24 dicembre 1843
Mille fiocchi candidi e delicati sfuggivano al grigio cenere di quel cielo tanto freddo quanto luminoso che sovrastava l'aria di festa che avvolgeva la città di Vienna.
Ogni negozio metteva in mostra i propri addobbi e luminarie per attirare i ritardatari che si adoperavano a terminare frettolosamente i propri acquisti. C'era chi si scambiava saluti, chi si fermava per qualche chiacchiera, chi s'affrettava a sbrigare le proprie faccende e chi invece passeggiava serenamente in quella nevosa e piacevole giornata di dicembre. Seduto al tavolino di un elegante bar, un gentiluomo sfogliava attentamente le pagine di un giornale, sbuffando il fumo di un sigaro, mentre in piazza i bambini si divertivano a fare a palle di neve, correndo da una parte e dall'altra, rallegrando l'aria delle proprie gioiose risa.
Da un'ampia finestra di una ricca e maestosa casa signorile una giovane osservava curiosa e divertita quello spettacolo colorato e vivace: ogni anno un'irrefrenabile via vai di persone ravvivava la città durante il giorno della Vigilia.
Siccome era da tutta la giornata che era chiusa in casa, pensó bene di unirsi a quel festoso brulicare: dopotutto, una boccata d'aria fresca non le sarebbe certo dispiaciuta.
Così indossò lo scialle e uscì di casa, lasciando al maggiordomo Antoine l'incarico di avvisare il signor Wimmer, suo padre, della sua uscita pomeridiana.
Non appena fu fuori, il freddo le pizzicò subito il viso, arrossandole le gote.
Alzó lo sguardo per ammirare il grigio del cielo invaso dal bianco della neve, e un delicato fiocco si adagió leggero sulla punta del suo naso, lasciandovi una tenera e fresca gocciolina d'acqua.
Le luci e gli addobbi rallegravano l'atmosfera, e i sorrisi radianti dei bambini, incantati da tutti quei giocattoli esposti nelle vetrine, non facevano altrimenti.
Dopo aver ammirato con un gioioso sorriso che le colorava il viso quello spettacolo che invadeva le vie della città, pensò di passare ad augurare una buona Vigilia al vecchio zio Drosselmeyer, che lavorava come falegname in un incantevole negozietto in fondo alla via.Drosselmeyer era un uomo distinto, se pur umile, che aveva sempre occupato un posto speciale nel cuore della ragazza.
Non era veramente suo zio, ma lei e suo fratello minore, Louis, lo avevano sempre reputato come tale, in quanto frequentava sempre le feste e le cerimonie organizzate dal signor Wimmer, portando magia e stupore tra gli invitati: egli creava infatti magnifici oggetti in legno, specialmente carillon, talvolta talmente grandi da occupare un intero tavolo, e che ogni anno rapivano l'attenzione di tutti e accendevano la fantasia dei più piccoli.
Qualche anno prima aveva addirittura costruito un carillon fatto interamente di dolciumi, ad esclusione delle parti meccaniche, si intende; inutile dire che i visi dei bambini assunsero quasi luce propria.
Inoltre, quando il signor Wimmer partiva per lunghi viaggi d'affari, i due ragazzi amavano trascorrere del tempo con lo zio, che, sin da quando erano bambini, si prestava ad intrattenerli raccontando loro favole meravigliose e travolgenti.
Favole che avevano fatto innamorare la giovane di un mondo del quale lei purtroppo non avrebbe mai fatto parte, pensava.-Clara!
Sentì una voce chiamarla dal vicoletto sul retro del negozio.
-Zio Drosselmeyer!
Rispose lei con gioia, vedendolo sbucare dal retro con una cassa di legna da ardere.
-Perdonami Clara, ma in negozio si congela! Ho preso della legna per ravvivare il fuoco. Avanti, entra pure!
I due si accomodarono sulle poltroncine di velluto vermiglio accanto al fuoco, per riscaldarsi.
-Allora cara, cosa ti porta dal tuo vecchio zio?
Chiese con la sua solita voce gentile, mentre tentava di ravvivare la fiamma aggiungendo al focolare qualche ceppo.
-Sono passata per augurarti una buona Vigilia da parte mia e di Louis! Beh, anche da parte di papà, ovviamente.
-Ti ringrazio Clara, augura una buona Vigilia a tutta la tua famiglia anche da parte mia.
Stettero qualche minuto in silenzio, godendo del calore del fuoco.
-Quest'anno cosa proporrai?
Esordí la giovane, per spezzare il silenzio che s'era creato.
-Per la festa, intendo.
Drosselmeyer sorrise.
-Mia cara, temo che non avrai una risposta prima di stasera.
Clara fece una finta faccia imbronciata.
-Davvero non posso sapere nulla?
Lo zio la guardò con aria divertita.
-Non saprei...
La ragazza sfoggió i propri occhioni dolci per convincere lo zio.
-E va bene... solo perché sei tu. Ma non farne parola con nessuno!
Concluse Drosselmeyer con una finta aria di rimprovero.
L'uomo si avvió a passo deciso verso la bottega del negozio, al centro della quale v'era un tavolo rotondo che fungeva da piedistallo al carillon, coperto da un pesante telo bianco, protetto così da polvere e segatura. Lo zio afferró il telo all'estremità pendente, per alzarlo cautamente in modo da permettere a Clara di sbirciare il risultato del suo lavoro, ma senza rovinarle la sorpresa.
La ragazza ebbe qualche secondo per sbirciare prima che lo zio ritraesse il telo, lasciandole un'espressione delusa sul volto.
-Ma non ho visto praticamente nulla!
-Poche storie Clara, altrimenti ti rovinerai la sorpresa!
-E va bene zio, hai vinto tu.
Si arrese la ragazza.
I due ritornarono in negozio, Clara indossò nuovamente lo scialle e salutò lo zio, avviandosi per la via rischiarata dalle luminarie e dal candore della neve.-Clara!
Sentì gridare in lontananza.
-Cosa c'è?
Gridò lei in risposta.
-Stasera indossa il tuo abito più bello!
La giovane assunse un'espressione incuriosita.
-Perchè?
Udì la risata dello zio.
-È una sorpresa!
Clara battè il piede a terra, infastidita dall'attesa di tutte quelle sorprese, ma subito un sorriso le coloró le labbra, mentre scuoteva piano la testa.
"Chissà cos'ha in mente quel matto di Drosselmeyer"
Pensò.
Dopo aver alzato gli occhi al cielo, ridendo, riprese il proprio cammino verso casa, sovrastata dall'oscurità del cielo che ancora piangeva teneri fiocchi di neve.
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The Nutcracker
خيال (فانتازيا)Lo schiaccianoci che le aveva donato suo zio era speciale, non era un semplice pezzo di legno: conteneva un'anima, un'anima intrappolata da un triste incantesimo, scagliato su di lui dal malvagio re dei topi. Con l'aiuto di Clara, il principe Schiac...