[I] [La miccia e l'accendino]

72 13 19
                                    

Caro redattore,

mi trovo oggi impossibilitato a lasciarle una copia dell'articolo sulla riunificazione italica e sulle sue conseguenze.

Anzi... con sommo rammarico, ne devo attestare un inverso e pericoloso vacillare.

Oggi sedici novembre '871, alle ore dieci e sette minuti, un quantitativo pari a otto candelotti di nitrato di glicerina desensibilizzato sono stati fatti brillare nei locali del palazzo Pitti di Firenze, durante il passaggio del sovrano in città.

Vittorio Emanuele II dei Savoia è stato trasportato d'urgenza nel vicino ospedale militare, le sue condizioni non sono purtroppo di dominio pubblico.

Il responsabile dell'attentato è stato invece identificato in tale Kepler Krueger, ovvero, secondo i miei colleghi italiani:

"Un insulso baronetto decaduto in disgrazia e asservito al volere della componente politica nazionalista austro-ungarica."

In altre parole, aggirando gli aulicismi italiani, un pazzo che s'è immolato in un evidente messaggio di guerra.

E guerra sarà, stando ai miei informatori a palazzo.

Nulla potrà porre un freno alla sete di vendetta italiana e, a soli dieci anni dall'unificazione, il popolo non ha ancora dimenticato i soprusi e le angherie degli austriaci.

Come potrebbe, d'altronde?

Anni di torti, supplizi e tirannia sono stati da poco gettati alle spalle della neonata nazione e incombono ancora sul paese, come spettri nordici e poco lucidi.

È palese che la situazione degenererà nell'arco di una settimana o due, se la fortuna ci assiste.

Ma c'è di peggio.

Gli attriti tra Savoia e Asburgo sono solo uno specchio deforme delle questioni irrisolte tra le grandi potenze europee.

L'istituzione del Collective Gouvernement in Francia a seguito della seconda rivoluzione e le mire Tedesche contro la Prussia (da poco annessa all'impero francese) giocheranno di certo un ruolo fondamentale, secondo gli analisti che ho già e che sto continuando a consultare.

Si vocifera che perfino i russi abbiano da ridire sulla faccenda.

Il mio parere, sir, è semplice: ci troviamo di fronte alla Svolta, al precipizio.

E, conoscendo le idee di nostra maestà, questo ci porterà a fare scelte ardue. Scelte senza via d'uscita sicura.

Saremo dentro o fuori. Niente mezze misure.

Sarà vostra cura riferirmelo, spero.

D'altronde, il mio nuovo progetto si basa tutto su questa biforcazione.

Se ci tenessimo al di fuori della barbarie, io potrei accordarmi per entrare di stanza nei ranghi italiani col titolo di "Storiografo esterno e paramedico", ho tutte le certificazioni.

Questa missiva difatti funge da scusa per introdurvi una follia.

Vorrei seguire le orme di Sir William Howard Russell in Crimea e America, anche a costo di dovermi scontrare con burocratici, detrattori e nemici politici a suon di articoli e inchieste.

E appunto... riguardo il suo benestare:

Sono al corrente dei problemi che un simile approccio potrebbe comportare, signore, ma è certo che fin quando il nostro Impero non entrerà nel conflitto, non ci saranno tentativi di ostruzione mediatica.

O almeno, non saranno espliciti e muniti di bolla.

Saremmo una fonte preziosa per i nostri strateghi, tuttalpiù.

Le sorti si decideranno tra due settimane, quando potrò incontrare il Generale Raffaele Cadorna in persona, per l'intervista già concordata riguardo la presa di Porta Pia del '70.

È una mente raffinata, che mira a conoscere i segreti delle baionette e delle rivoltelle più di ogni altra cosa. Facendo leva sulla sua personalità e su argomenti d'interesse bellico dovrei riuscire a convincerlo.

Resto in attesa di comunicazioni.

Manderò questa missiva al più presto possibile, magari mediante uno di quei nuovi prototipi di comunicazione a fili, sarebbe tutto più semplice.

Incredibile quello che la tecnica e un cervello ben allenato possono creare, non siete d'accordo?

In attesa d'informazioni, 

cordiali saluti da Ernst McKelly 

Ernst - Cronache dal fronte.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora