L'infermiera aveva sempre odorato di olio di cocco. Era l'unico motivo per cui Yoongi si convinse a non impanicarsi. Il soffitto era di un blu sbiadito e un ventilatore gli ronzava accanto. Tre tende circondavano il letto dell'infermeria, tagliandolo dal resto del mondo, lasciandolo da solo.
Prese un respiro profondo.
"Yoongi hyung?"
"Jungkook?"
Era lui, senza dubbio. La sua voce era appassita e fredda, tagliente e manteneva del dolore che Yoongi non riuscì a capire.
Radunò abbastanza forza per riuscire a sedersi e a tirare una delle tende per riuscire a vedere Jungkook. Le sue ferite erano peggio di quanto si aspettava. La ferita sul suo volto era stata pulita e bendata ma sembrava che avesse bisogno di punti. La sua pelle aveva perso il suo colore e le sue labbra erano spaccate e di una sfumatura di blu.
"Hyung... Grazie mille."
Yoongi sbatté gli occhi due volte, spostò lo sguardo fuori dalla sua finestra e sospirò. "Grazie anche a te."
Sembrò cone se Jungkook non lo avesse sentito, o lo stesse ignorando, perché continuò, "Perché ni hai salvato? Ne sono grato, è solo che... Sono un estraneo."
"Non lo sei. Entrambi lo sappiamo. E ad ogni modo," guardò Jungkook dritto negli occhi con uno sguardo infuocato prima di continuare. "Non avrei lasciato nessuno indietro così, specialmente tu."
Jungkook si morse il labbro. "Hyun-"
Un'infermiera tirò la testa davanti. "Yoongi! Sei sveglio. Vai a Ms. Choi, okay? Ha delle medicine che devi prendere prima di mangiare."
Yoongi uscì senza un'altra parola, con una sensazione strana nel suo petto.
Analogamente, Jungkook si stese sul materasso con un sospiro pesante. Sentì le rotelle girare nel suo cervello più velocemente di quanto potesse comprendere e il stomaco iniziò a fare male. Ringraziò l'infermiera per gli antidolorifici e li ingoiò; la pastiglia si fermò nella sua gola per uno spaventoso secondo prima di scendere.
Fiamme emersero nella sua testa, sirene leggere, l'aria sottile della primavera e due visi pallidi, uno coperto dal sangue e l'altro dalla paura. Le fiamme erano forti e brute, divoratrici e implacabili; le sirene non sembravano preoccupate - solo stanche e malate; l'aria sottile stava penetrando, e Jungkook non voleva rivivere la vista di quei visi, uno coperto dal sangue e l'altro coperto dalla paura, perché ne aveva riconosciuto uno.
E questo lo stava tormentando.
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Yoongi si sedette in una sala d'aspetto, mentre mangiava un panino. Sentì le lacrime pizzicargli gli occhi ma non sapeva perché. Era sicuro che Jungkook fosse il ragazzo ora quindi perché non era felice? Sarebbe dovuto essere felice.
Ma non lo era.
Era perso.
I suoi pensieri non erano coerenti - tutte le sue domande non avevano risposta, erano vaghe e non necessarie. Le persone si muovevano intorno a lui ma non gli prestava attenzione; come avrebbe potuto, quando aveva appena trovato la persona che gli aveva salvato la vita?
"Yoongi? Perché sei ancora qui?" chiese un'infermiera. "Vai in camera tua, si sta facendo tardi."
Lui annuì assente, buttò i resti del panino e si alzò. L'infermiera stava per andare via ma Yoongi la chiamò prima che potesse aprire la porta.
"Può dirmi quando Jungkook sta meglio?"
L'infermiera sorrise teneramente. "Certo."
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Il tempo passò. Jungkook era ancora costretto a letto e nei due mesi che erano volati, Yugyeom e Bambam gli portavano il suo lavoro scolastico. Si sedevano accanto a lui e lo guardavano aprirsi il cervello in cerca di risposte. Si scambiavano occhiate doloranti quando Jungkook non li vedeva; volevano fare qualcosa per aiutarlo ma non lo conoscevano abbastanza. Non sapevano cosa dire o fare.
"Jungkook..." iniziò una sera Yugyeom. "Dovremmo chiamare qualcuno? Un membro della tua famiglia?"
Lui scosse la testa. "No, è okay. Sono orfano comunque."
"Oh! Mi dispiace, non-"
"Calmati, è okay." disse Jungkook, sorridendo. "È passato un bel po', ormai."
Bambam mise una mano sulla spalla di Jungkook. "Ma c'è qualcuno che possiamo chiamare?"
Ci pensò un po'. "Yoongi hyung."
I due lo abbracciarono e uscirono per trovare Yoongi.
Nel corso dei due mesi che Jungkook era all'ospedale, Yoongi aveva iniziato a mangiare di nuovo bene. Tutti ne erano felici; sembrava sempre malato. Jin aveva un sospetto che avesse a che fare con l'ospedalizzazione di Jungkook ma tenne la bocca chiusa.
Ma era triste che stesse mangiando solo perché glielo diceva Jungkook. Yoongi era forte abbastanza per prendersi cura di se stesso, era solo che non voleva.
L'infermiera stava informando Yoongi. Non era mai andato a visitarlo perché era insicuro ma si assicurò di sapere tutto sulla salute di Jungkook. La sua felicità cresceva ogni volta che l'infermiera gli diceva che Jungkook stava andando bene, che stava lottando e che stava migliorando. Notò anche che gli amici di Jungkook lo andavano a trovare costantemente. Era contento di sapere che Jungkook aveva compagnia e non era solo.
Era nella sala principale quando sentì un colpetto sulla spalla.
"Yugyeom e... Bambam?"
I due annuirono. Yugyeom gesticolò verso l'uscita, così avrebbero potuto parlare senza interruzioni. Namjoon alzò lo sguardo dal tavolo, confuso, ma Yoongi gli fece un cenno. Solo quando furono fuori dalla sala, Bambam disse, "Jungkook vuole vederti."
Yoongi sbiancò. "Davvero?"
I due annuirono di nuovo.
"O-okay."
Prima che Yoongi potesse muoversi, Yugyeom disse velocemente, "Penso che gli manchi."
Yoongi si grattò il retro del collo. "Ah, meglio se vado allora."
I due sorrisero e rientrarono nella sala, lasciando Yoongi fuori da solo. Il suo cuore affondò un po', mentre guardava nella direzione dell'infermeria. Se solo avesse fatto qualcosa...
Allora forse-
No. Non era colpa sua.
Entrò nell'infermeria, respirando lentamente. Le sue mani tremavano e le sue ginocchia erano deboli.
"Hyung."
"Hey, Jungkook. Come te la passi?"
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courage + yoonkook (ita) ✓
Fanfiction+ TRADUZIONE Troviamo il coraggio nei posti più strani. 01/01/2018 > 18/01/2018 © cutiekyun & arsjeon (2018)