[Un cranio spaccato]
[III]
03.04.1872
Direttore,
ho poco tempo e troppe cose da narrarle. Sarò conciso e breve, la ronda è un brutto momento per scrivere.
Il fronte tedesco è più austero, nessun errore è perdonato, anche se essermi gettato alle spalle gli orrori del carso mi farà sempre un gran piacere. La crudeltà non ha nazione o etnia, certo, ma gli italiani sono di una tale disorganizzazione da voler dire al nemico "Prendetemi, prendetemi! Adesso che non ho forze!".
E scusi se il modo con cui mi sto approcciando in questa missiva è un po' rigido e scostante, addirittura pretenzioso, ma diamine, il rumore del cingolato non mi lascia scelta, come dovrei scrivere in mezzo a un tale battaglione di viti e placche in movimento?!
Mi trovo a bordo di uno dei 30 VS7 prodotti per volere del ministero della difesa imperiale, più che un mezzo d'approccio una vera e propria corazzata terrestre.
L' "equipaggio", se mi passa il termine, è composto da diciotto membri in totale, due uomini per ogni M8, due macchinisti di cui mi sfuggono i nomi e due uomini al comando del cannone: Kaspar e Jeager. Poi ci sono Kirkenghard, il pilota, e Grunwald, il capocarro maggiore.
Io sono di stanza come servente per le M8 a tensione di vapore, o come le chiamo io, da falso romantico, le Steam Gatling.
Che ingegno di tecnica, signore, che ingegno! Ma parliamo pur sempre di Tedeschi, in fondo, se capisce cosa intendo.
Armi devastanti, con abbastanza proiettili da sfamare un'intera squadriglia nemica senza ricaricare. Ecco cosa ho tra le mani.
Ogni bossolo ha il diametro spaventoso di 8,05 mm e viene sputato fuori alla velocità di una folgore.
Non si ha nemmeno la percezione di star trucidando i propri simili, sotto gli scossoni del rinculo. Un triste contentino.
Ora ci troviamo al limite dell'area ispezionata. Kirk e il capocarro stanno perlustrando l'area col binocolo, ma non si prospettano azioni nemiche prima di altre sei ore. Magari spegneremo i motori per qualche minuto e la caldaia compattata nel vano motori smetterà di ringhiare al vento.
Quanto vorrei che accadesse... almeno potrei proseguire la routine di stesura senza interruzioni. Già: gusterei il thè che ho messo da parte dopo la conquista dello scorso villaggio e finirei di scrivere questa lettera poggiato sulle placche di rivestimento, spingendo la punta della stilografica per vincere il Magnetisches Feld.
Nella lingua Britannica, noi gente civile lo chiameremmo Magnetic Field.
A dirla tutta, non ho ben capito a cosa faccia testo il principio di funzionamento di questo meccanismo, ma sembra in grado di respingere senza problemi diverse tipologie di proiettili non corazzati. C'è qualcuno dei ragazzi che pensa si tratti di alchimia, altri continuano a ripetere che non è una questione da porsi, che sfidare le conoscenze dateci ci si ritorcerà contro.
Avevo quasi dimenticato quanto fosse degradante il provincialismo.
"Fin quando c'è, ci protegge e para i nostri culi, non ho intenzione di pormi domande!" ha detto Adulf, proprio stamattina.
O almeno credo, il suo tedesco è incatarrato come pochi altri, e il suo inglese ancora peggio.
La zona operativa del nostro reggimento è piuttosto limitata. Siamo dentro una città, questo è tutto quello che so dirle, non conosco abbastanza la geografia del territorio per aggiungere dettagli.
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Ernst - Cronache dal fronte.
Science FictionErnst. Una guerra alle porte dell'Italia dopo soli dieci anni dall'unione. Un reporter britannico in trincea. Invenzioni vogliose di sangue, carbone e olio motore. Guerriglia e polvere sulle cicatrici. Una miscela di carburanti e follia umana den...