Io e te contro il resto del mondo pt. 2

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Marco tornò a casa poco prima che il padre arrivasse. Salì in camera sua e trovò Apollyon ad aspettarlo accucciato accanto al letto.

Non appena vide Marco, Apollyon cominciò a gironzolargli intorno in cerca di attenzioni.

Marco sorrise: nonostante avesse quasi tre anni era rimasto ancora un cucciolo.

Come lui.

Si buttò sul letto e cominciò a guardare gli stati di WhatsApp. Quasi nessuno stava facendo niente: Sasha aveva messo il solito selfie con un pacco di biscotti, Connie al novanta per cento stava ancora dormendo, Mikasa aveva postato decine di foto della sua serata con Eren, mentre Armin continuava a mettere immagini del viaggio dal quale era appena tornato.

Mise il telefono in tasca e si stese a pancia in su, mentre Apollyon gli leccava la mano.

In quel momento qualcuno bussò alla porta <<Marco, potresti scendere un minuto?>> gli disse la madre <<Arrivo subito>>.

Sospirò.

<<Ho paura di sapere di cosa vogliono parlare…>> pensò.

Svogliatamente si alzò dal letto <<Apollyon, vieni>> disse al cane, che lo seguì come un’ombra.

Arrivò in salotto, dove c'erano i suoi genitori che lo aspettavo.

<<Cavolo, e ora?>> pensò vedendo lo sguardo del padre.

Si mise seduto sul divano davanti ai suoi genitori.

Il padre prese la parola sospirando: <<Marco, dobbiamo parlare>>.

Marco non disse una parola.

<<Vediamo se ho ragione…>> pensò.

<<Immagino che non possa cambiarti, vero?>>

<<Lo sapevo che sarebbe andato a parare lì!>> pensò mentre i battiti del suo cuore aumentavano.

<<Esatto>> rispose calmo e con uno sguardo spento, quasi annoiato.

Sospirò nuovamente. <<Non potresti almeno fare uno sforzo? Solo per sembrare una persona normale>>.

Marco sentì il sangue ribollergli nelle vene e il suo cuore battere all'impazzata. <<Mi spieghi cos'hai contro di me? Non puoi nemmeno immaginare che inferno ho passato in questi anni! Hai anche il coraggio di chiedermi questo? Mi sono stancato di essere trattato come un mostro!>> sbottò, poi mise il guinzaglio ad Apollyon e uscì.

Camminò velocemente fino al quartiere dove abitava Jean. Con un tempismo perfetto arrivò un suo messaggio:

“Marco, hai dimenticato qui il tuo orologio, sto per riportartelo”

“Jean, sono a due minuti da casa tua, avevo bisogno di uscire da quell’inferno di casa mia”

“Capisco… se ti va puoi passare da me”

“Non lo so, ho anche Apollyon con me, e potrebbe sporcare”

“Non preoccuparti. Ti aspetto”.

Mentre leggeva questo messaggio, Marco si rese conto di essere arrivato. Suonò il campanello e aspettò che Jean gli aprisse.

Quando Marco entrò, Jean notò che c’era qualcosa di diverso nei suoi occhi: non erano i soliti occhi dolci, ma ardevano di rabbia.

<<Marco… cos’è successo?>> chiese mentre si sedevano sul divano.

Marco sospirò <<Mio padre, ha avuto il coraggio di chiedermi di provare a comportarmi come una persona normale>>.

Portò le ginocchia al petto e si abbracciò le gambe <<Cos’ho che non va? O meglio, cos’ha la mia famiglia che non va?>>.

Jean si avvicinò e lo baciò sulla guancia <<Tu sei perfetto, Marco>>.

Marco sorrise, poi lo baciò. <<Lo accetterà prima o poi, tranquillo>> disse Jean accarezzandogli la guancia.

<<E se non lo facesse?>> chiese Marco lasciando andare Apollyon.

<<In quel caso saremo noi due contro il resto del mondo>> concluse Jean baciandolo.

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ANGOLO AUTRICE

Stasera vi voglio bene, quindi pubblico roba.

L'altra metà del mio cuore - Attack on Titan fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora