Quando il calore si fa intenso e il desiderio si fa vivo.

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A diciassette anni, secondo la cultura giovanile, se così vogliamo definirla, si dovrebbe aver perso la verginità da almeno un anno. Non importa come, dove e con chi. L'unica cosa che conta è averla persa, essere entrati a far parte del mondo dei grandi.

Ovviamente, da buona Jane Frosten che si rispetti, io non sono stata a questa regola.

Esatto: la bella e psicopatica Jane Frosten è ancora vergine. Forse non c'é nulla di male in questo, forse è perfino la cosa più giusta che una ragazza possa scegliere di fare... ma io non ne sono affatto soddisfatta o convinta. Odio il fatto di essere ancora vergine.

Da sempre la verginitá è stata vista come una cosa quasi divina, che contraddistingue la tua purezza, che ti avvicina alla verginità e castità della Madre Maria Vergine e Santa.

Ma sai qual è la veritá?

Io sono agnostica e se Maria fosse vergine o meno, poco mi importa, ognuno fa le proprie scelte in vita... le mie saranno sicuramente tutte diverse da quelle di Maria.

Sai, ho sempre avuto un rapporto ambiguo con il sesso: in pubblico fingo di non aver neppure praticato autoerotismo, mentre individualmente avrei davvero voglia di provare quasi a fare di tutto. E alt! Solo perchè sono vergine non vuol dire che non ho mai visto un pene in vita mia o che non abbia la più pallida idea di come avvenga un rapporto sessuale. Al contrario, forse ne so più di quanto ne sappiano tutte le ragazze che si vantano di farlo almeno una volta a settimana con il loro ragazzo.

Perchè tutto questo?

Beh, da bambina trovai per puro caso delle videocassette di mio padre fra le mie dei cartoni animati, ne misi una per sbaglio mentre ero alla ricerca de "La Sirenetta" e vidi una scena un po' troppo spinta per la mia età, parlo di quando avevo 5/6 anni. La estrassi immediatamente, convinta che avessi immaginato tutto, e ripresi con la mia ricerca. Ma i giorni passarono e, per qualche strana ragione, i miei pensieri si riversavano sempre su quella cassetta.

Ero ossessionata così tanto dal pensiero di non sapere cosa diavolo fosse quell'immagine che, non appena i miei uscivano e magari mi lasciavano sola per qualche ora, io andavo a mettere quella cassetta nel videoregistratore e la guardavo.

Incredibile, eppure, la piccola Jane Frosten già sapeva tutto sul sesso e, inaspettatamente, sentiva una sorta di calore proprio in mezzo alle gambe e un desiderio prorompente di sapere cosa accadesse alla fine di tutte quelle scene che vedeva.

Venni a sapere presto il finale di tutte quelle scene, di tutti quei corpi che si univano in quell'atto che nella mia mente sembrava perfino giusto... e pensai, nella mia ignoranza, di conoscere abbastanza cose da non volerne sapere più a riguardo.

Penserai come sia possibile che una bambina sappia certe cose, e sia anche abbastanza matura da capire che certe cose debbano rimanere segrete.

Me lo chiedo anch'io, visto che a quell'età la mia materia grigia funzionava meglio di ora.

Sai all'inizio avevo deciso che non avrei mai più guardato una cosa del genere, che avrei fatto finta di niente e che, ovviamente, avrei dimenticato tutto; non avevo messo in conto che, sì, le immagini potevano sparire, ma le richieste del mio corpo no.

Mi sono sempre sentita a disagio per questa cosa, ma come poteva essere altrimenti? Insomma, sono stata forse l'unica bambina a sei anni a voler provare tutte quelle cose che vedevo. L'unica decenne a sentire quel pizzicore fra le gambe mentre studiava e, dunque, a dover stringere le gambe e muoverle su e giù per tentare di attenuare quel fastidio così piacevole. L'unica tredicenne a guardare del porno tutte le volte che il desiderio era incontrollabile e... l'unica diciassettenne ad essere ancora vergine nonostante tutto.

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