Una sola paura ha due nomi.

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"Sveglia Jane, mancano solo ventiquattro giorni e poi tutto sarà finito."

È questo ció che la mia continua a ripetermi sistematicamente la mia mente ogni mattina; è come se fosse un countdown automatico che neppure io ho programmato. Insomma sono sempre stata uno schifo nel ricordare le cose, eppure, ricordare il giorno della mia morte mi veniva davvero semplice. Come se fosse qualcosa di felice, di bello.

C'era qualcosa di buono nella morte di una persona allora? Effettivamente nella mia c'erano tanti aspetti positivi.

Ventiquattro giorni. Solo ventiquattro fottutissimi giorni.

Ce la potevo fare. Ero sopravvissuta per diciassette anni, ce l'avrei fatta per altri ventiquattro giorni... no? Ma d'altronde era sempre stato così, man mano che la fine si avvicina ci si sente sempre più stanchi e intolleranti, sembra appunto che non arrivi mai.

Dovevo solo ammazzare il tempo per un altro po'.

Mi alzai dal letto e meditai sul da farsi: quello teoricamente sarebbe stato il mio primo giorno di scuola dopo la sospensione, ma non avevo nè la voglia nè lo stimolo giusto per andarci. E poi, non avrebbe avuto senso entrare alla seconda ora, avrei fatto comunque tardi.

Stranamente, peró, avevo fame, il mio stomaco cominciava a bramare cibo ed era alquanto plausibile visto che la sera prima avevo saltato la cena. Insomma, anche in quel caso avevo avuto dei motivi più che validi: a cena c'era stata mia zia Margaret e aveva portato con sè il suo secondo figlio Joel e la sua odiosa fidanzatina del cazzo, Katia.

Ammetto che fra tutti i miei parenti loro erano quelli che odiavo maggiormente. Zia Margaret non sembrava essere particolarmente affezionata ai nipoti in generale, figurarsi dunque a me... credo che la sua ultima telefonata per me fu al mio dodicesimo compleanno, dopo quel giorno dubito fortemente di averci parlato. Non avevo nulla contro di lei, tutto sommato lei era l'unica a sganciare delle banconote da venti quando veniva a trovarci... chissà se lo aveva fatto anche ieri sera o se, anche lei, si era totalmente scordata che a quel mondo esistevo anch'io.

Il vero problema della cena peró non era stata lei quanto quello spocchioso odioso di Joel. Lui era proprio l'odio fatto persona.

Quegli occhi, quella risata snervante, quel suo essere tutto muscoli e niente cervello; lo trovavo così irritante che probabilmente avrei preferito prendermi a coltellate nello stomaco anzichè passare un minuto con lui. Per non parlare poi della sua attuale fidanzata... lei, sì, che era un personaggio.

Premetto che di tutte le fidanzate che ha avuto, lei è sicuramente una delle peggiori e lui non ha mai avuto buon gusto. Credo che ad ogni occasione in famiglia, ne presentava una diversa.

La prima era stata Ilary, una ragazza cicciotta e poco intelligente, la vedevi ridere ed annuire, non sapeva fare altro. La seconda era stata Dominique. Ecco lei era la migliore in assoluto: più piccola di lui di qualche anno, ma molto intelligente e disponibile, aveva proprio un bel caratterino... sorte volle che peró quel testa di cazzo la lasciasse, e che qualche anno dopo lei morisse per via di un tragico incidente. Pace all'anima sua.

Infine giungiamo alla terza ed ultima fidanzata, la famigerata Katia, che oserei chiamare la Kylie Jenner dei poveri. E già odio dal profondo del cuore la Jenner, immaginate lei che oltre a definirla Kylie le sto anche dicendo "dei poveri".

Ad ogni modo, Katia non è una ragazza bella o sveglia, lo si puó capire dal pessimo gusto che le permette di sembrare ad ogni occasione e con ogni indumento uno zoccolone da combattimento, e dal famoso discorso sulle varie catastrofi naturali in cui confessó che, nei suoi ventisette anni di vita, aveva sempre creduto che i terremoti ci fossero solo in pianura.

Jane Is DeadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora