Capitolo 2

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Metto una mano sul cuore e lo sento battere forte forte. Ho anche il fiatone.

Sono riuscita a trovare un nascondiglio dietro a dei cespugli. Qui non riuscirà a trovarmi.

Guardo tra le foglie, per vedere se è vicino, ma non c'è nessuno. Vedo solo tanto bianco, tanta tanta neve e c'è tanto silenzio. Troppo silenzio.

<Bu!> dice una voce, mentre con le mani mi stringe i fianchi.

Lancio un grido.

Mi giro ed è papà.

<Nooo! Come hai fatto a trovarmi? Ero nascosta così bene> piagnucolo.

<Impossibile non vedere il tuo cappotto rosso in mezzo a tutto questo bianco> dice lui.

Abbasso lo sguardo. Forse ha ragione.

<Adesso devo solo trovare la mamma, così sarò io il vincitore> continua, guardandosi intorno per cercarla.

Esce dal mio nascondiglio e io lo seguo. Fa qualche passo, si ferma per guardarsi intorno e poi riprende a camminare.

Una palla di neve lo colpisce sulla spalla e colora di bianco il suo giaccone nero. Lui si gira immediatamente, ma non vede nessuno e nemmeno io. Papà si china lentamente senza staccare gli occhi da quella direzione, raccoglie un po' di neve con le mani e forma una palla. Lo imito. Mi abbasso e raccolgo un po' di neve tra i miei guantini rossi.

Un'altra palla di neve arriva da sinistra e colpisce papà. Ci giriamo subito e vediamo un cappellino di pelliccia bianca nascondersi dietro al cespuglio.

Papà fa qualche passo e poi comincia a correre verso quella direzione.

Mamma fa un urletto, esce dal suo nascondiglio e scappa. Papà la insegue e le lancia addosso la palla di neve che aveva ancora tra le mani. Lei continua a scappare. Poi si ferma, si china a terra, prende la neve e gliela lancia. Lui ne prende altra e risponde al suo attacco.

Io, che sono rimasta un po' indietro, mi avvicino a loro. Prendo della neve e la lancio contro papà. Mamma, che vede che sto dalla sua parte, si mette di fianco a me per ripararmi dai colpi. Una palla di neve mi prende. Mi abbasso a raccoglierne un'altra e rispondo all'attacco.

Andiamo avanti non so per quanto tempo a ridere e giocare. Quando alla fine siamo tutti e tre stanchi, ci buttiamo a terra nella neve. Mamma comincia a muovere braccia e gambe e io la imito. Poi ci alziamo e guardiamo i tre angioletti che abbiamo fatto.

<Adesso andiamo ad asciugarci e cambiarci che è quasi ora di cena> dice mamma, accarezzandomi i capelli bagnati.

Rientriamo tutti e tre in casa, io in mezzo a loro. Mi prendono per mano e mi fanno volare in alto. Rido, felice.


<Vieni, Bianca. Adesso che hai i capelli asciutti, posso acconciarteli> dice la mamma.

Mi avvicino alla mia toeletta e mi siedo davanti allo specchio. Lei prende la mia spazzola e mi pettina i capelli delicatamente. Mi piace, è rilassante.

<Hai proprio i miei capelli, tesoro> dice facendomi due trecce e fermandole con due fiocchetti rossi. <Neri come l'ebano.>

Si china e appoggia la sua guancia alla mia. Lo specchio ci riflette entrambe.

<Hai anche i miei occhi verdi, le mie labbra rosse e la mia pelle chiara. Ma tu sei molto più bella> dice guardandomi negli occhi riflessi dallo specchio.

È vero. Siamo simili, ma lei è molto più bella. Da grande voglio essere proprio come la mia mamma.

Bianca come la neve, Rossa come il fuocoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora