Vetro

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Non so se c'è un modo per tirarla fuori da qui, ma lo troverò.  So che lo troverò. Cerco qualcosa nei dintorni di questa inquietante fermata, ma non c'è niente oltre le ombre delle altre persone. La mia migliore amica è qui davanti a me in un posto alquanto tetro e io non sono in grado di salvarla. Non posso neanche toccarla, perché ogni volta che ci provo la mia mano la trapassa.

Nebbia.

Ecco cos è. Un' ombra nella nebbia. Irraggiungibile ed intoccabile.

Sono piuttosto sconvolta, se non posso toccarla come faccio a svegliarla.

"Lo so che puoi sentirmi. Ovunque tu sia."

Nessuna risposta.

" So che siamo in un posto strano, ma ti devi fidare di me. Usciremo da qui. Insieme."

Niente.

"Andrea"

La mia voce è quasi un urlo soffocato e sento il panico espandersi sul mio petto e nella pancia. Mi sento male. Non riesco a stare in piedi e mi accascio ai suoi piedi. Ho gli occhi umidi. Mi ricordo che l' avevano presa in giro per il suo nome dicendo che era da maschio, ma lei ne andava fiera. Era speciale. I suoi occhi erano sempre felici, pronti ad aiutare l'altro e a sostenerlo. Non mostrava mai la sua tristezza. Ma c'era. 

E io lo sapevo.

Comincio a urlare, solo nella mia testa. Comincio a picchiare contro le sue gambe di nebbia. Non posso perderla.

Non ora.

I miei pugni si fanno più forti. Lei si fa più dura. Quasi materiale. Ma io non mi fermo. La tristezza che ho dentro è più forte di me. Comincio a sentirmi le mani fredde cosparse da qualcosa di caldo.

Sangue.

Non mi fanno male.

Caccio un urlo e lei si spezza. Mille pezzi di vetro. In effetti lo era,

trasparente e fragile come il vetro.

Fallen, il lato oscuro delle coseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora