Sono le" cose ordinarie" che operano sul nostro animo in quella guisa così benefica che raggiunge le estreme vette della grazia .
A mammà .
Il mare è sempre stato al centro della mia vita in un modo o nell'altro. Anche quando ancora abitavo nelle campagne napoletane ,da bambino quella vasta distesa di acqua era il centro di tutto: estati, riunioni di famiglia e conquiste amorose. Bhè ora vorrai sapere perché sono qui a guardarlo come un perfetto imbecille con in mano uno scatolino e, come si suol dire, a puzzarmi di freddo.
Tutto ha inizio caro mio circa una decina di anni fa, quando ero ancora un giovane ragazzo di belle speranze. Ero il Barney Stinson di Scauri ,non per vantarmi ma avevo più relazioni alle spalle che buchi sulla cintura. Da un punto di vista anatomico mi hanno sempre detto che somiglio a Dante per il mio nasone, ed a un lampione della luce per i miei modesti 195 cm di altezza e 65 kg di peso. Questo tuttavia non mi ha mai creato un problema, anzi semmai il contrario perché si sa : non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace, e come diceva la cara Marina :"io piaccio e lo saccio "(soprattutto grazie ai miei addominali scolpiti, a detta di alcuni, dalla fame nera ) . Ma come tutte le abilità ha avuto bisogno di tanta esperienza e, come è solito fare Gianluca, devo ricordare il colossale palo preso da sua cugina Allegra,oppure il mega paliatone ricevuto da Lucia al primo tradimento che misi in atto (per amore dei posteri ho da dire che fui beccato perché non sapevo,ahimè, che l'altra ragazza era sua cugina ). Comunque quando approdai a Galia ,la penultima conquista ,avevo ventidue anni e un modesto bagaglio sia culturale sia di uccellagione femminile. Iniziai in modo semplice : tre amici che giocano a pallavolo in spiaggia e il pallone che "casualmente" va nelle vicinanze della ragazza. Da lì un rapido susseguirsi di scambi di battute fin quando non la si invita ad uscire quella sera stessa "tra amici". Ovviamente la comitiva è sempre la stessa perché è collaudata e sa come comportarsi affinché lo sbarco in Normandia del plotone avvenga nel modo più naturale possibile: si crea distanza tra le coppie prefissate e boom il gioco è fatto, tocca al ragazzo catturare la gazzella. In quel caso fu più facile del previsto:ero solo con lei e bastò un pollo arrosto con una birra ghiacciata , dopo la cenetta un porticciolo con vista sul mare aperto e sulle stelle. La preda era ghiotta: una bella ragazza de Roma, ruspante e tosta, ma intelligente, sensibile,amante della velocità,della musica e del teatro; purtroppo per lei io mentivo: non la amavo ma volevo solo avere un altro bel trofeo da appendere. La storia andò avanti per un paio di mesi circa e grazie ai 3-400 km di distanza tra Roma e casa mia tutto finisce lì . L'amicizia non sembra però stranamente (forse veramente pensava che fossi un bravo guaglione) compromessa,fin quando non subisce una battuta di arresto perché, come spesso faccio, scompaio dai radar. Così arriviamo alla notte tra il 23 e il 24 dicembre quando vengo svegliato da tre messaggi. Sono le due e sono appena rientrato da una tipica serata da poker e vodka con Giacomino, Guido,Gianmarco e ovviamente Federico,quindi leggo senza neanche capire e mi accorgo che è Galia. Il mattino, in realtà il pomeriggio alla sveglia di mammà con le bestemmie in napoletano e il caffè cocente delle tre del pomeriggio, ma tralasciamo i particolari, rileggo i messaggi e continuo a non capire perché lei mi aveva scritto :"stavo ripensando a quello che è successo quest'estate ... E ti devo le mie scuse (un po' in ritardo lo so) Non mi sono comportata bene con te e spero tu riesca a perdonarmi .Sei un ragazzo meraviglioso e non cambiare mai per nessun motivo! Ti voglio bene ;-) ".Non ci avevo capito una ceppa ma quel ti voglio bene sapeva di vaffanculo e allo stesso tempo faceva più male di un calcio nelle palle. Quindi come qualsiasi persona normale prima di chiederle direttamente spiegazioni a lei mi rivolgo a un commissione fidata; nel mio caso è una matematica di nome Paola che frequentava la mia stessa università. Con il savoir faire delle donne, Paola mi dice che o me stava mannanno o ce stava riprovanno in attesa di un suo ritorno in estate. Allora decido di buttare alle ortiche il poco di decoro che mi rimaneva e chiedo alla diretta delle spiegazioni. Alla fine mettendola come visione della mia misantropia le rifilo la prima ipotesi: lei era stata al gioco con me perché credeva che dandomi picche mi avrebbe ferito. Lei conferma. Nella conversazione mi fingo vagamente dispiaciuto, ma in realtà stavo ridendo come un pazzo perché non riuscivo a credere che si potesse essere più stupidi e credere che veramente fossi innamorato di lei. Purtroppo per me il tempo è un gran signore e quello che gli presti prima o poi te lo riconsegna con i dovuti interessi. Perché quello che non avevo capito era che Galia era ancora innamorata e sperava che con la tattica del "non ti voglio"sarebbe riuscita a riconquistarmi ;ma dopo un paio di settimane sembra scomparire per sempre nella penombra, tantè che non mi preoccupavo nemmeno più di incontrarla per Roma a Piazza Repubblica o San Giovanni in Laterano ,dove andavo a trovare Lilia e il Fede, ma il sig. Time avrebbe avuto il modo di farmela pagare in modo molto subdolo dopo alcuni anni.
Da quel venerdì inizia un periodo nero, la mia caduta di Walt Street , il mio black Friday . Ovviamente decisi che dal quel momento non avrei più cercato relazioni giocattolo; in realtà mi ero scocciato di cambiare porto come un soldato americano durante la guerra. Da quel giorno cambiò tutto in me , non solo nel mio modo di relazionarmi con l'altro sesso ma abbandonai anche lo stile metropolitano che indossavo e divenni un alfa-men : camicia sbottonata estate/inverno che lasciava trasparire i peli , collanina in oro con relativo crocifisso, mezzo litro di profumo Play Boy, vestiti firmati , orologio appariscente al polso e la macchina di mammà , che fino a quel momento mi ero rifiutato di guidare perché troppo vistosa (una fiat Panda 4x4 1100 c.c. nera del 1994, abilmente modificata dal mio "vecchio" con alettone posteriore e impianto stero da megalomane più relativa pen drive contenente i peggiori brani di musica neomelodica e non). Inoltre essendomi liberato da un grande impegno, come tenere costantemente aggiornato il mio Play book e la relativa appendice con la lista di tutte le mie conquiste, ho acquisito un gran vastità di tempo da dedicare ai più svariati progetti: 1) bici con motore di una motosega a benzina 2)seguire partita per partita il mio Napoli 3)aggiustare l'auto del nonno 4)insegnare a mio cugino Mattia l'arte del copiare,imbrogliare,cacciare uccellagione femminile e barare a poker 5)ampliare la mia collezione di vinili 6) tornare a Taranto 7) visitare i seguenti luoghi :Nordkapp( meglio conosciuta come Capo Nord), Copacabana,New York e Las Vegas 8)dedicarmi alla fotografia.
Nonostante i buoni propositi spesso cadevo in tentazione a causa dei parenti terroni che cercano tuttora alla veneranda età di ventotto anni di combinare il matrimonio tra me e qualche ragazza a loro affiliata. La prima era mammà che mi promise a tre famiglie diverse : la prima volta a una sua amica che faceva l'estetista, la seconda alla sua amica sarta e la terza alla sua amica che aveva il bar. Non parliamo poi dei nonni che sembravano smerciare i nipoti come fossero polli da vendere al mercato, tantè che mio nonno materno aveva già , a modo suo, organizzato tre matrimoni : io dovevo andare alla nipote del suo fantomatico amico On' Giuann, proprietario di una catena di caseifici con relativo allevamento di bufale; mio cugino Emilio a una ragazza di nome Carmen, figlia di una dottoressa e l' altro cugino Mattia a una ragazza di nome Annamaria, figlia di un costruttore edile. Come si può intuire ognuno voleva portare l'acqua al proprio mulino attraverso questi incontri combinati: il nonno ,infatti, aveva progettato l'astuto piano con l'intensione di ricavare mozzarella,visite mediche e qualche aiuto nel suo progetto di crearsi nella terra di fronte casa una casetta dove trascorrere beatamente i suoi ultimi anni. Ovviamente tutte le proposte sono state rinviate al mittente da ogni nipote , non tanto per il piano subdolo che smascherai, ma piuttosto perché le ragazze o erano deformi o vrenzole (termine napoletano indicato per donne dall'atteggiamento maleducato ed appariscente). Infine, come recentemente ho scoperto, sono soprattutto le amiche a combinare gli incontri e spesso prima ancora di incontrarle ti danno delle indicazioni e bisogna scappare all'aggettivo "ragazza di larghe vedute", perché la fanciulla in questione o è un bidone colossale (noi uomini le chiamiamo SCALDABAGNO per la loro forma) oppure è di troppo facili costumi (in poche parole il suo intimo cade a terra prima ancora che si possa dire uno).
Ma ritorniamo a me .
Durante le mie scapputtate ho avuto modo di incontrare chi davvero mi facesse tremare le ginocchia per l'emozione, mi facesse mancare il respiro ogni volta che mi volgesse lo sguardo color smeraldo: Greta. Ogni volta che la pensavo ,anche adesso , mi sentivo come una ragazzina alle prime armi. La incontrai quattro anni fa a Taranto,era una sera di maggio davanti a un locale sul lungomare (l'Alex cafè) , nell'aria il profumo di rose,il tramonto all'orizzonte , il lungomare davanti e io seduto con in mano una vecchia reflex a fotografare quello spettacolo. Quando,come se stesse cercando di vincere il suo imbarazzo,sento una voce alla mia sinistra che mi fa:-" Non fare foto al mare! Quello lo sanno fare tutti, cerca di catturare l'anima delle cose! ".
Sentirsi dire ciò non è sempre molto gratificante, quindi la prima impressione è stata che ci fosse una saputella bisbetica vicino a me. Ma cambio subito opinione appena la vedo: è una bellissima ragazza dai capelli rossicci ma con uno sguardo smeraldo ,che abbinato al suo sorriso ,creava il vuoto attorno a se. Rimasi cosi piacevolmente sorpreso che tuttora ricordo come era vestita : indossava un pantalone aderente, ma non volgare,con una maglietta a mezze maniche color viola,con una piccola scollatura a v, ed un paio di occhiali tra i capelli. La sua non è una bellezza che veniva dalle lunghe ore a prepararsi davanti a uno specchio, ma dalla semplicità che la contraddistingue; inoltre, come immediatamente notai, lei sapeva di essere bella ma questo non la faceva sentire superiore agli altri.
La mia risposta non si fa attendere e con un sorriso replico :" Si, ma il mare è il centro di ogni cosa e mi piace pensare che il sole sia una donna che vive lontano dal proprio amore, il mare, e lo vede solo due volte al giorno: all'alba quando gli da il primo bacio e la sera , quando il desiderio è così forte che diventa rossa, come i tuoi splendidi capelli"
. Ovviamente non si aspettava una risposta tanto profonda, cosi tra un caffè e qualche battuta iniziamo a conoscerci,in quel modo scopro che lei veniva da Formia e si era trasferita a Taranto da circa un paio di anni, era un avvocato e che amava la musica e le foto. Ovviamente queste informazioni crearono un po' di scompiglio in me perché la mia vecchia fama di sciupafemmine di Scauri avrebbe potuto rovinare tutto, ma se anche lo sapeva non lo aveva dato a vedere. Non fu facile nascondere il mio interesse per quella ragazza , ma la mia esperienza mi diceva di essere calmo e non forzare la mano. Nel lungo chiacchierare non ci accorgiamo dell'ora tarda che si profila davanti a noi, così mi offro di accompagnarla a casa. Arrivati davanti alla mia scassatissima Panda lei scoppia in una straordinaria risata e tra qualche lacrima dice :" ij teng o trerrot , o trerot ra piagg e vag a venner e mullun!". Io non resisto al richiamo della mia lingua natia e continuo la canzonetta dicendo;" me scet e quatta a matina e cacch vot pure e quatt e diec!". Lei continua a ridere e mi dice che il suo non voleva essere un insulto ma una forma di dedica alla mia Panda sport,io non sono minimamente offeso e le chiedo dove portarla con la mia limousine ; il luogo indicato è via Pitagora e chissà se era destino ma scopro che Greta era la mia vicina. Ora mio caro devo dirti che mi ero trasferito da un paio di giorni a Taranto e non conoscevo nessuno, quindi uscivo poco la sera e quando capitava ovviamente ero solo, tantomeno potevo aver avuto qualche scambio di parole con i miei condomini, eccetto il vecchio a pian terreno che portava a spasso il gatto attaccato a un collare. Il saluto di Greta mi manda su di giri come una sedicenne al primo amore, mi da un bacio all'angolo della bocca e mi dice :" Ti posso chiamare Manu!?" ed io accetto volentieri il diminutivo.