Mi condussero a questa pista e il mio cuore perse un battito. Si trovava dietro al capannone della mensa, era lunghissima e circondava quelli che, mi spiegarono, essere i campi uno e due. Il primo, più piccolo, dedicato agli esercizi a corpo libero, come flessioni e addominali; il secondo, enorme, allestito per un percorso completo, con tanto di pareti d'arrampicata, pertica e altri strumenti di tortura.
Shawn Mendes ci aspettava lì davanti, le braccia incrociate che mettevano in evidenza i muscoli ben definiti. Non attese nemmeno che lo raggiungessimo del tutto, che prese a correre. E noi dietro, manco fossimo cani.
-Venti giri di campo. Siete autorizzati a fermarvi solo quando svenite.- Ordinò e mi lanciò un'occhiata di sbieco.
L'irritazione nei suoi confronti tornò a farsi sentire e decisi di utilizzarla come carburante per non cedere. Avrei corso pure da svenuta se fosse stato necessario. Così, appena mi abituai al ritmo del gruppo, andai spedita per i primi dieci giri. Poi il fiatone iniziò a farsi sentire, insieme alle fitte alle gambe e al sangue pulsante nelle orecchie. Ma non mi sarei fermata.
Celeste, accanto a me, cedette di botto, inciampando sui suoi stessi piedi e non rialzandosi più. Poco dopo anche Cupcake si fermò, troppo gracile per sostenere un ritmo così esagerato.
Altri cinque giri.
I miei polpacci erano stretti da crampi atroci, i polmoni chiedevano pietà, gli occhi erano lucidi. Ma non potevo mollare.
Continuammo a correre e mi sembrò che, negli ultimi giri, la pista non finisse mai. Cercai di concentrarmi sul rumore che producevano gli altri gruppi allenandosi nei campi vicino a noi, ma non era abbastanza per sovrastare la fatica. Mi guardai intorno, facendo vagare lo sguardo su qualsiasi distrazione potesse alleviare quei minuti infiniti, finché non mi resi conto di essere finita esattamente dietro all'ufficiale Mendes. I capelli erano spettinati, il collo madido di sudore e la maglietta leggera gli si era appiccicata alla schiena. Potevo intravedere i dorsali contrarsi per lo sforzo, così come i polpacci e... vabbè dai, anche il sedere. Ero pur sempre una ragazza e lui pur sempre un bel tipo, capitemi.
Quasi senza farlo apposta, riuscii a distrarmi e completammo i giri, rallentando progressivamente fino a fermarci al punto di partenza. Battei il cinque a Penny e ci lasciammo cadere a terra, ansimando per lo sforzo, mentre i gemelli andavano a bere.
Mendes rimase in piedi, sudato ma non affaticato, squadrandomi con sufficienza. Lo guardai a mia volta, non capendo perché avesse quell'espressione corrucciata. Poi, improvvisamente, parlò.
-Complimenti. Non mi sarei mai aspettato che resistessi.-
Spalancai gli occhi e mi alzai per non doverlo fronteggiare in una posizione sconveniente. Anche se pure da in piedi era molto più alto di me. -In che senso?-
Continuò a guardarmi come se non valessi niente, come se non fossi altro che una mosca da schiacciare. -Nessuno riesce mai a finire i giri il primo mese, figuriamoci il primo giorno. Mai avrei pensato che una ragazzina come te ci riuscisse.- Mi sbeffeggiò.
Strinsi i pugni e feci un passo avanti, mentre la rabbia mi infiammava le guance. -Ma come ti permetti? Chi ti credi di essere?- Ringhiai. Anche lui fece un passo avanti e ci trovammo vicini. Troppo vicini.
-Un tuo superiore e non usare questo tono con me. Devi portarmi rispetto, o ti renderò la vita un inferno. Sono stato chiaro?- Sussurrò talmente piano che lo avrei dovuto sentire solo io, se non fosse che era sceso un silenzio tale che la sua minaccia sembrò un urlo.
Mi morsi la lingua, impedendomi di rispondergli male. Per quanto non mi facesse alcuna paura, non avevo nessuna intenzione di prolungare il mio soggiorno lì dentro più del dovuto. Mi dovevo concentrare, vincere quella benedetta gara e tornare a casa prima. Non contava nient'altro.

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ATTENTION | S.M.
Fanfiction" -Come dicevo, abbiamo un metodo un po' particolare: ogni gruppo, sei in tutto contando che ci sono l'A1, l'A2, il B1, il B2, il C1 e il C2, sarà sottoposto ogni due settimane a un esame di conoscenze o a una prova fisica, ricevendo alla fine un pu...