Corro nel bosco, le gambe bruciano mentre risalgo la montagna.
Un lupo nero mi affianca, sorrido e corriamo divertiti, ci fermiamo sulla cima e guardiamo la città degli uomini.
"Ehi Jonny, come credi che siano gli altri umani?" Dico stringendomi le ginocchia al petto.
Ringhia appena e stringo le labbra "d'accordo d'accordo non dico niente calmo"
Mi mordicchia una mano senza farmi male e gli accarezzo la testa, gli faccio la linguaccia "antipatico"
Scodinzola divertito e guardo la città.
Appoggio il mento alle ginocchia e sospiro.
Restiamo fermi per un po' rilassandoci e godendoci il profumo del bosco.
Torniamo alla casetta, è piccola e di legno, era abbandonata e quando ero piccola era davvero disastrata, l'ho aggiustata qualche anno fa e ora è davvero carina.
"Ciao mamma" una bellissima lupa bianca si avvicina a me trottando.
Abbaia e mi lecca una guancia.
Ridacchio e la accarezzo, mamma e papà mi hanno trovata quando avevo sei anni, mi hanno cresciuta con loro e si sono sempre presi cura di me, ricordo poco dei miei veri genitori, ma sono grata ai miei lupi di avermi aiutata a crescere.
Mangiamo tutti insieme, papà ha cacciato un cervo, è davvero bravo ma anch'io lo sono e a volte facciamo a gara.
Papà e mamma parlano tra loro ma ovviamente non li capisco, so solo che stanno discutendo, sarebbe bello se i lupi parlassero come gli uomini, almeno avrei sempre la certezza di quello che dicono, anche se mi basta guardarli per capire cosa vogliono e cosa vogliono dirmi.
Nel pomeriggio passeggio nel bosco da sola, indosso un vestito bianco che mi ha procurato papà, a quanto pare gli umani non vanno in giro nudi, eppure è molto più comodo andare in giro senza vestiti.
Vedo un cervo e gli accarezzo la testa sorridendo, queste montagne sono il territorio di papà, lo so perché quando passa tutti gli animali gli mostrano rispetto abbassando la testa, nessuno lo attacca perché sanno che morirebbero.
Sento un rumore e giro il viso di scatto, prendo la mia lancia e la punto verso un albero.
"Chi sei?" Dico ringhiando come un lupo.
Un ragazzo appare da dietro l'albero, è ferito gravemente, lo guardo male e gli punto la lancia.
"Non uccidermi...ti prego" Dice dolcemente.
Crolla in ginocchio e geme a denti stretti.
Ringhio ancora restandogli lontano, avvicino la lancia alla sua ferita e sposto la maglia guardandola, smetto di ringhiare inclinando la testa di lato.
"Fa male" Dico guardandolo.
"Si fa male" Dice annuendo sorpreso.
"Com'è te la sei fatta?" Dico confusa.
"Un cinghiale mi ha attaccato"
"Un cinghiale?" Lo guardo sorpresa "sei fortunato ad essere vivo cacciatore"
"Non sono un cacciatore" Dice confuso.
"Chi sei tu?"
"Mi chiamo James e tu?"
"Nike" Dico restando lontana da lui, guardo le altre ferite e poi incontro il suo sguardo.
"Perché sei nel bosco Nike? È pericoloso" Dice confuso.
Corrugo la fronte "gli umani sono pericolosi, non il bosco"
Mi guarda attento "hai ragione, in effetti credo che se gli umani non infastidissero i lupi essi non attaccherebbero" Dice cercando di alzarsi, vedo che sta per cadere e lo aiuto senza pensarci.
"Papà mi uccide" mormoro aiutandolo.
"Ci sono altre persone qui?"
"Altre persone?" Dico confusa.
"Altri...umani" Dice confuso.
"Dove sono?" Scatto sull'attenti annusando l'aria, ringhio guardandomi attorno.
"Non ci sono è una domanda"
"Oh non ci sono, questa è la montagna di papà non ci possono essere gli umani"
"Ma tu lo sei"
"No io sono un lupo, come mamma e papà" Dico fiera.
"I tuoi genitori sono...lupi?"
Annuisco "mi hanno cresciuta"
Sento un ululato, salgo sull'albero arrampicandomi sulla cima, ululo e papà mi risponde, ci sono altri umani sulla montagna.
Scendo velocemente "devi andare via, papà ti ucciderà se starai sulla montagna" Dico facendolo alzare "Ti porto a valle"
Mi segue in silenzio mentre sto attenta ad ogni rumore, sento delle voci, spalanco gli occhi "umani" sussurro seria, mi giro di scatto verso il ragazzo "unisciti a loro e andatevene"
"Vieni con noi"
"Io sono lupo non umana" sento i passi e mi arrampico sull'albero facendogli segno di non dire niente.
"Jey" due ragazze e tre ragazzi di avvicinano al ragazzo e lo abbracciano, rimango nascosta.
Annuso e faccio una smorfia, hanno un odore troppo forte.
Sento papà correre verso di loro, spalanco gli occhi, i ragazzi hanno dei fucili, salto su un'altro albero.
"Nike! Aspetta!" Il ragazzo mi guarda e fa per seguirmi.
Gli tiro un pugnale che atterra ai suoi piedi, si ferma e scuoto la testa.
Ricomincio a correre e vedo papà, è più alto di me e cerco di fermarlo.
"Fermo papà fermo! Vanno via papà" Dico cercando di fermarlo abbracciandolo da davanti, fa un'altro passo e sento un dolore acuto al piede, ringhio e papà lo annusa, è ferito "che male"
Mi siedo e soffio sulla ferita togliendo il bastoncino che mi si è conficcato.
"Papà" lui annusa e lecca il piede, ridacchio per il solletico e lo fa ancora facendomi ridere, la ferita si richiude e sorrido "grazie papà"
Annuisce e mi lecca una guancia.
Sorrido accarezzandogli la testa "ti voglio bene papà" lo abbraccio e mi solleva, ridacchio divertita aggrappandomi anche con le gambe, andiamo a casa e mamma ci guarda divertita.
Papà mi lascia a terra divertito e scoppio a ridere, mamma mi lascia qualcosa sulle gambe, lo guardo e vedo un pezzo di stoffa fatto in modo strano.
"Che cos'è?" Mamma mi tocca le gambe "per le gambe?"
Annuisce, lo guardo alzandomi e ci infilo dentro le gambe, lo guardo sorpresa "ohhh ma c'è un buco" vedo un bottone e c'è lo metto dentro "guarda mamma ti piace?"
Annuisce scodinzolando.
"Papà?"
Annuisce anche lui strusciandosi su di me, abbraccio la mamma "grazie mamma, vado sulla cima okay? Torno tra poco"
Annuiscono e corro nel bosco fino alla cima della montagna.
Mi siedo sulla pietra più alta e guardo la città degli umani, penso all'umano di prima e agli altri che l'hanno abbracciato.
Canticchio la ninna nanna che la mia vera mamma mi cantava sempre.
Sento dei passi e respiro profondamente.
"Nike" mi giro di scatto spalancando gli occhi.
"Umani" mi nascondo dalla parte opposta della grande pietra.
"Nike" il ragazzo ferito si avvicina a me e gli punto una pietra appuntita.
"Ti ho detto vai a casa" indietreggia mentre ringhio minacciosa.
"Non puoi restare sola nel bosco"
"Io posso tu no" Dico seria.
Qualcosa mi tocca una gamba, prendo in braccio il cucciolo di cinghiale che chiude gli occhi rilassandosi.
"Dovete andare via" Dico seria.
"È un cinghiale quello?" Dice il ragazzo sorpreso.
"Ovvio" Dico alzando un sopracciglio "non ne hai mai tenuto uno in braccio? è morbido e cicciottello"
"Posso?"
Annuisco e glielo do "non fargli male però" Dico dolcemente facendogli vedere come tenerlo.
Il cucciolo si agita e lui cade, prendo il cucciolo e lo tranquillizzo.
"Che male" mormora il ragazzo gemendo, una ragazza lo aiuta.
"Stai bene Jey?"
"Si..." Dice sospirando.
Vedo che il sole sta per tramontare.
"Vi accompagno a valle" Dico seria, sento un grugnito e guardo la mamma del piccolo, mi avvicino a lei e glielo metto vicino, le accarezzo la testa e se ne va con il cucciolo.
"Si sta facendo buio" Dice una ragazza spaventata.
"Andiamo" li porto verso valle e restano in silenzio.
"Come ti chiami?" Dice uno dei ragazzi.
"Nike"
"Cosa ci fai qui?" Alzo gli occhi al cielo.
"Ci vivo"
"Nel bosco?" Dice scioccato.
"Nel bosco"
Non lo sento camminare "cammina o i serpenti ti morderanno" Dico seria.
Impreca ricominciando a camminare.
Un cervo si ferma e ci guarda confuso, si avvicina a me e passo una mano tra il suo pelo ruvido "corri" sussurro al suo orecchio, scatta a scappa correndo.
Andiamo verso la valle, sento dei passi e mi blocco, papà appare, di dimensioni decisamente più piccole del solito.
"Papà" Dico indietreggiando e mettendomi davanti ai ragazzi.
"Nike" Dice Jey dolcemente.
"Andate indietro" Dico seria "li sto portando a valle papà, non torneranno"
Lui ringhia furioso.
"Papà? Ma è un lupo!" Dice il ragazzo che mi ha chiesto il nome.
"L'ha cresciuta" Dice Jey serio.
"Papà per favore" Dico allungando una mano verso di lui, mi mostra i denti e corrugo la fronte "mi stai mostrando i denti?"
Si avvicina a me e i ragazzi indietreggiano.
Mio padre torna grande come prima e lo guardo negli occhi.
Mi guarda minaccioso e io corrugo la fronte "non li ho cercati io d'accordo? Sono arrivati e li sto portando a valle, moriranno se li lasciamo soli" Dico seria.
Mi guarda attento e respira pesantemente.
Si sposta e torna piccolo, annuisco "Andiamo" li porto verso valle, papà ci segue, li lascio al confine e guardo la città illuminata.
Jey si blocca e mi guarda "Nike vieni con noi"
"Non posso" faccio qualche passo indietro e papà ringhia appena contro Jey "Andiamo papà"
Cominciamo a correre tra gli alberi e torniamo a casa.

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La ragazza che guardava il mondo da lontano
FantasyUna bambina scomparsa, una leggenda, tutti la credono morta esattamente come lo erano i suoi genitori. Una ragazza cresciuta nel bosco, ritrovata da un gruppo di ragazzi di città, una ragazza un po' selvaggia, una ragazza che parla coi lupi. Il suo...