<<Enjel, cosa ci fai qui? Se qualcuno ti vede passerai dei guai seri!>> mi disse Matt quando mi vide.
<<Cosa è successo?>> chiese vedendo le mie guance rigate di lacrime.
<<Mihael se ne va>> risposi.
Andò di corsa verso la stanza di Mello, mentre io tornai nella mia camera.
Per qualche anno non ebbi sue notizie.
Passavo le mie giornate con Matt, era l’unico amico che mi rimaneva.
Poi, un giorno, bussò alla porta della mia stanza.
<<Mail, sei impazzito? Non puoi stare qui!>> gli dissi, poi lo tirai dentro la camera.
<<Enjel, è importante.
Mihael mi ha contattato, ha bisogno del mio aiuto per un caso, devo raggiungerlo in Giappone.
Mi ha esplicitamente detto di impedirti di venire con me, perché è coinvolto in un’organizzazione malavitosa, gente che non avrebbe riguardo di una ragazza, anche se fosse sotto la sua protezione>> mi disse con tono serio, poi mi abbracciò.
Il mondo mi crollò addosso per la terza volta.
Scoppiai a piangere, e Matt mi accarezzò i capelli.
<<Addio, Enjel>> mi disse baciandomi la testa.
<<Addio, Mail>> gli risposi baciandogli la guancia e appoggiandomi al suo petto.
Avevo paura.
Sapevo che sia Near che Mello erano coinvolti nel caso Kira, dove L aveva perso la vita.
Quando il caso Kira fu risolto, e non avevo più alcun timore di uscire allo scoperto, mi misi alla ricerca di Near per allearmi con lui.
Non fu difficile trovarlo, e scoprii che sia Mello che Matt erano morti.
Impallidii quando me lo disse.
<<Aspetta… tu non eri la ragazza amica di Mello?>> mi chiese quando mi vide in faccia.
Annuii.
<<Perché sei venuta qui?
Sei intelligente, saresti un'ottima detective>>
<<Voglio collaborare con te.
Voglio rendermi utile.
Voglio rendere onore ai miei amici, lavorando anche per loro.
Non vale la pena mettersi uno contro l’altra, non voglio fare lo stesso errore che fece Mihael>> gli risposi.
Quando sentì quel nome si voltò di scatto verso di me e mi guardò, spalancando gli occhi stupito.
<<Lui… ti permetteva di chiamarlo per nome?>>
<<Sì>>
<<Allora si fidava veramente di te…
Ti ha insegnato molte cose, vero?>>
<<Sì>>
<<In questo caso… posso considerarti la sua erede?>>
<<No.
Considerami semplicemente una sua amica e tua collaboratrice, e se vuoi anche come una tua amica>>.
Dopo le mie parole era ancora più stupito.
Mi tese la mano.
<<Benvenuta in squadra, Enjel. Io mi chiamo Nate>>.
Gli strinsi la mano.
Diventammo molto affiatati: anche se eravamo in due facevamo le stesse deduzioni, avevamo le stesse idee, pensavamo allo stesso modo.
Collaborammo per anni, molti anni, durante i quali risolvemmo centinaia di casi.
Dopo che lui morì, ucciso durante un caso simile al famigerato caso Kira, continuai la sua opera.
TFH.
Così mi feci chiamare durante la mia carriera.
Perché questo nome?
Milioni di volte Mello, Matt e Near scherzavano con me definendomi «la quarta erede di L».
Milioni di volte mi dicevano che la mia intelligenza superava di gran lunga la loro.
Decisi così di fare di rendere quel nomignolo scherzoso la mia copertura.
The Fourth Heir, TFH”.
Spero che qualcuno legga questo racconto, un giorno.
Ormai non mi resta molto tempo su questo mondo.
Sono molto anziana ormai, ma spero che qualcuno si ricordi di me.
Enjel Miller, The Fourth Heir.
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Angolo autrice
Ok, fine.
Cosa ne pensate?
Sciau
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The Fourth Heir [COMPLETATA]
Short Story"Il mio nome? Sarebbe bello ricordarselo. Tutti noi siamo ragazzi senza un nome, senza un volto. La nostra esistenza è stata dimenticata o non è mai stata scoperta. Le nostre identità sono state cancellate, a parte una singola lettera che distingue...