendere al piano terra, avrebbe preso una tazza di tè, dopotutto ieri sera aveva mangiato un pugno di zucchine grigliate, la colazione l'avrebbe risvegliato totalmente.

Premette il tasto O e mentre aspettava iniziò a rigirarsi per quella piccola "scatola" di metallo.

Degli avvisi erano attaccati alle pareti dentro a dei quadretti, uno che consigliava che cosa fare se si fosse bloccato l'ascensore, un'altro che diceva di non prendere l'ascensore in caso di incendio, uno che mostrava la piscina interna dell'hotel, un'altro ancora in cui stava scritto il menù del giorno; Louis non lo lesse nemmeno, non era interessato e l'ultimo, era un'immagine con stampata sopra una palestra.

Louis si bloccò all'istante facendo un sorriso sghembo,  non ci mise un secondo a stoppare l'ascensore, facendolo riportare su all'ultimo piano.

Le porte scorrevoli si aprirono e dopo aver superato un corridoio e svoltato l'angolo, si ritrovò davanti a due porte trasparenti.

Louis fece per entrare, ma quelle erano chiuse, erano in ogni caso le 6 del mattino quasi, si diede dello stupido da solo.

In un secondo momento si accorse di non essere solo, apparentemente in quella stanza erano in due, lui e si scoprì essere un anziano uomo che russava, Louis a quelle scene rise sommessamente.

Doveva essere il custode, ipotizzò vedendo il mazzo di chiavi che teneva in mano.

Louis decise di non fare cose troppo affrettate, così si avvicinò piano all'uomo e poi pestò il piede a terra, provocando un grosso rumore.

anorexia||Larry Stylinson Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora